Quando ti ho parlato degli irretimenti c’è stato un aspetto metagenealogico che ho “tralasciato” perché ho preferito trattarlo a parte. Mi riferisco al nostro nome di nascita e quello dei nostri antenati, la nostra data di nascita e quelle di nascita e morte degli antenati.
Da questi legami possiamo comprendere meglio con quale antenato o energia potremmo essere attratti maggiormente.
Comprenderlo ci aiuta a riequilibrare il rapporto con noi e con l’albero ed è un ottimo aiuto per uscire dai vincoli dell’irretimento e riallinearci con il nostro destino.
Ti dico spesso che il nostro albero genealogico è un insieme di racconti, prova ad immaginarlo come se fosse una mega libreria invisibile. Noi siamo pagine custodite in quella libreria e a volte i racconti sembrano ripetersi fedelmente l’uno all’altro.
La sindrome degli antenati: quando l’albero genealogico fa rivivere lo stesso racconto
Dobbiamo sempre ricordare che il nostro livello di coscienza collettivo ragiona per simboli e dà il peso alle cose in base al loro significato simbolico. Ti faccio un breve esempio: il nonno di una mia amica è morto soffocato dal nocciolo di un’oliva. L’oliva rappresenta l’amore, la sapienza e la fraternità.
L’albero genealogico di questa mia amica non ha interpretato questo evento come lo avrebbe interpretato ogni mente logica, magari dicendo ‘il nonno è rimasto soffocato dall’oliva’ ma ne ha estrapolato il significato simbolico vedendo nel simbolo la causa della morte del nonno. Quindi il racconto che l’albero ha fatto di questo evento è stato ‘l’amore, la sapienza e la fraternità hanno ucciso il nonno’.
Questa mia amica e i suoi fratelli hanno avuto parecchi problemi sentimentali, nessuno di loro ha terminato la scuola e hanno avuto grosse dispute tra di loro. Vedi come un racconto simbolico influisce in settori che apparentemente non hanno nesso con gli eventi passati?
L’inconscio collettivo fa lo stesso ragionamento con i nomi e con le date.

Cosa possiamo capire dal nome di nascita?
Nel nome di nascita è celata parte della nostra missione di vita. Nei tempi antichi c’erano molte usanze che guidavano la scelta del nome. Ad esempio, i Maya sceglievano il nome in base al giorno di nascita perché per loro i giorni erano Kin ed erano portatori di una particolare energia. Ogni bambino nato in un determinato kin/giorno veniva chiamato con il nome di quel Kin perché era l’energia che era venuto a portare nel mondo.
Ci sono tanti significati dietro a un nome, io mi limiterò a parlarti di quelli genealogici.
Come ormai già ben sai, siamo sempre intrecciati al nostro albero dal quale ereditiamo sia nodi che doni. Infatti, le due parole sono l’anagramma l’una dell’altra!
Nel nome possiamo trovare le energie del nostro albero che sono simili a quelle della nostra anima. Veniamo in questo mondo con un bagaglio di cui ti ho parlato qui e approdiamo in un albero che ha dinamiche simili alle memorie che ci portiamo dietro. Quindi il nostro nome presta servizio alla nostra evoluzione, di conseguenza anche alla nostra genealogia.
Ti faccio un esempio pratico.
Io mi chiamo Sabina e il mio nome ha quattro origini diverse:
- Romana
- Araba
- Biblica
- Sudamericana
Nella storia di Roma, la Sabina era una terra bellissima nella quale ci fu il ratto delle Sabine, ovvero un grande rapimento di massa delle donne che abitavano quella regione da parte di Romolo e del suo esercito. Queste donne furono poi deportate e costrette a sposarsi con i Romani.
Questo racconto antico bisogna cercarlo sotto forma di metafora nel mio albero genealogico, quindi cercherei memorie di: matrimoni forzati o combinati e trasferimenti obbligatori, o almeno vissuti come tali.
Ovviamente ho tutte e due queste memorie.
Nella versione araba significa: colei che vede. In effetti per un lungo periodo ho guardato verso cose non mie, classico sintomo di irretimento, ed essendo ipersensibile mi capita spesso di vedere ciò che altri non vedono.
Nella versione Sudamericana vuol dire ‘curandera’, cioè operatrice olistica. E, in effetti, guarda un po’ che lavoro faccio.
Nella versione biblica dobbiamo guardare la storia di Santa Sabina che era una martire. Ammetto di avere avuto per un lungo periodo uno spirito di sacrificio per il prossimo che mi ha causato parecchie seccature. Finché non ho sciolto questo nodo energetico con un rituale.

Nome e religione, qual è il collegamento
I santi prima di diventare tali erano comuni mortali. Da esseri umani hanno avuto anche loro una vita terrena fatta di alti e bassi, nodi da risolvere, rifiuti, abbandoni, gioie e dolori.
Hanno avuto anche loro il loro sacro destino. Però il nostro inconscio prende per vera ogni cosa, quindi anche il destino di un santo o di un’altra figura religiosa può influire molto sulla nostra vita, soprattutto se non ce ne accorgiamo e lasciamo tutto nell’ombra.
Ti faccio un esempio pratico. Un ragazzo che frequentavo tanto tempo fa si chiamava Giovanni, è un nome comune con mille sfaccettature. Parlando del più e del meno è emerso che da piccolo si era ustionato.
Ho anche uno zio che si chiama Giovanni e anche lui si era ustionato da piccolo rovesciandosi addosso una pentola di acqua bollente. Anche il padre di una mia cliente si chiama così e nel suo albero ci sono vari casi di ustioni più o meno gravi.
L’associazione simbolica che questi alberi hanno fatto con il nome Giovanni è quella con Giovanna D’Arco, messa al rogo nel secolo scorso. Da lì derivano le memorie di ustioni.
Non dico che tutte le persone del mondo che si chiamano così hanno questa precisa memoria, ma evidentemente per gli alberi di queste due persone aveva un senso profondo e nascondeva anche altre metafore.
Il nostro nome, un legame profondo con gli antenati
In parecchi Paesi del mondo si tramandano i nomi di generazione in generazione. Anche questo è amore. Come tutte le cose ha il suo lato ombra: può legarci un po’ troppo con tali antenati.
Fare una ricerca in questo senso aiuta a liberare quelle catene invisibili che ci intrappolano e per farlo ti pongo alcune domande:
- Ci sono antenate che si chiamano come te?
- Conosci qualcosa della loro storia?
- Vedi similitudini con la tua?
- Chi ha scelto il tuo nome?
Una volta individuate, spianano la strada verso lo scioglimento dei blocchi energetici ereditati.
Cosa ci dicono i nomi del nostro albero?
Anche i nomi ci svelano le meccaniche segrete, i desideri, le ambizioni e i funzionamenti dell’albero.
Ad esempio, se in un albero troviamo tante donne di nome Maria possiamo pensare anche ad un istinto protettivo di un albero nei confronti delle donne. Di per sé è molto bello ma dobbiamo vedere in che modo l’albero codifica questo meccanismo: da cosa devono essere protette le donne? Magari potrebbe creare delle credenze depotenzianti legate al mondo o al prossimo.
Sempre il nome Maria può parlare anche di una spiritualità molto forte nell’albero che potrebbe manifestarsi con problematiche di radicamento. Oppure, nomi come Ercole, Benito, Golia e Napoleone ci possono raccontare di un albero con manie di grandezza che tende a non vedere bene confini e gerarchie.
Ho notato, ad esempio, che in un albero dove i membri si chiamano ripetutamente Carla/o, Franco ci sono dinamiche legate al denaro. Carla/o parla dei carlini d’oro. Franco parla dei franchi svizzeri.
Decodificare i nomi come simboli ci aiuta a comprendere il mito di famiglia. Che è un racconto che vive da tantissime generazioni e viene preso per vero dai componenti.

Sindrome da anniversario: cosa ci dicono le date importanti del nostro albero?
Legano come i nomi. Se siamo nati nello stesso giorno di nascita o morte di un antenato sarebbe interessante scoprirne la storia per capire quanti punti in comune abbiamo.
Le date vengono riconosciute dall’inconscio dell’albero e in prossimità degli anniversari attiva quelle che si chiamano sindromi da anniversario.
La sindrome d’anniversario è la ricorrenza di un evento considerato significativo per quell’albero. Ad esempio, matrimoni, morti, perdite, tragedie e miracoli portano con sé un’energia precisa. Quando l’inconscio percepisce questa similitudine attiva le sindromi, cioè resta fedele a ciò che è stato. Si irretisce con quell’evento rivivendolo nuovamente o facendo esperienze simili.
Ti faccio un altro esempio pratico: l’8 maggio è l’anniversario di fidanzamento dei miei nonni. Nel settantesimo anniversario di quella ricorrenza sono entrati i ladri in casa e hanno rubato contanti e gli orecchini che mio nonno aveva regalato a mia nonna per il fidanzamento.
Davvero credi che sia solo una coincidenza?
Te ne faccio un altro: uno dei miei zii è stato male il 24 aprile. Suo padre era morto il 24 aprile. La sorella del padre anche lei lo stesso giorno, ma 15 anni dopo. La sorella di mio zio è morta il 6 maggio. L’altra sorella due anni fa è caduta dalle scale facendosi male al braccio proprio il 6 maggio.
Questo è l’amore cieco, la fedeltà e la buona coscienza. Ma non sono condanne a sfighe perpetue, basta capire il racconto e imparare a crearne uno nuovo.
Dopo il furto, ad esempio, abbiamo fatto dei rituali e non abbiamo più avuto problemi di questo tipo.
Ha mai controllato le date e i nomi del tuo albero? Vogliamo farlo insieme? Scrivimi!