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Quello che sento da diverso tempo è un bisogno collettivo di ritornare alle origini, al semplice, alla radice.
Sono sempre più le donne che si interessano di cerimonie e rituali di passaggio: c’è, ad esempio, chi ha figlie preadolescenti e vorrebbe che il loro menarca fosse vissuto in modo più consapevole, o armonioso, rispetto al proprio. Mi piace molto quando ricevo queste richieste, mi dà la sensazione di tornare indietro, prendere qualcosa di buono e portarlo qui.

Pensando a questo sacro ritorno alle origini mi sono ricordata di Kinaaldà, il rituale per celebrare il menarca presso i Navajo, popolo indigeno d’America. L’ho scoperto quest’estate mentre sbirciavo online tra i vari rituali di iniziazione e oggi ho deciso di raccontartelo.

Anche questa cerimonia, come Talikettukalyanam, dura quattro notti e cinque giorni. Il popolo Navajo vanta innumerevoli rituali e questo appartiene alla categoria che potremmo definire ‘ciclo di benedizioni’.

Kinaaldà: l’origine del rituale navajo

L’origine del rito la si trova nella Donna che Muta, detta anche Donna Conchiglia Bianca o Donna Turchese, una Dea appartenente alla mitologia navajo e presente nei canti sacri. Nei racconti si dice essere la madre di due gemelli guerrieri capaci di sconfiggere ogni mostro.

Lo scopo del rito, incentrato intorno al potere creativo delle ragazze che entrano nell’età fertile, è quello di preparare le giovani donne alla loro maternità fisica e simbolica. In tutte le culture antiche si evince il bisogno di accompagnare le fasi fisiologiche con dei riti affinché la maturità non sia solo fisica, ma venga introiettata come informazione.

L’elemento principale del rito è il canto. Ti ho già parlato qui del potere della parola ma per i Navajo è qualcosa di sacro. Per loro la conoscenza è il sostegno dell’universo, quindi arriva da una forza creatrice e viene espressa con il pensiero che, poi, è trasformato in canto.

Kinaaldà: l'origine del rituale navajo

Come celebrare il menarca: il rituale Kinaaldà

Anche oggi voglio chiamare ‘Fiore’ la protagonista della cerimonia.

La cerimonia si svolge nell’Hogan (capanna) di famiglia, cosicché Fiore possa sentirsi a suo agio. Tutto viene preparato mentre si intonano i canti sacri: vengono aggiunti oggetti sacri come cibo, fiori, piante, scope ma anche segni di lusso come stoffe morbide, così da ricreare l’Hogan primordiale, il primo utero, quello della Dea, intesa anche come madre terra.

A Fiore vengono raccolti i capelli, elemento connesso alla sessualità e al secondo chakra, e viene adornata con gioielli bianchi e celesti in onore della ‘Donna che muta’. Le anziane la massaggiano con il fine di rimodellarla: qui la manualità acquista molto potere e ci dice che possiamo creare la vita come più ci piace. Durante queste iniziazioni si narra che il corpo diventi morbido come appena nato.

Finita questa fase, Fiore accoglie i visitatori e li solleva da terra con l’intenzione di condividere la forza appena ricevuta dalle anziane. Poi, esce dall’Hogan e corre con altri giovani ma restando in capo al corteo. Simbolicamente corre verso il sole. Ripete la corsa per i tre giorni successivi: corre e macina granturco per preparare, poi, la torta di Alkaan composta da farina gialla di gran turco, farina integrale, grano germogliato macinato grossolanamente, zucchero di canna, acqua tiepida, uva passa e buccia di mais.

Questo lavoro fisico è fondamentale: durante le cerimonie la fatica serve perché l’inconscio memorizzi il passaggio. La rinascita è una ricostruzione e partorire sé stessi è faticoso.

inconscio memorizza il passaggio attraverso il rituale menarca

Il quarto giorno gli uomini scavano una buca circolare di circa 2mt dove accendono un fuoco che rimane acceso tutto il giorno per lasciare che si spenga verso sera. Fiore gli pone al centro quattro cartocci di granoturco e altre donne continuano a riempire la buca con altro granturco e una pastella dolce di mais fatta con acqua, zucchero e uvetta in segno di Pace Universale. È la torta di Alkaan.

Inoltre, Fiore cosparge in senso circolare la buca con la farina di mais per distribuire benedizioni. Il tutto, poi, viene ricoperto da terra umida e lì sopra ne viene riacceso il fuoco.

La sera del quarto giorno i membri del villaggio partecipano entrando in Hogan e intonando i canti sacri. Nell’Hogan ci sono terra e acqua per invocarne i rispettivi spiriti elementali e gli oggetti da benedire. Nel mentre le donne si occupano di lavare i gioielli di Fiore così da pulire e rafforzare simbolicamente le caratteristiche della Dea nella ragazza.

A questo punto gli ospiti escono dall’Hogan dandosi delle benedizioni attraverso i canti e cospargendosi delle polveri estratte dal mais. Così dissotterrano la torta che viene tagliata in modo circolare seguendo la posizione del sole e Fiore ne distribuisce le fette ai partecipanti senza mangiarne perché durante il rito può mangiare solo granturco per connettersi alla vita.

Ora le vengono di nuovo lavati i capelli e il corpo le viene dipinto di argilla bianca e Fiore dipinge le guance ai partecipanti per condividere ciò che ha ricevuto dalle forze cosmiche in quei giorni. Qualche tempo dopo si sotterra un altro pezzo di torta perché essa, come il granturco, appartiene alla terra.

La donna che muta: quando gli uomini hanno paura delle donne

Donna che Muta è colei che si trasforma. In lei risiedono i misteri del mestruo e della gravidanza e la pienezza della menopausa. Ha in sé tutti i misteri della vita che dà agli umani e al mondo e anche in questo popolo magico il suo mistero indecifrabile mette paura. In effetti, l’uomo usa il mito anche per narrarsi le paure primordiali in modo differente e sentirsi meno in balia del cosmo.

Potrebbe essere che una ‘Donna che muta’ spaventi gli uomini per la sua potenza; quindi, i miti raccontano che dalla masturbazione di alcune donne nacquero dei mostri, non ti ricorda nulla questo racconto?

Nel mito sulla nascita di Donna che Muta si narra che nacque dall’unione di una nuvola nera con la cima di una montagna sacra. Quel nero la ricollega all’ombra di Lilith e ne ricorda il mito. È figlia di madre terra e padre cielo. È l’unione del tutto, lei è integra, è uno.

Donna che muta divenne matura dopo 4 giorni dalla sua nascita e quei 4 giorni si svolsero esattamente come la cerimonia di Kinaaldà. Ogni donna mestruante è una Donna che Muta perché il suo endometrio muta ogni mese.

tribù matriarcale navajo

Simbologia del granoturco e della torta Alkaan

Il granturco è simbolo di vita e fecondità universale. Nelle leggende si narra che il sole abbia parlato alla Donna che muta il terzo giorno, mentre lei correva. Lei è e il contraltare di Dio, è la versione navajo di Demetra.

La torta è sacra poiché contiene il grano turco (vita e abbondanza) e ha una forma solare, il suo intento è quello di essere un’offerta al sole uguale ad esso. Viene cotta nel corpo della terra perché la terra è femminile e il sole maschile. Il gesto riprende il sacro atto sessuale primordiale: gli uomini che scavano la buca e le donne mettono la pastella. Quella buca rappresenta anche la vagina della terra: il tirarne fuori la torta ricorda l’emersione del popolo sacro, cioè la prima tribù che secondo i Navajo ha abitato la terra, e del granturco. Anche l’argilla bianca ci riporta alla purezza della grande madre, così come Hogan.

Nella tribù Navajo la donna è molto importante perché la residenza è sempre matrilocale così come la proprietà della terra e la semina spettano alle donne. I Navajo hanno molto rispetto delle donne e si narra che abbiano resistito alla cristianizzazione perché la Bibbia parla solo di un Dio maschio e sentivano la mancanza del femminile.

Quando ti ho parlato di questa costellazione ti ho detto che lo sradicamento della nostra natura ciclica e dalla Dea ci depotenzia. In ogni albero genealogico andrebbe reintegrato il concetto di terra, dea e grande madre perché noi donne non abbiamo un’entità sacra all’altezza di Dio socialmente riconosciuta, quindi senza sapere chi guardare di più grande, guardiamo noi stesse e la vita diventa una lotta a dover-dimostrare-di-essere.
Lo sai che insieme possiamo creare un rituale che ti aiuterà a radicarti e allinearti alla tua femminilità? Scrivimi
e costruiremo quello più adatto a te.

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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