Se mi segui da un po’ sai che il mio approccio olistico è sempre una ricerca verso l’oltre inteso come ‘cosa c’è oltre quel sottile velo che sembra dividere la materia da un piano più sottile’. Il mio lavoro mi permette di entrare in contatto con molte donne e innamorarmi sempre un po’ di più dei progetti animici di incarnazione.
Ascolto amiche, conoscenti, clienti e ho ancora contatti con la rete di persone che ho conosciuto a Londra: mi piace vedere come siamo uniti tutti, anche se lontani.
Mi intrigano soprattutto quei discorsi sul genere maschile che sono un mix di desiderio individuale, desiderio dell’anima, frutti di condizionamenti inconsci o di palesi disarmonie energetiche o irretimenti. In queste convinzioni trovano posto anche quelle che sono le conseguenze di un bisogno celato, un desiderio inespresso e movimenti sistemici-genealogici in cerca di guarigione.
Con il mio bel sole in Vergine, ascolto tutti questi discorsi e il mio cervello parte subito alla ricerca di quella nota stonata per cercare di armonizzarla. In questo articolo ti porterò con me a fare chiarezza su alcuni punti chiave che secondo me hanno bisogno di ordine.
Energia maschile e femminile

Come ti dicevo qui, il maschile e il femminile sono due aspetti energetici presenti in ogni essere umano. Noi donne siamo il femminile ma abbiamo dentro di noi il lato maschile che, per fattori sociali e culturali, non siamo state abituate ad integrare.
Già da bambine ci proibivano alcuni giochi perché considerati da maschiacci. Ricordo bene che molte bambine sentivano il bisogno di correre e arrampiscarsi ma veniva ricordato di essere ‘’femminucce’’ e questo probabilmente le inibiva nell’integrare il loro lato maschile.
Ma noi di quel lato ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di riequilibrarlo e questa necessità è stata purtroppo fraintesa. Noi donne abbiamo sì bisogno del maschile per sopravvivere, ma del nostro principio energetico, non di un uomo in carne ed ossa a cui accollare la responsabilità del nostro benessere.
Come ti dicevo qui, questo meccanismo appesantisce molto le relazioni con il maschile perché, in assenza di contatto con quel nostro lato, senza che ce ne rendiamo conto, potremmo rischiare di delegare/chiedere/pretendere di riceverlo da un maschio vivente. Pensa che difficoltà relazionarsi in questo modo!
Ovviamente questo discorso si può estendere anche agli uomini e al loro lato femminile: per secoli non gli è stato insegnato né concesso di entrare in contatto con le proprie emozioni. Quanti uomini si sentono liberi di ammettere le proprie fragilità? Davvero pochi, purtroppo.
Energia maschile nelle donne

Molte volte sento discorsi che vedono noi donne come ‘obbligate’ ad essere sempre accoglienti e accomodanti e gli uomini sempre forti e pronti a difenderci.
Questa accoglienza è un luogo comune perché ci parla di Eva, la buona moglie, ma esclude di nuovo Lilith, la ribelle, colei che andò a partorire demoni sul Mar Rosso (mestruo). In realtà, vanno considerate come due parti della stessa medaglia: Eva è la peccatrice, quindi colei che per un po’ diviene come Lilith, mentre Lilith, anche se partoriva demoni, era pur sempre madre, quindi accogliente come Eva.
Il corpo di una donna è fatto per gestare sogni: in molte culture preistoriche le dee venivano disegnate o raffigurate con pance abbondanti in segno di fertilità e continua creazione. Analizzando la parola creazione possiamo vedere che è composta da crea (principio femminile) e azione (principio maschile). Siamo custodi di semi profondi e possiamo dare vita a sogni, idee, intuizioni, ma per portare nella materia densa e reale tutto questo abbiamo bisogno del nostro lato maschile.
Con il nostro femminile noi intuiamo e ci tuffiamo negli abissi di Ade, con il maschile, invece, torniamo nel qui ed ora senza perderci.
Nell’immaginario collettivo che viene cucito addosso a noi donne, siamo quella parte di umanità che ‘tutto accoglie’, ma anche questo è un luogo comune. Il femminile è anche ciò che dissolve, taglia, scioglie e distrugge con amore ciò che oramai ha fatto il suo corso. Noi possiamo sì dare la vita ai sogni e ai progetti, ma possiamo anche dare la morte a ciò che non è più in coerenza con noi.
Spesso si pensa che quando una donna partorisca sia completamente nel principio femminile. Ed è in parte vero. Ma energeticamente le spinte sono una forza maschile. Quella forza bruta che porta alla luce un essere umano dopo aver viaggiato simbolicamente nell’altro mondo per canalizzare la sua anima attraverso il corpo la dà il nostro lato maschile.
Il rifiuto dell’energia femminile

Quello che ho notato e assimilato durante i cerchi di donne, gli incontri di gruppo e le sessioni individuali è che non esiste un rifiuto nei confronti dell’energia femminile o maschile fine a sé stesso, ma è un rifiuto delle memorie dolorose che queste due energie portano con sé.
Arriviamo da epoche complesse per le donne: l’inquisizione e le torture di vario genere hanno rappresentato atteggiamenti socialmente accettati per anni. Il genocidio di donne avvenuto in quei tempi era energeticamente collegabile a una paura che il collettivo aveva nei confronti del sacro femminino selvaggio (la lupa e l’orsa, per intenderci).
Le tracce energetiche di quel dolore sono tutt’oggi presenti nel collettivo.
Poi, se pensiamo alle nostre antenate e cerchiamo di riflettere su che vita hanno fatto le nostre nonne e tutte quelle generazioni che le hanno precedute possiamo immaginare la rabbia, gli irrisolti e i nodi energetici tramandabili tramite la genetica e i campi morfogenici.
E se pensiamo agli uomini e alle sfaccettature che un ruolo maschile può avere, possiamo capire come ci sia un sovraccarico di responsabilità.
Fattori genealogici che hanno impedito di equilibrare energia maschile e femminile
Hellinger diceva che i figli devono prendere la vita dai genitori pagandola allo stesso prezzo che a loro è costato dargliela perché una donna dà la vita rischiando la propria. Ora, grazie a tutti i progressi della medicina, le morti di parto sono molto calate in questa parte di mondo, ma ne conserviamo ancora delle memorie ancestrali che, come tutto ciò che appartiene all’energia del nostro albero, potrebbero condizionarci.
Per l’albero genealogico le donne morte durante il parto hanno lo stesso sacro valore dei soldati morti in guerra ed è così da eoni. Pensa che gli spartani avevano cimiteri senza lapidi, tranne nel caso di soldati e donne morte durante il parto: entrambi avevano prestato servizio alla vita in egual misura.
Presso gli aztechi, poi, veniva onorata la figura della Cihuatateo, in onore delle donne morte di parto. Questo archetipo mi ha riportata subito all’importanza di avere narrazioni, racconti e immagini potenzianti anche di fronte ad eventi così sacri. Di fronte a destini difficili è umano sentire del movimento interiore, l’importante è non restarne irretiti!
Vuoi scoprire i racconti che porti nel tuo albero e trasformarli in energia potenziante? Scrivimi e ti aiuterò a prendere consapevolezza delle tue memorie genealogiche e trasformarle da ostacoli a forza di supporto nella tua vita.
Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.