Domani sarà San Valentino, per antonomasia la festa degli innamorati. Lavorando da molto tempo con le
relazioni, i simboli, gli archetipi, le immagini ereditate e i racconti non posso non parlarti di questa
ricorrenza.
Conosci le origini della festa degli innamorati? Ora te la racconto e per non perderti tanti altri
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Cosa sono i Lupercalia?
San Valentino è una festa di ispirazione cattolica che, in realtà, ha sostituito la festività di Lupercalia, un susseguirsi di riti tenuti tra il 13 e il 15 febbraio a Roma e le cui origini sembrano essere Sabine. Alcune fonti dicono essere stata una festività in onore del Dio Fauno, detto anche Luperco, dio associato alla fertilità, ai campi e al bestiame, altre a Giunone, divinità invocata per proteggere gravidanze e partorienti. Si svolgevano a Roma e avevano la funzione di purificare luoghi e persone anche dai demoni maligni.
È interessante notare che questa ricorrenza cadesse proprio a Febbraio perché nei calendari antichi il nuovo anno iniziava tra la fine di questo mese e l’inizio di Marzo, quando il Sole entrava in Ariete, il primo segno dello zodiaco. Il fatto che la società di un tempo si volesse purificare prima di entrare nel nuovo anno ha un gran senso logico anche per Ovidio che collegava il nome del mese “februare” a una parola etrusca per “purgare”.
La tradizione medievale associava, invece, metà febbraio all’inizio del risveglio della primavera e all’apertura della stagione degli accoppiamenti, rimarcando il collegamento con l’amore.
Il fulcro dei riti era la sessualità, libera da preconcetti, tabù e stereotipi; quindi, era molto lontana dell’idea cattolica di sesso e amore. Ricordiamo sempre che nei Tarocchi la sessualità è rappresentata dall’Arcano del Diavolo e sappiamo tutti quanto questo sia stato “simpatico” alla Chiesa.
Lupercalia: il significato della sessualità sacra
Tabù è una parola che deriva dal polinesiano e significa ‘sacro’, così come è stata sempre considerata sacra la sessualità nel paganesimo poiché è tramite l’atto sessuale che si dà origine alla vita. Hellinger, padre fondatore delle costellazioni familiari, diceva che per il nostro albero genealogico il sesso è più importante dell’amore perché il primo dà la vita, quindi discendenza e futuro, il secondo da solo no.
Hellinger ha ben spiegato come nel secondo livello di coscienza ci sia un livello estremamente animale che detiene in sé tutte le memorie ancestrali e arcaiche derivanti dal cervello rettile, quella parte di cervello che ci connette al regno animale.
Lupercalia, a mio avviso, parla di questo tipo di sessualità vissuta senza freni, per godere del piacere stesso utile alla nostra creatività (del collegamento tra piacere e creatività, te ne ho parlato qui).

La grotta del Lupercale
Cercando elementi per questo articolo ho scoperto che il sacrario del lupercale era una caverna ai piedi del monte Palatino dove il mito ci dice che una lupa allattò Romolo e Remo, i due fondatori della città.
Con questo punto chiave rivediamo l’istinto animalesco del lupo che ci connette alla nostra parte selvaggia e incontaminata che possiamo sentire attivarsi durante un orgasmo. Il lupo è energeticamente connesso alle donne in mestruazione e travaglio per via dell’istinto animale indomito che queste fasi attivano. La caverna ci ricorda l’utero materno e l’energia che ci ha fisicamente portati su questo pianeta.
C’è l’ipotesi che il nome Lupercalia fosse legato ad Arcadia Lykaia e al culto di Lycean Pan, antica festa greca del lupo dedicata a Pan, la versione greca di Fauno (di lui ne parliamo tra poco).
Inoltre, Romolo e Remo ci riportano al mito Navajo della Donna Turchese che partorì due gemelli che sconfissero il male (per approfondire questo mito, ti aspetto qui). Questo ci riconnette a un’altra parentesi: in moltissime culture antiche la sessualità era vista come energia guaritrice. Questo, però, non ha niente a che fare con quei personaggi che oggi propongono sesso terapeutico perché è completamente decontestualizzato dalle sue origini, e da queste persone è bene tutelarsi.
Energia sessuale: energia guaritrice e vitale
Hai mai avuto un rapporto dopo un attacco di ansia? Hai provato quanta pace e armonia questo può ripristinare?
Durante l’atto sessuale possiamo vedere come le energie animalesche si attivano attraverso il corpo e come la forza della vita ci muove. La connessione con il regno animale la possiamo ritrovare, inoltre, nel dio Fauno, detto anche Pan, di cui ti ho parlato qui. Lui arriva quando l’energia vitale-sessuale non viene scaricata, quindi va sprecata. Tramite lo spavento e il terrore tipici di un momento di panico gli umani la liberano.
Quante volte hai avuto fatica a lasciarti andare al piacere fisico per paura di perdere il controllo? Ti è mai capitato?
Dobbiamo calcolare anche che abbiamo secoli di condizionamenti socioculturali legati alla sessualità che ci vivono dentro sotto forma di idee, concetti, convinzioni e memorie cellulari e corporali. Non è difficile immaginare da dove arrivino certi blocchi energetici che viviamo nella sessualità. Anche le storie, i racconti e i vissuti dei nostri avi hanno un gran peso a riguardo. Ma ci arriveremo più avanti.

Riti e simboli dei Lupercalia
Approfondendo le fonti, i riti dei Lupercalia venivano officiati dal Flamen Dialis, sacerdote che veniva considerato la rappresentazione di Giove (tra l’altro pianeta di dominio del Sagittario, il cui glifo-simbolo è una freccia simile a quella di Cupido). Di fronte a lui c’erano due schiere composte da dodici sacerdoti ciascuna. È curioso notare come il numero dodici ritorni: ci riporta ai segni zodiacali ma anche agli archetipi apostolici del cattolicesimo.
Questi sacerdoti sacrificavano alcune capre e un cane all’interno della caverna e usavano le pelli animali per coprirsi, dopodiché si incamminavano per la città dotati di cinghie con le quali colpivano il terreno in segno di buon augurio. Pare che anche gli abitanti della città volessero essere percossi, soprattutto le donne per avere fertilità.
Le capre sono simbolo di fecondità e il cane è simbolo di fedeltà, istinto animale e inconscio collettivo. I sacrifici di un tempo, da un punto di vista etimologico, erano intesi come “rendere sacro” qualcosa, in questo caso questi animali e indossarne le pelli voleva dire che i sacerdoti energeticamente si associavano a quelle due energie ed era questo a far sì che il popolo gli riconoscesse tanta autorità. Tutto ciò che ci raccontiamo diventa vero e vestirsi è già un racconto.
Com’è nata la storia di San Valentino?
Dalle fonti che ho trovato si parla di uomini e donne che correvano nudi per strada e si accoppiavano anche in gruppo. Possiamo solo immaginare come potessero vivere le persone in quel tempo in termini di igiene, rapporti protetti, malattie veneree et simili. Così, non sembrava essere molto salutare una libertà senza precauzioni, senza contare le varie gravidanze indesiderate e i numeri terrificanti di donne morte a causa di aborti clandestini o parti mal seguiti. Mi piace pensare che sia stato questo il motivo che portò al bando di tali riti ma dobbiamo ricordarci che avendo a che fare con l’energia del “Diavolo” non è raro non averne chiarezza.
Il tentativo della Chiesa di far sì che questi rituali cessassero fu introdotto da papa Gelasio I che trasformò Lupercalia nella ricorrenza di San Valentino.
San Valentino era un vescovo martire, protettore degli epilettici, che venne ucciso per le sue doti guaritrici. Era anche originario di Terni dove sono state ritrovate le ossa dei fidanzati sposati dal santo stesso. Questi ultimi erano un uomo pagano e una ragazza cristiana, Sabino e Serapia. Per amore lui si convertì ma lei era ammalata e lui non voleva separarsene quindi chiese a San Valentino di benedire le loro nozze. Le ossa sono ancora oggi in posizione abbracciata.
Da qui in poi la festa degli innamorati, dedicata all’amore e ai fidanzati, inizia ad essere declinata in ciò che tutti noi riconosciamo bene: cuoricini, cioccolatini e Cupido, l’angioletto dotato di freccia.

L’amore idealizzato dalla società moderna
Vediamo, così, come la libertà sessuale “pagana”, accettata socialmente senza uno stereotipo di coppia, istituzione o legame sancito, sia stata tramutata in un’etichetta che dà sì un senso di sicurezza ma rischia di intrappolarci in una gabbia di pensieri che limitano le nostre visioni delle cose. Se pensiamo a quanto sia stata edulcorata la visione dell’amore di coppia che salva vediamo anche come sia stata tenuta per buona solo la parte sottile, intesa come amore cosmico o universale memoria della fonte creatrice che noi, in quanto anime, portiamo con noi e cerchiamo nell’altro.
Da un punto di vista spirituale, però, possiamo vedere come l’esclusione del suo contraltare (il diavolo inteso come lato umano e terreno) abbia creato un’idea collettiva di amore di coppia che fatica ad essere presente nel quotidiano senza nascondersi dietro a dinamiche disfunzionali messe in atto come umane vie di fuga.
Infatti, uno dei simboli legati alla festa di San Valentino è Cupido, cioè Eros, il dio dell’amore divino e del desiderio sessuale. È lui che “fa scoccare la freccia verso i due innamorati” e vediamo come tutta la simbologia in realtà sia verso l’unione e integrazione delle due parti, fisiche e affettive.
Il matrimonio è, infatti, l’unione di due o più parti di noi, prima di essere un’istituzione o contratto con un’altra persona. Questa unione è alchemica perché dalla separazione ci porta all’unione.
Leggendo quest’articolo, hai avvertito qualcosa smuoversi in modo più o meno piacevole in te? Scrivimi e ti aiuterò a prendere consapevolezza delle convinzioni che attualmente stanno agendo sul tuo modo di rapportarti all’amore.