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Quando ti ho parlato di Ade e Persefone ti ho spiegato il senso e l’origine del mito. Sono narrazioni di alcuni eventi accaduti in tempi lontani che hanno creato delle immagini che per l’inconscio sono diventate reali. Lo sapevi che esistono diverse tipologie di miti? Quelli sociali e culturali, quelli genealogici e quelli personali. Vediamoli insieme

Mito di Lilith, la prima moglie di Adamo

L’essere umano ha bisogno del mito, cioè di un modo di narrare gli eventi dandogli sacralità per riconnettersi alla fonte creatrice. Essendo racconti sacri non significa né che siano veri né che siano falsi, ma attivano forme di devozione inconscia. Un po’ come quando ci raccontavano la versione ufficiale di Adamo ed Eva dove la donna era peccatrice. Ci abbiamo creduto tutti poiché era religione, sacralità e mito indiscusso, ma analizzando altre fonti potremmo pensare che Eva abbia permesso agli esseri umani di iniziare la vita terrena attraverso una trasgressione delle regole. 

Così facendo si è fatta portale, diventando madre di tutte le madri, e ci ha portati da una dimensione eterea e idilliaca ad una dimensione concreta e terrena. Forse è diventato difficile accettare questo passaggio perché nella nostra dimensione duale c’è l’ombra, tacciata come Lilith per poi divenire Diavolo. Vista la separazione netta tra bene e male con i diktat legati alle punizioni divine e alla tentazione, forse all’uomo serviva un carnefice da incolpare per aver sperimentato il dolore di separazione dalla fonte. Credo sia stata la cultura patriarcale a voler dipingere Eva come colpevole. 

funzione mito società

Inoltre, questo racconto mostra come una serie di vicissitudini umane siano state consacrate attraverso il mito: Eva è la seconda moglie di Adamo e questo non lo sa quasi nessuno, per cui siamo di fronte a una delle prime esclusioni storiche. La prima moglie di Adamo, Lilith, lasciò il paradiso dell’Eden in seguito al rifiuto di Adamo nel farla stare sopra durante un atto sessuale. Lei non era disposta a sottomettersi al maschile e lasciò il paradiso in seguito ad una burrascosa litigata. 

La fece arrabbiare l’esclusione e a causa della rabbia iniziò a partorire demoni… ecco perché si dice che noi donne ne sappiamo una più del diavolo, in fin dei conti lo abbiamo partorito! 😜
Venne esclusa dai libri sacri (patriarcali), dal paradiso e dai racconti. Il maschile non poteva tollerare ribellioni da parte del femminile perché ne aveva profonda paura, quindi arrivò Eva, la moglie buona. 

Di Lilith non se ne poté parlare per secoli. Così nel tema natale astrologico è riconosciuta nella Luna nera e rappresenta sia la nostra ombra che tutte le ferite nascoste nel femminile di ognuno di noi. 

Mito di Lillith

Mito sociale e culturale

Ogni cultura, nazione e religione ha i suoi miti e molti sono simili tra loro nonostante cambino nomi, luoghi e pochi concetti. Ad esempio, gli antichi greci chiamavano Kore/Persefone e Ade gli archetipi che in Mesopotamia chiamavano Inanna e Dumuzi, mentre i Sumeri li chiamavano Ištar e Tammuz. 

In questo modo il mito conferma il lavoro di Jung sull’inconscio collettivo e quello di Sheldrake sui campi morfogenetici: com’è possibile che popoli così distanti geograficamente e cronologicamente avessero gli stessi miti? Escludendo l’ipotesi di una trasmissione orale, la logica conferma sia l’esistenza dell’inconscio collettivo e dei campi morfogenetici. Ciò vuol dire che tutti gli esseri umani sono connessi tra loro e collegati a qualcosa di più grande tanto da avere immagini (Archetipi) simili narrati in modi altrettanto simili (miti).  

Il mito dell’albero genealogico

Quando parliamo di albero genealogico, dobbiamo ricordare che è una parte energetica del nostro essere e che vive dentro di noi. Lì dentro vi troviamo energie, convinzioni, nodi energetici, miti e tanti talenti. Il mito è la struttura portante di quel sistema di credenze genealogiche che ci portiamo dentro e serve, tra le varie cose, anche a potenziare caratteristiche considerate pericolose per l’appartenenza e sopravvivenza dell’intero sistema familiare nella società.

Come ti dicevo qui il bisogno di appartenenza è qualcosa di atavico e ancestrale sia per l’essere umano che per l’intero branco familiare. Se riflettessimo in termini tribali, una famiglia esclusa da un villaggio sentirebbe la propria sopravvivenza a rischio.

Il mito genealogico racconta qualcosa di opposto rispetto alle caratteristiche che il sistema familiare percepisce pericolose per l’appartenenza ed è interconnesso al mito personale.

miti albero genealogico

Il mito personale

È il racconto di noi stessi che amiamo portare nel mondo ed è collegato a quello del nostro albero perché non vi siamo nati per caso. Le combinazioni animiche, vibrazionali e frequenziali attive su piani spirituali hanno fatto sì che la nostra anima si incarnasse in quel dato albero.

Il mito genealogico e quello personale sono interconnessi dallo stesso bisogno di appartenenza al sistema familiare e alla società. Il rischio di un’esclusione è troppo doloroso e percepito anche come pericoloso.

Facciamo qualche esempio, tenendo a mente che quando lavoriamo sull’energia di un albero genealogico abbiamo a che fare con le tracce energetiche di 14 generazioni antecedenti la nostra.

Supponiamo che 14 generazioni fa un nostro avo abbia perso ogni avere in seguito ad un investimento sbagliato e non abbia potuto provvedere economicamente al resto della famiglia per un discreto lasso di tempo. Su questo evento, l’inconscio familiare può aver creato diversi racconti. Considerando l’incapacità di provvedere economicamente a sé stessi, da un punto di vista ancestrale quel sistema familiare potrebbe essere stato considerato ‘inutile’ perché bisognoso di supporto e sostegno.

Questa ipotesi potrebbe aver creato il timore nell’albero di essere escluso dalla società; quindi, per evitare che accadesse, ha creato il mito della famiglia ricca. Questo mito racconta che ogni investimento, ogni scelta professionale e ogni mossa economica si trasforma in oro. ‘Sono i Re Mida del tessile, o del grano, oppure di qualsiasi oggetto in questione’. Questo racconto copre il terrore atavico dell’esclusione.

Tutti i discendenti di quella famiglia vivono questo mito, ognuno a modo proprio, e hanno miti personali interconnessi che li spingono ad indossare maschere affini al mito. Portare maschere, però, può anche essere stancante!

Il mito è parte della nostra ossatura e non potremo mai sostituirlo ma possiamo aggiungere nuove informazioni a questo racconto, in modo da aprire strade verso cose nuove. Per creare nuovi racconti si rende necessario il rito.

Il rito: uno strumento per scrivere nuovi racconti 

Il rito è il mezzo di comunicazione con l’inconscio e comporta uno o più atti fatti per parlare con esso. L’inconscio è come un bambino, quindi ogni rito deve essere il più semplice possibile affinché lo comprenda in breve tempo. Il linguaggio rituale trascende logiche razionali e arriva direttamente al cuore, si possono utilizzare gli elementi e i simboli che l’inconscio stesso conosce già. Ad esempio, scavare e sotterrare oggetti rappresentativi nella terra, oppure bruciarli o gettarli in corsi d’acqua. 

Lo scopo è quello di comprendere quale immagine depotenziante è presente nell’inconscio, studiare un rito semplice per comunicargli una nuova immagine che sia potenziante, con il fine di sbloccare i flussi vitali in stasi e permettere un riallineamento con il proprio destino. Possiamo considerare riti le messe cattoliche, i funerali, le confessioni, i matrimoni e tutte le funzioni religiose, compresi l’accensione di candele o incensi, le sagre di paese e persino la preparazione del cibo quotidiano. 

funzione rito

Il rito funebre che significato ha?

Per quanto riguarda i riti cattolici è bene sapere che tutti i gesti svolti da un prete durante le messe fanno sì che l’inconscio attivi uno o più simboli interiori utili a riconnettere l’umano con la sua essenza. Ad esempio, i funerali permettono all’inconscio di iniziare la fase di elaborazione del lutto. Il mondo sottoterra è quello  dei morti e la sepoltura di una persona cara dice all’inconscio che è in quel mondo. L’elaborazione del lutto inizia grazie ai bulbi oculari che trasmettono l’informazione all’inconscio stesso. 

La sepoltura dei corpi è presente anche in alcune specie animali, come gli elefanti. Quando i cuccioli muoiono le elefantesse scavano le buche per seppellirli ed emettono versi di lamento in segno di lutto, è un modo per ridare a madre terra i suoi frutti che, a modo loro, nutriranno altre specie; così facendo diventano sacri. 

Il rito della confessione: significato e bisogno 

Le confessioni vengono lette come potente liberazione: il prete per l’inconscio è Dio, quindi quando il prete assolve viene letto come Dio stesso che lo fa. Al giorno d’oggi questo tipo di rituale ha perso di importanza per molte persone però non è un caso che siano aumentati gli psicologi. Confessarsi è un bisogno innato dell’essere umano!

Il rito del matrimonio: funzione e messaggi

I matrimoni sono strutturati in modo simile alle costellazioni: a destra c’è il marito-maschile mentre a sinistra la moglie-femminile, di fronte hanno il prete-Dio e alle spalle gli antenati che li sostengono. La sposa entra in chiesa accompagnata dal padre che simbolicamente la accompagna nel mondo, quindi verso un nuovo sistema familiare. 

È un passaggio simbolico che trasporta le persone dal ruolo di figli a quello di potenziali antenati. Le promesse di matrimonio vengono lette dall’inconscio-anima come veritiere: quel ‘per sempre’ è davvero per sempre e questo crea un nodo inconscio in caso di separazioni che andranno ritualizzate per far sì che il legame energetico, o inconscio, venga sciolto e per dare alle persone la possibilità di rifarsi una vita post separazione. 


Significato delle candele nei rituali

Nella ritualistica le candele rappresentano il corpo mentre lo stoppino è lo spirito: accendere lo stoppino significa accedere allo spirito, quindi, quando si devolvono candele ai defunti è importante comprendere che in quell’istante i defunti sono davvero lì, almeno su un piano energetico-immaginale. L’offerta viene registrata dall’inconscio, così come gli incensi che servono per bruciare le energie considerate basse, ripulendo l’ambiente o rendendolo sacro. 

significato candele

Feste e sagre: antichi riti collettivi sopravvissuti fino ad oggi 

Le sagre di paese sono dei riti collettivi dove tutta la società viene coinvolta nello stesso istante. Quando arriva, ad esempio, la classica sagra di fine estate l’inconscio registra il passaggio tra una stagione e l’altra; quindi, diventa cosciente che un ciclo si è chiuso e se ne sta aprendo uno nuovo. Anche cucinare il cibo è un rito perché il nutrimento è una forma d’amore per sé stessi e gli altri. 

Le costellazioni familiari: una forma particolare di rituale

Il rito costellativo è utile perché l’inconscio del cliente non legge i vari rappresentanti come ‘rappresentante del padre’, ma li legge come reali. Quindi, si sta relazionando con l’anima del padre per fare quello che sarebbe impossibile fare al di fuori della sede costellativa.  Grazie ai riti possiamo, così, riparare e riprogrammare immagini e diktat inconsci. Ti piacerebbe creare insieme a me un rito che possa aiutarti a sciogliere uno specifico nodo energetico? Allora scrivimi!

Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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