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Quando ti ho parlato del pioniere genealogico ti ho spiegato che le anime con queste caratteristiche nascono in un determinato albero genealogico perché è proprio la coscienza di quest’ultimo a chiamarle. Il motivo è solo uno: il bisogno dell’albero di evolvere.

Il significato scientifico della parola Evoluzione è legato al mutamento dei caratteri trasmessi ereditariamente alle generazioni successive. Entrano, quindi, in gioco mutazioni genetiche, selezione naturale e derive genetiche che determinano nel corso del tempo l’evoluzione di un carattere fino alla comparsa di nuove specie. Ancora, la scienza ci dice che ogni essere vivente sulla Terra condivide con gli altri un antenato comune e ne si trova dimostrazione nei codici genetici degli acidi nucleici (DNA). 

L’epigenetica in parole semplici

Tra le scoperte dell’ultimo secolo c’è anche l’epigenetica, parola greca composta da ‘epì’ che vuol dire «sopra» e ‘gennetikòs’ che vuol dire «relativo all’eredità familiare». Oggetto dei suoi studi sono quelle modifiche genetiche ereditabili causate dai fattori ambientali che sono in grado di alterare l’attività dei geni stessi senza modificarne il DNA. Tra le scoperte fatte in campo epigenetico ci sono le mutazioni che durano tutta la vita registrando e liberando informazioni trasmissibili anche alle generazioni successive.

C’è poi l’interessante studio ‘Overkalis’ in cui è stato dimostrato che gli uomini svedesi che avevano nonni paterni sopravvissuti alla carestia durante la preadolescenza mostravano meno probabilità di morire di malattie cardiovascolari. Mentre nel caso di nonni che avevano goduto di abbondante cibo, i nipoti presentavano maggiori possibilità di morire di diabete.

Tutto questo credo che sia la traduzione scientifica dell’amore cieco, ovvero quella meccanica inconscia legata alla fedeltà nei confronti degli avi che si realizza non solo a livello psicologico ma anche biologico. Si tratta del bisogno naturale di compensare ciò che è stato. 

La metafora del peccato originale nell’albero genealogico

Quando l’anima decide di venire su questo mondo sa che non è esente da nessuna di queste trasmissioni ed è quello che la bibbia patriarcale ha definito ‘peccato originale’. Questo però non è né una condanna né una sentenza permanente perché rimaniamo dotati di libero arbitrio, quindi rimane in nostro potere decidere cosa fare con tutto ciò che riguarda il “pacchetto” ereditario. 

Possiamo vivere un’intera incarnazione ripetendo, perpetuando e riproponendo gli stessi vecchi copioni senza porci domande di fronte alle difficoltà, senza cogliere occasioni, senza conoscere davvero noi stessi. Oppure possiamo decidere di indagare noi stessi e la vita che ci sta intorno, chiederci il perché di certi ruoli, dolori e vissuti, osservare le cose da più punti di vista fino quando l’anima si sente in pace

Possiamo nasconderci dietro a tutte le dinamiche di vittima e carnefice spostandole in tutti i settori della nostra vita. Così come possiamo imparare ad accettare che su un piano spirituale più alto non ci sono mai stati né vittime né carnefici. Ma è stato solo il destino comune di più anime che hanno seguito un disegno più ampio, mosso a sua volta da un bene supremo più grande di tutti noi e di cui non sempre ne capiamo il senso. 

Possiamo anche continuare a non accettare le parti di noi che ci fanno paura o che non ci piacciono per poi vederle ingigantirsi di fronte ai nostri occhi, oppure possiamo accettare che l’ombra è a servizio della luce ed è grazie all’ombra che esiste la luce. Senza ombre noi vivremmo in una luce costante perdendone il senso, rischiando anche di non apprezzarla più oltre che causare una cristallizzazione che porterebbe ad una morte collettiva.

Cappuccetto rosso significato simbolico

L’ombra viene chiamata anche dolore ed è identificata nell’antenato che sembra più cattivo o vergognoso di tutti. Magari qualche avo ha interpretato il ruolo del lupo di cappuccetto rosso, o forse quello della tredicesima fata esclusa dalla festa della bella addormentata nel bosco.
Però osservando le cose da altri punti di vista si può comprendere che né il lupo né la fata erano davvero così cattivi

Nel racconto di cappuccetto rosso si vede una bambina che viene mandata dalla mamma a trovare la nonna che abita oltre il bosco. Qui si aggira il lupo cattivo che tenterà di mangiare sia la bambina che la nonna.
La bambina rappresenta la discendente mossa da amore cieco e fedeltà verso la madre e tutta la linea femminile, infatti è la madre che le dà il cibo (nutrimento) da portare all’antenata. Il bosco rappresenta l’inconscio e i suoi lati oscuri, profondi, non visti e non sanati. 

Il lupo, che è un’animale simbolico legato al femminile / Luna / madre imbroglia la bambina non per fame (perché potrebbe mangiare il contenuto del suo cestino) ma per il gusto di mangiarla.

Poi arriva il cacciatore che salva sia la nonna che la bambina uccidendo il lupo. Il cacciatore è il pioniere che ha deciso di non ripetere lo stesso copione, quindi uccide simbolicamente il lupo e si ricongiunge con la nonna e la bambina, dando l’immagine di essere andati tutti ‘oltre’ quell’esperienza. 

Se dovessimo cercare un carnefice, chi di loro lo sarebbe? Il lupo imbroglione? La madre che fa andare la bambina in un bosco? La nonna che non interviene? Il cacciatore che uccide il lupo? O la bambina stessa che comunque attraversa un bosco da sola? 

Chi è il vero cattivo?

Se guardassimo il racconto da un piano superiore vedremmo che il carnefice non esiste. La bambina, che è stata mossa da amore cieco, ha comunque seguito un movimento. La madre non era in condizione di fare altro perché quell’albero genealogico aveva quelle dinamiche radicate nelle generazioni e forse per l’albero stesso non era ancora tempo di guarire.
La nonna è quel femminile martoriato, massacrato e umiliato da secoli che non conosce altro al di fuori del dolore, mentre il cacciatore/pioniere ha spezzato la catena liberando le generazioni successive uccidendo. 

E se fossero tutte anime che si sono incarnate con la missione di rivivere quell’esperienza perché per loro ha avuto un senso più alto? E se fosse solo un gioco di ruoli? E se fosse un teatro invisibile? A questo punto chi sarebbe il carnefice? E poi, davvero esiste il carnefice?

Cosa vuol dire evolvere per l’albero genealogico?

Accettare questo punto permettendo all’amore (cieco) di emergere, facendogli compiere una trasmutazione alchemica è evoluzione. Accettare che esistono leggi universali apparentemente segrete che muovono meccanismi invisibili, così come esiste tanta luce anche nelle ombre più nere, è evoluzione. Evolvere vuol dire osservare ciò che è stato senza giudizio, ma con infinito amore e rispetto per i ruoli recitati dalle anime coinvolte, prendere ciò che di buono è stato e lasciare andare i pesi, così da poter creare nuovi racconti, nuove storie, nuove idee e nuove vite. 

Un albero ‘di cappuccetto rosso’, ad esempio, può trovare evoluzione in un pioniere che va a sanare energeticamente il maschile e il femminile dentro di sé creandone nuove immagini. Lavorando sulle proprie energie, studiando, osservando e introducendo tanti nuovi elementi è inevitabile che il racconto successivo sarà diverso rispetto al precedente. 

Questo vuol dire riprogrammare la forza del maschile affinché esso stesso si accorga di poter agire in nuovi modi. Così come riprogrammare le credenze del femminile che vedono il maschio e il sesso come ‘male’ mostrandogli che entrambi sono solo strumenti per dare la vita.

Evoluzione significa anche permettere al flusso della vita di essere sé stesso, lasciandoci muovere verso nuove mete e affidandoci completamente ad esso perché la vita ha sempre avuto la forza di muoversi in avanti, nonostante tutto. Evolvere significa accettare, scindere il passato dal presente per liberare il futuro, osservare tutto con lo sguardo della compassione umana rendendosi conto che è vita e nella vita c’è tutto. 

Evolvere significa anche prendere la vita così com’è, allo stesso prezzo che hanno pagato i nostri genitori per darcela, rendendoci conto che vediamo sempre e solo una parte di realtà, mentre il resto rimane celato dietro un sacro mistero.

Questo sguardo porta una forma di guarigione spirituale molto potente, ma è complicato raggiungerla da sola, se vuoi posso aiutarti. Scrivimi e ne parliamo.

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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