Quando si parla di piacere viene istintivo associarlo alla sessualità ed è vero, almeno in parte. In realtà il concetto di piacere è esteso anche a tutto ciò che ti piace fare e che ti fa star bene: una passeggiata, un pomeriggio in una spa, una vacanza e molto altro.
Sono certa che se ti chiedessi una lista di cose che devi fare riusciresti a compilarla in pochi secondi, mentre se ti chiedessi cosa ti piace fare ci metteresti molto più tempo a scriverla.
Non preoccupartene più di tanto, è un meccanismo perfettamente normale, ma oggi ti spiego il perché.
Svadhisthana – il centro del piacere
Quando ti ho parlato dell’importanza del radicamento e di come questo sia alla base di ogni mio lavoro ti ho parlato anche dei chakras, i centri energetici del corpo dai quali canalizziamo l’energia vitale. Se il primo chakra, muladhara, è il centro del radicamento, il secondo chakra, svadhisthana, è il centro del piacere.
Svadhisthana è situato circa due centimetri sotto l’ombelico ed è proprio lì che noi custodiamo la nostra forza creatrice. Infatti, Svadhisthana vuol dire ‘luogo favorevole’, favorevole alla vita e a tutto ciò che ci fornisce piacere e appagamento. In questo punto focale il corpo, la mente e lo spirito si incontrano.
Tutto ciò che ha a che fare con l’ascolto e il sentire del corpo è strettamente connesso a questo chakra. È associato all’elemento acqua che a sua volta rappresenta le emozioni e tutto ciò che di liquido abbiamo nel nostro corpo. Il suo colore è l’arancione e rappresenta la creatività.
Svadhisthana è associato alla sessualità, alla gioia delle piccole cose, a ciò che ci piace emotivamente e a ciò che ci fa sentire appagati.
Quando questo chakra va in disequilibrio diventa complicato per noi gestire le emozioni, riflettere prima di agire, lasciarci andare nella sperimentazione e nell’ascolto del corpo, oltre che avere una vita sessuale appagante.
Il concetto di piacere porta con sè anche un grande demone: la vergogna. Quando proviamo questa sensazione entriamo nel mondo dell’inconscio collettivo a sua volta interconnesso al nostro albero genealogico.

Il secondo chakra e il significato nell’inconscio collettivo
Quando penso all’inconscio collettivo immagino sempre un database gigantesco a forma di bolla sopra le nostre teste. In quel database ci sono tutte le memorie, intese come esperienze vissute da interi popoli nel corso dei secoli. Quindi dobbiamo considerare tutto ciò che sono stati piacere e sessualità nel corso della storia.
Sapevi che l’ovulo femminile è stata una scoperta relativamente recente? Sbirciando su Wikipedia ho trovato che nel 1928 Edgar Allen scoprì le cellule uovo per la prima volta nell’essere umano. Quindi prima di allora nessuno conosceva bene la fisiologia del concepimento. Non sapendo come questo avveniva non potevano sapere nemmeno come prevenirlo. Infatti c’era un altissimo numero di bambini abbandonati nelle ruote dei conventi, sui cigli delle strade, donne che morivano di parto o di aborti clandestini. Non c’erano precauzioni né le condizioni economiche per poter sostenere famiglie numerose.
Pensa che le mie ricerche genealogiche sono arrivate fino al 1722 e ho trovato che una mia antenata di 9 generazioni fa si sposò a 16 anni ed ebbe 11 figli, ed erano persino pochi per il contesto storico.
In tutto ciò c’è da aggiungere la scarsità di igiene e le malattie sessualmente trasmissibili che non sapevano come prevenire. Nel tentativo di limitare i danni alla popolazione e di contenere le nascite la Chiesa iniziò ad inibire i rapporti sessuali. Così cercò di convincere le persone ad astenersi durante la quaresima, creò tabù sui rapporti consumati in determinati giorni della settimana e invitò le persone all’attività sessuale limitata solo a scopi riproduttivi.
Tutto ciò ha creato dei diktat nell’inconscio collettivo che, nonostante le buone intenzioni della Chiesa del tempo, hanno storpiato il concetto di sessualità trasformandolo in qualcosa di vergognoso, sporco e peccaminoso. Infatti, l’arcano dei tarocchi che parla del sesso è il diavolo e di come è stato male interpretato te ne parlo qui.
Il piacere e i tabù dell’albero genealogico
Questa bolla di inconscio collettivo è strettamente collegata all’inconscio familiare che ha sua volta ha creato un proprio racconto riguardo a piacere e sessualità.
Siamo stati tutti bambini e come impulso primordiale abbiamo avuto tutti il bisogno di toccare ed esplorare il corpo. Eppure viviamo in una società ancora intrisa di dogmi religiosi che non sono mai stati clementi nei confronti della corporalità e della sessualità. Basterebbe pensare alla faccia che farebbero le nostre nonne di fronte a una vetrina di indumenti intimi.
Quando ti parlo del disegno dell’albero genealogico e di cosa emerge, già dai nomi si possono evincere alcune credenze legate al piacere. Può succedere che in alcune dinastie dove le morti di parto, gli aborti o gli abusi siano stati numerosi i discendenti abbiano poi delle disarmonie nella sfera del piacere.
Queste disarmonie si manifestano nel quotidiano come sensi di colpa inspiegabili o blocchi energetici altrettanto inspiegabili. Sarebbe interessante farsi delle domande sui propri rapporti sessuali e sui propri orgasmi: ci sono? come sono? sono appaganti? come ti senti prima, dopo e durante? Se qualcosa non fluisce emotivamente per il verso giusto sarebbe una buona cosa indagare l’albero alla ricerca dell’immagine depotenziante da tramutare.

Guarire il secondo chakra con la creatività
La creatività è ciò che rimette in equilibrio questo chakra aiutandoci a riconnetterci al piacere della vita. Perciò ho deciso di regalarti questo esercizio e ti invito a disegnare il tuo albero, così da far scorrere il piacere nella tua vita!
Queste sono solo alcune delle risorse gratuite che periodicamente creo e condivido. Le altre arrivano ogni mese con la mia newsletter. Non perdertele! 😉