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Tutti pronunciamo e ascoltiamo parole: in casa, in tv, nel mondo. La parola, indipendentemente dall’idioma usato, è il mezzo di comunicazione tra esseri umani senzienti dotati di un cervello più evoluto rispetto ad altre specie.

Le parole sono medium, un concetto ridicolizzato nei tempi moderni (se pensiamo a cosa può farci venire in mente questo termine possiamo anche capirne il motivo) eppure il suo significato etimologico è ben diverso ed è ‘contenitore’. Il medium è, quindi, uno strumento che contiene un messaggio. Di fatto le parole sono questo, un insieme di suoni e sillabe che contengono messaggi.

Ad esempio: il semplice ‘ciao’ in Italia contiene un saluto, ma ha una storia un po’ più complicata.
Ciao, deriva dal latino e ha a che fare con il concetto di schiavitù. Durante il rinascimento è nata l’abitudine di usarlo come saluto, dichiarandosi implicitamente schiavo, in segno di profondo rispetto nei confronti dell’interlocutore.
È una parola di uso comunissimo eppure in pochi ne conoscono bene etimologia e significato profondo. Essere consapevoli di cosa esce dalla nostra bocca ci aiuta a capire dove decidiamo di mandare la nostra energia.

Quando mi chiedono come faccio a scovare i segreti di famiglia, le convinzioni genealogiche, oppure le vere origini delle disarmonie io dico sempre che ascolto ogni parola che esce dalla loro bocca e cerco di cogliere il simbolo nascosto per poi verificarlo nella storia di quell’albero. Ti faccio qualche esempio!

Responsabilità in un rapporto di coppia

Responsabilità in un rapporto di coppia

Ero al mercato per comprare della frutta e ho captato il discorso tra due donne che sembravano conoscersi. Una di queste aveva ricevuto una proposta di matrimonio e l’altra le faceva gli auguri con aria molto stupita. La futura sposa rispose allo stupore dicendo ‘’oh, io cosa dovevo fare? Ero lì tranquilla per i fatti miei, è arrivato e ha fatto tutto lui e me lo ha chiesto, che dovevo fare, dirgli di no?’’. 

Lasciando perdere i vari giudizi su questo episodio, andiamo al senso stretto di queste parole.
Per far sì che un rapporto di coppia cresca al punto di sfociare in un matrimonio servono due persone e la responsabilità è 50 e 50, come in ogni cosa. Queste parole fanno capire che la futura sposa non si sta assumendo la sua parte di responsabilità perché sta ‘’colpevolizzando” il compagno (ha fatto tutto lui).

Come ti dicevo qui i rapporti tra partner sono alla pari, indipendentemente dall’età anagrafica. Non esistono grandi e piccoli perché non ci sono antenati e discendenti. Così come il mondo è composto da bambini (che sono piccoli, quindi non in grado di assumersi le proprie responsabilità) e adulti (che possono, e devono, assumersele) e in questo caso si è entrambi adulti.

Nell’istante in cui nella coppia uno dei due non si assume le proprie responsabilità, in questo caso lei, possiamo intravedere un pattern genitoriale dove uno dei due partner fa da genitore all’altro.

Le situazioni pregresse che creano questa situazione sono infinite, le “domandone da un milione di dollari” che avrei posto alla futura sposa sarebbero state:

  1. Che rapporto hai con tua mamma? 

Ognuna di noi è chiamato a compiere un passaggio simbolico nei confronti della propria madre: significa semplicemente accettarla per quello che è, accettare che ci ha dato la vita e non potremmo mai essere più grandi di lei, quindi accettare di essere più piccole di lei.

Questo passaggio ci rende piccole di fronte a nostra madre, così da diventare umili e ricevere ciò che di meraviglioso può darci. Tutto quello che riceviamo ci permette di sentirci adulte, nel mondo e di fianco ad un uomo.

  1. Che rapporto hai con tuo papà?

Di fatto due genitori li hai già. Come mai cerchi un altro genitore nel partner? Che rapporto hai con tuo padre? Perché tuo marito dovrebbe sostituirlo?

sessualità nell'albero genealogico

Attrarre un partner immaturo

Luce ha passato un periodo di “singletudine” sofferta. Cercava disperatamente un uomo e molto spesso ho accolto le sue lacrime e le sue paure dovute all’incapacità di trovarne uno adatto.

Usciva da una relazione tossica e non ne voleva sapere di ‘’fermarsi un attimo e riflettere’’. A un certo punto disse una frase chiave che, da amica, mi fece tremare ma, da Costellatore Familiare, mi fece drizzare le orecchie: ‘io voglio un uomo puro’.

La vita risponde al senso stretto delle cose: se tu pensi picche e hai questa energia intrinseca di picche, cercherai picche e non importa se ‘’intendevi dire quadri’’, il movimento è verso picche!
Fortunatamente, però, tutto può essere trasformato!

Pensiamo un attimo al significato della purezza: vuol dire senza condizionamenti. Gli unici a non essere condizionati sono i bambini fino al terzo anno di età: dopodiché inizia l’educazione genitoriale, la società et simili che (lasciami passare il termine) li ‘’umanizza’.

Quindi: uomo puro è sinonimo di uomo bambino. 

Che caratteristiche possono avere in comune queste due categorie?

  1. Non sono in grado di badare a sé stessi
  2. Sono impegnativi
  3. Hanno bisogno di balia e babysitter
  4. Direi che non sono in grado di instaurare un rapporto equilibrato con un partner 

Che tipo di uomo può essere uno che non è in grado di occuparsi di sé stesso?
Tra gli ex di Luce c’è un bell’elenco di alcolisti e personaggi con dei seri disturbi (non faccio diagnosi, ma se uno è suonato come una campana lo posso dire)

Inoltre, quel termine ‘’puro’’ mi apre la porta su una chiave di lettura genealogica importante: puro è incontaminato, quindi è qualcosa che non è entrato in contatto con i condizionamenti umani di questa dimensione. È astratto, metafisico, etereo, forse angelico, non è radicato, quindi non è materico. La materia e il senso di sradicamento di cui ti parlo sono connessi all’energia del diavolo che ci parla anche di sessualità.

Io credo che nell’albero genealogico di Luce ci siano delle dinamiche e degli eventi molto forti legati alla sessualità.

Se pensiamo al suo nome, potremmo immaginare una Luce candida, pura e immacolata. Credo che questo riporti anche a un’ideale morale che sente di dover adempiere per fedeltà all’albero: l’abnegazione del diavolo-sesso-materia-realtà potrebbe essere dovuta anche al senso simbolico del suo nome.

Rapporto con il maschile delle nostre antenate

Il peso delle parole pronunciate da un’antenata – L’esperienza di Esmeralda  

Qualche anno fa partecipai come cliente a un lavoro di gruppo dove conobbi Esmeralda, una ragazza italo-peruviana. Durante il seminario facemmo varie pratiche di guarigione energetica femminile e fummo invitate a condividere il nostro sentire.

Esmeralda disse che durante la pratiche le venne in mente una vecchia chiacchierata fatta con sua nonna italiana quando era piccola, te la riporto qui sotto:

Esmeralda: ‘nonna, cos’è il sesso?’
Nonna: ‘come cos’è il cesso?’
Esmeralda: ‘ho detto sesso, non cesso’
Nonna: ‘è uguale, sono la stessa cosa’

Questa frase potrebbe raccontarci moltissimo, non te la sto riportando per fare congetture su quest’albero ma per farti capire come le convinzioni genealogiche si tramandino di generazione in generazione.

Che tipo di rapporto con la sessualità potrà aver avuto una donna che vede sesso e cesso come una cosa unica?

Mia nonna e il rapporto con il maschile

Sono cresciuta con un’amabile nonna alta poco più di un metro e cinquanta ma con la forza di un tirannosauro. Quando parlava di uomini il suo repertorio era:

  • Andrebbero ammazzati tutti da piccoli
  • Devono parlare quando pisciano le oche … e le oche non pisciano mai!
  • Non dirgli mai la verità, tanto non la capiscono.

Cosa è successo per far sì che lei avesse e tramandasse queste convinzioni?

Nell’albero abbiamo memorie di abusi sessuali ed eventi molto forti da digerire. Queste frasi nascondono intrinsecamente un dolore antico che riattiva quello presente nel corpo.

E tu, hai mai fatto caso alle parole tramandate nel tuo albero genealogico? Se ti va di scoprirle insieme, scrivimi!

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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