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Se non conosci i fondamenti base delle costellazioni familiari e le loro origini, ti consiglio di leggere prima questo articolo. Qui ti ho spiegato di come Hellinger, padre fondatore delle costellazioni, vide nei rituali africani per la prima volta i vivi e i morti integrati nella stessa funzione mentre interagivano tra di loro come se a dividere i due mondi fosse solo un velo sottile. Forse è questo il senso di un passaggio lasciatoci in eredità da Sant’Agostino? 

“La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.”

Hellinger rintracciando, studiando, sperimentando e verificando tutte le conoscenze a sua disposizione ha portato alla nascita delle Costellazioni Familiari. È stato il primo filosofo a scoprire che l’essere umano ha tre livelli di coscienza e che l’amore ha bisogno dei suoi ordini per poter fluire.

Personalmente credo che fu parte del suo destino quello di demolire e snocciolare tanti luoghi comuni per far sì che la verità dello spirito potesse emergere. Fece luce sul rapporto tra genitori e figli, uomo e donna, l’uomo e Dio e il piano dello spirito. 

I tre livelli di coscienza individuati da Hellinger sono: Individuale, Collettivo e Spirituale. Questa differenziazione è stata cruciale per comprendere i collegamenti, le metafore e le similitudini tra avi e discendenti che non si sono mai conosciuti.

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La coscienza individuale

È la coscienza del singolo ed è percepibile grazie a ciò che reputiamo ‘bene’ o ‘male’. È un livello basilare e limitato al singolo individuo. Viene mosso dalla sopravvivenza, quindi dal bisogno del singolo di appartenere al gruppo d’origine. Si tratta di un’eredità del cervello rettile che ci collega al mondo animale, anche se la società se ne è dimenticata. Sappiamo che un cucciolo di pochi giorni non potrebbe sopravvivere senza il suo branco, quindi per appartenervi adotterà tutti i comportamenti, schemi e diktat del branco. Si adatterà il più possibile per paura di esserne escluso, anche a costo di sacrificare la sua stessa vita. 

Tutti crediamo che la cosa più importante per un essere umano sia la vita, ma questo è un luogo comune. In realtà la cosa più importante è l’appartenenza al nostro branco d’origine, il sistema familiare. Pur di garantircela accettiamo ogni regola implicita e inespressa che esso ci detta chiamandola destino e saremmo disposti a sacrificare la vita stessa se fossimo chiamati a farlo. Tutto ciò che consideriamo ‘bene’ o ‘male’ è mosso da qualcosa di più ampio. 

Se chiedessimo ad un ragazzo indiano se è giusto mangiare del manzo a pranzo ci direbbe di no, perché il suo gruppo di appartenenza considera sacra la mucca, quindi sarebbe sbagliato mangiarla. Ma se facessimo la stessa domanda ad un nostro connazionale ci direbbe di sì perché il suo gruppo di appartenenza non ha preconcetti né religiosi né culturali riguardo alla mucca. Cosa succederebbe se il ragazzo indiano la mangiasse ugualmente? Sentirebbe di rischiare l’esclusione dal suo gruppo d’origine e senza branco proverebbe timore per la propria sopravvivenza.
Questa paura agirà allora in lui come senso di colpa, rifiuto o rabbia alla sola idea di mangiare un boccone di manzo. Questo esempio è applicabile ad ogni cosa che crediamo ‘bene’ o ‘male’. Inoltre, questa differenziazione è ciò che attiva l’amore cieco perché è la coscienza collettiva a stabilire cosa è bene e cosa è male, quindi a guidare la coscienza individuale.

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La coscienza collettiva

È un livello molto profondo dell’essere umano che possiamo collocare tra il Sé e l’Anima, è un piano totalmente inconscio che, a differenza dell’individuale, non si riesce a sentire. Sappiamo di avervi aderito tramite il senso di innocenza perché nessun essere umano riesce a sostenere il peso della colpa, quindi, siamo fedeli a ciò che la coscienza collettiva ci detta anche per sentirci innocenti. 

Ti faccio un esempio. Se in una dinastia ci sono state cinque generazioni di donne infelici, la sesta discendente si sentirà in colpa ad essere felice perché inconsciamente pensa ‘chi sono io per essere felice se voi non lo siete state?’ Quindi per sentirsi innocente sarà infelice fino a quando non prenderà consapevolezza della sua fedeltà all’albero. 

È un piano di coscienza amorale perché non fa distinzione tra bene e male, non riesce a comprenderne le differenze. Si pone a favore degli esclusi: non accetta che nessun membro venga escluso, quindi si muove per compensazione arcaica. 

Hai mai visto una cucciolata di gattini o di cagnolini mentre vengono allattati? Appena uno si sposta o viene staccato, gli altri cuccioli si muovono e si spostano cercando di riempire quello spazio, compensando la mancanza di quel cucciolo non più attaccato ai capezzoli della madre. Questo meccanismo è rettile ed è parte di noi, solo che noi lo facciamo su un piano simbolico immateriale.

Quando avviene un’esclusione, si attiva l’amore cieco di un discendente, spingendolo ad irretirsi con un Avo dicendo inconsciamente ‘caro avo, vango con te, lo faccio io al posto tuo’.
La coscienza del gruppo accetta lo scambio perché è suo dovere far tornare i conti. È l’Equitalia delle coscienze, si muove seguendo codici tutti suoi che vanno compresi e decodificati per poter ripristinare l’ordine. Ogni disarmonia è un ordine infranto. 

Approfondirò l’argomento “irretimento” più in là, per ora ti dico che questo irretimento è un modo di vivere la vita calandosi nei panni di qualcun altro. 

La coscienza collettiva è il mondo magico di Once Upon A Time, è dove va Coco quando cerca la sua verità ed è dove vivono tutti i personaggi delle fiabe Disney. Tutto ciò che accade in questo livello non ha niente a che vedere con i ragionamenti logici che appartengono alla nostra realtà, tutto si muove tra simboli, metafore ed energia.

Anche questo livello di coscienza è a sua volta mosso da qualcosa di più grande: la coscienza dello spirito.

La coscienza spirituale

Qui siamo nel piano dello spirito che non risponde a nessun preconcetto umano perché è di livello più alto. In questo livello tutto viene considerato perfetto così com’è, ogni cosa che accade è mossa da qualcosa di più grande anche se non ne capiamo il senso. 

È il livello dell’anima che sa cosa sta accadendo, mentre la mente si interroga spaesata. È la casa dell’oltre, che va al di là di ogni limite, idea e giudizio. Percepiamo un avo che ha avuto un destino sacro, ma che giudichiamo terribile, orribile, atroce e brutto. Non teniamo conto che quel destino è stato parte del progetto della sua anima e questo lo rende sacro al di là di ogni giudizio. Per quell’avo quello era il suo destino in accordo con qualcosa di più grande che l’ha reso unico, quindi sacro ed è stato perfetto così com’è stato. Lui è in pace con quel destino, ma forse l’albero ha fatto un racconto tutto suo a riguardo e questo influisce nella vita dei discendenti attraverso esperienze difficili da vivere e da comprendere.

L’unica cosa che vogliono gli avi è potersi sostenere da soli i propri destini senza che i discendenti cerchino di intromettersi con il tentativo di ‘salvarli o alleggerirli’. Quando uno di questi destini sacri diventa metafora e arriva ai piedi di un discendente vuol dire che l’albero ha bisogno di fare un lavoro di riequilibrio energetico così da spezzare l’incantesimo dell’amore cieco.

Ti piacerebbe capire se anche tu sei fedele ad un destino non tuo e riequilibrare finalmente la tua energia? Allora scrivimi e individuiamo il percorso di costellazioni familiari o metagenealogia più adatto a te!

Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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