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Come ogni mese, oggi ti porto con me nel mondo delle fiabe. Però, a questo giro, lasciamo da parte Walt Disney, i fratelli Grimm e Andersen e andiamo da Esopo, colui che, almeno da quel che ne si sa, iniziò il mondo della fiaba nell’antica Grecia.

Ho deciso di parlarti della Volpe e dell’uva perché anche questo racconto porta con sé un significato costellativo molto potente. Se pensiamo alla morale della favola ci viene spontaneo pensare che il suo significato simbolico sia l’orgoglio minato dal non-raggiungimento di un obiettivo, oppure, la difficoltà ad ammettere il fallimento di qualcosa, ma se questa fiaba vive nel nostro albero il racconto simbolico è totalmente inaspettato.

Se ti ricordi la trama e vuoi arrivare alla sua interpretazione clicca qui, altrimenti mettiti comoda che te la racconto io.
Mentre la versione integrale della fiaba la volpe e l’uva in latino e italiano la puoi trovare qui.

La fiaba della volpe e l’uva

C’era una volta una volpe che vagava tranquilla per il bosco. Aveva appena bevuto ad un ruscello e si stava avventurando in cerca di cibo verso i campi coltivati, appena fuori dal paesello vicino. Era già mattina inoltrata e la fame iniziava a farsi sentire con sonori brontolii provenienti dal pancino. Ad un certo punto, dopo aver camminato per un po’, vide una bella vigna piena di bellissimi grappoli d’uva.

La volpe controllò che non ci fossero pericoli in vista e si avvicinò furtiva ad uno dei grappoli, quello che le sembrava più vicino. Non c’era nessuno nelle vicinanze. Era il momento perfetto per fare un bel salto e prendersi il grappolo d’uva! La volpe, quindi, prese la rincorsa e… hop! Fece un balzo cercando di afferrare coi denti il grappolo, ma niente: non ci arrivò.

La volpe prese un po’ più di rincorsa e hop! Fece un altro balzo, ma anche questo non era abbastanza alto per riuscire ad arrivare al grappolo d’uva. La volpe, allora, provò a prendere una rincorsa ancora più lunga e hop! Ma niente, non arrivò a prendere il grappolo d’uva. Intanto il suo pancino brontolava sempre più dalla fame.

La volpe provò e riprovò. Le mancava sempre un soffio per prendere il grappolo d’uva ma non c’era verso, non riusciva ad arrivarci. Stremata dalla fatica e dalla fame, la povera volpe guardò se nella vigna c’erano altri grappoli, magari più bassi, da poter prendere. Ma niente, erano tutti più in alto di quel grappolo che lei aveva cercato con tutte le sue forze di acciuffare.

La volpe diede un ultimo lungo sguardo al bel grappolo d’uva che tanto aveva sognato di mangiare e, per non ammettere di non essere riuscita nella sua impresa, si disse: – Meglio così, tanto di sicuro quel grappolo era ancora acerbo e mangiarlo mi avrebbe solo fatto venire mal di pancia! – anche se sapeva benissimo che non era vero. Così, sconsolata e ancora più affamata, ritornò con la coda tra le gambe nel suo boschetto. Si mise a caccia di qualcos’altro da mangiare, cercando questa volta di adocchiare qualcosa che avrebbe sicuramente preso.

fiaba volpe e uva

La volpe: simbologia e significato

La volpe è un animale interconnesso alla sessualità e anche per questo viene considerato lunare, associato al femminile e alla Grande Madre. È un animale fecondo in grado di riprodursi più e più volte nel corso della vita e questo ci permette di associarla alla fecondità e all’abbondanza. Inoltre, è scaltra, quindi ha una forza mentale che padroneggia benissimo poiché è in grado di bilanciarla ai suoi istinti. Anche il manto aranciato ci ricorda il secondo chakra connesso al piacere. 

In questa fiaba ‘vagava tranquilla’ nel bosco inteso come inconscio familiare e ‘aveva appena bevuto ad un ruscello’. L’acqua è l’elemento connesso alle emozioni, quindi secondo me questo passaggio ci dice che c’è stato un evento emotivamente forte che ha riattivato l’archetipo della volpe, cioè una dinamica legata alla sessualità è riemersa dal buio dell’inconscio-bosco

L’animale, infatti, è mosso dalla fame, ha bisogno di nutrimento per sopravvivere. Ogni singola cosa ha questa intenzione di base, persino i nostri problemi se li immaginassimo come esseri viventi. Il cervello rettile è quella parte basilare di noi che vede la morte/cambiamento come sopravvivenza mancata e, in questo caso, la sopravvivenza è interconnessa anche al bisogno di essere visti/ riconosciuti. Probabilmente è una dinamica segreta che vuole venire alla luce, vuole essere liberata e svelata.

Il movimento della volpe va verso ‘i campi coltivati’ che nel mondo simbolico sono quei terreni ereditati e già rimestati da qualcuno. Lì c’è già stata una semina! Siamo agli antipodi dei giardini vergini della psiche nominati da Clarissa Pinkola Estés. Siamo nel terreno degli antenati/ereditarietà appena ‘fuori dal paesello vicino’ che potremmo ipotizzare come il mondo dei vivi, oppure, come il contenitore delle nostre energie personali.

Il fatto che fosse ‘mattina inoltrata’ mi parla di una rinascita già in atto perché devi sapere che i segreti emergono quando siamo pronti ad elaborarli. Smuovono, spezzano catene, liberano, portano via le cortecce secche e quando li lasciamo emergere ci ridanno la vita. Arriviamo a questo punto con dei movimenti di guarigione energetica già attivi ma che possono sembrare ‘fiumi di dolore’ perché sfiorano le nostre ferite ancora non guarite.

La volpe: simbologia e significato

La volpe che rinuncia all’uva: la mancanza di desiderio sessuale

L’uva è simbolo di piacere, vita, lussuria e femminile. Ricorda gli ovuli e la prosperità nel dare la vita, non a caso la troviamo disegnata nell’arcano del diavolo. ‘La volpe controllò che non ci fossero pericoli in vista’ ma cosa può esserci di pericoloso nell’istinto sessuale (volpe) che si avvicina verso l’oggetto di piacere (uva)?

Alcune ipotesi potrebbero essere:

  • antenati preti o suore, oppure un sistema familiare estremamente religioso
  • antenati che hanno subito abusi
  • antenati rimasti danneggiati dopo un parto (il concepimento avviene tramite il sesso e alcune morti di parto potrebbero essere state interpretate come ‘sessualità pericolosa’)

La volpe, però, è una sessualità sacra e sana e il suo avvicinarsi furtivamente ai grappoli senza successo per riprovarci continuamente e ripetutamente ci dice come questa energia primordiale, potente e ancestrale, ci stia chiedendo di riprogrammare delle credenze o delle memorie che interferiscono. Può essere che comunichi attraverso sogni, oppure disarmonie nelle nostre vite, o sintomatologie più pressanti.

Nella fiaba vediamo come la volpe fosse in basso e l’obiettivo in altro: mi sembra ben raffigurata la posizione anatomica di questa comunicazione. L’istinto viscerale (in basso) cerca di comunicare con la parte razionale (alto) per far sì che accolga questa nuova immagine della sessualità e la integri.

Ricordiamoci che la sessualità è creatività, che non vuol dire solo dipingere o essere artisti, ma è interconnessa alle passioni, alla capacità di concretizzare i nostri progetti, alla realizzazione dei nostri obiettivi.

Come ti senti tu in queste sfere della tua vita? Se vuoi parlarmene, scrivimi, mi farà davvero piacere leggerti e risponderti.

La paura di affrontare i problemi

La volpe diede un ultimo lungo sguardo al bel grappolo d’uva’ ci parla dell’ultimo tentativo di comunicare prima di essere messa in stand-by. Magari non ci sentiamo pronti ad affrontare la tematica, oppure non vogliamo farlo, ma sappi che quando l’anima parla, prima o poi, dovremo passare da qui e accoglierla.

Ci sta anche ‘raccontarsi’ questo stand-by a modo proprio. Non sempre è facile stare di fronte a sé stessi, a tutti succede, o è successo, di avere un’intuizione percepita come ‘pericolosa’ dalla parte razionale perché potenzialmente in grado di ribaltare le certezze materiali e averla taciuta.

Può essere successo con un uomo percepito come ‘no’, ma che il bisogno ci ha spinte a vederlo diverso, oppure come una scelta che il cuore ci diceva di fare ma la mente era in corto circuito. Dirsi che ‘è acerbo’ è un modo per cambiare il racconto. È umano, siamo tutti umani. Succede, l’importante è saperlo.

La ‘volpe che torna nel boschetto con la coda tra le gambe’ è l’istinto che si assopisce dentro all’inconscio. viene ricacciata da dov’era uscita. La forza vitale viene calcificata sotto altre cose.

Per esperienza personale ti dico che quando i messaggi dell’anima vanno in ritirata, in realtà, si preparano a urlare più forte. Mi è successo quando nel 2007 ruppi il rapporto surreale e tragicomico con Mirko e subito dopo inciampai nel libro ‘Donne che amano troppo’ di Robin Norwood e grazie al quale mi riconobbi come dipendente affettiva. Non sapevo come sistemare la cosa e dopo aver maturato le prime consapevolezze di aver bisogno di lavorare su di me conobbi Marco e mi voltai letteralmente dall’altra parte.

Passai da un rapporto surreale al rapporto con un narcisista patologico (definito così dalla mia psicologa dell’epoca perché sì, alla fine ci andai dato che pochi mesi con Marco mi ci spedirono in direttissima).

La volpe nel disegno dell’albero genealogico

Tempo fa è arrivata da me Nilde. Il tema su cui voleva lavorare non c’entra nulla con quanto scritto finora in questo articolo, ma scavando venne fuori che il rapporto con suo marito era bianco da circa 4 anni e lei si sentiva bloccata. Non aveva rapporti con lui per via di un suo stop interiore.

Questa dinamica emerse in uno dei nostri incontri, il quarto credo, dove mi ridisegnò il suo albero. Succede di disegnarne diversi, è parte del percorso. In questo disegnò una volpe che dormiva beata alle radici dell’albero: era la sua sessualità assopita e dormiente.

Le chiesi di ridisegnarla sveglia e attiva, anche su un altro foglio. Così fece e le dissi di appenderlo. In pochi giorni il desiderio si riattivò tanto da iniziare prima con sé stessa e poi con il marito.

Naturalmente ti ho parlato di lei con il suo permesso e solo di quanto interconnesso a quanto scritto finora. Quando una persona si affida a me e mi rende parte di momenti così intimi e importanti il rispetto che nutro per ogni minima parte della sua storia è immenso e la maneggio con grandissima cura. 

Avevi mai pensato che perfino in una fiaba di migliaia di anni fa e conosciuta da tutti fin dall’infanzia potessimo ancora trovare spunti di riflessione moderni e attuali?
Ti va di raccontarmi cosa hai sentito risuonare maggiormente in te? Scrivimelo! 

E se non vuoi perderti l’interpretazione delle prossime fiabe, iscriviti alla mia newsletter



Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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