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Sai, ricevo molte e-mail con domande, dubbi e quesiti legati alle Costellazioni Familiari. Ammetto di esserne felicissima ogni volta: un po’ perché mi lusinga l’interesse rivolto al mio lavoro e un po’ perché mi fa piacere che molte anime risuonino con le Costellazioni Familiari tanto da volerne approfondire la conoscenza.

Se anche tu sei tra queste, allora non puoi perderti gli approfondimenti e le esperienze che condivido con gli iscritti alla mia newsletter. 



Siamo nell’era del web e reperire informazioni è fin troppo facile eppure, quando queste non vengono ben codificate, rimane complesso comprendere certi concetti e si rischia di cadere nelle trappole di “dottor Google”!

Ho ricevuto tempo fa la mail da Melissa, una ragazza molto gentile che, poi, ha deciso di intraprendere il percorso di radicamento con me. 

Erano mesi che leggeva i libri di Hellinger e seguiva il mio blog e un giorno ha deciso di scrivermi per chiarire un suo dubbio. E ora la ringrazio infinitamente per avermi dato il permesso di trasformare questa domanda in un articolo!

Fare una costellazione familiare può alterare gli ordini gerarchici (ordini dell’amore) di Hellinger? 

Hellinger afferma che i piccoli devono essere piccoli e non diventare più grandi dei propri genitori/avi. Nel momento in cui vado a lavorare una tematica familiare che si ripete da generazioni e in cui evidentemente non sono irretita solo io ma anche fratelli, sorelle, genitori e forse anche nonni, sciogliendo questo nodo, non lo sciolgo solo per me ma anche per tutti loro. In questo modo, però, risolvendo un problema ai miei genitori, è come se fossi diventata più grande di loro e non va bene.

Come funziona in realtà?

Cosa vuol dire essere più piccoli dei propri avi per Hellinger?

Cosa vuol dire essere più piccoli dei propri avi per Hellinger?

Allora, il senso di Hellinger di essere più piccoli dei propri genitori e avi significa:

  • non cercare di ”salvarli”;
  • non intromettersi nelle questioni relative alla loro coppia;
  • non superare un confine, magari evitando di sapere cose troppo intime relative alla loro sessualità et simili;
  • lavorare molto sul giudizio nei loro confronti, lo abbiamo tutti ed è umano, ma quelle frasi tipo ‘io avrei fatto meglio’ sono dettate sì da eventi vissuti oggettivi ma creano dei disequilibri ed è su questi che si lavora con le costellazioni e, armonizzando questa parte, tanti conflitti energetici si riequilibrano e l’energia riprende a fluire;
  • non giudicarne i destini: ricorda che tragicità fa rima con sacralità, laddove noi vediamo umanamente un destino tragico, una fine orribile oppure, una vitaccia, c’è un’anima che è parte di un disegno più grande ed è in pace con ciò che è accaduto.

Quando siamo di fronte ad una ripetizione familiare che coinvolge anche fratelli, genitori e nonni bisogna vedere altre cose, tra cui i miti di famiglia, la struttura dell’albero, il lignaggio (la lingua parlata dall’albero), le convinzioni genealogiche, gli eventi accaduti, i nomi e, se ci sono, le date di nascita-morte, i racconti e molto molto altro. 

Hellinger affermava che non esistono persone cattive ma solo persone profondamente irretite con qualcosa o con qualcuno. Io gli do ragione, ma l’irretimento ha molte sfaccettature, non c’è solo quello di Aurora, ma anche quello di Dorothy (Mago di Oz) e Alice, sono molto diversi ma la meccanica è la stessa.

Rompere una ripetizione non ci pone al di sopra di avi e genitori perché è un atto pionieristico ed è un intero sistema a volerlo, poi, durante la costellazione e i rituali vengono sempre riallineate le gerarchie, gli ordini e tutto il resto. Spezzare le catene che ci depotenziano è un atto di amor proprio che non va a risolvere la ”loro” questione, ma scioglie la nostra perché ripristina il nostro collegamento con quella vicenda energetica. Questo scioglimento permette a noi di raccontarci qualcosa in modo diverso, cambiando la narrazione interiore cambiamo anche la reazione e le frequenze che mandiamo all’esterno.

Perché l’irretimento con un avo non coinvolge tutta la famiglia?

Perché l’irretimento con un avo non coinvolge tutta la famiglia?

Perché ogni membro percepisce il sistema familiare in un modo unico e soggettivo e con le Costellazioni sciogli il tuo nodo energetico, questo magari ha effetti benefici sul collettivo, oppure ti da maggiore equilibrio. Ad esempio: in caso di più fratelli, magari 4, dobbiamo considerare che sono ‘4 sistemi familiari’ perché ogni fratello ha una percezione propria dell’albero.

Nel mio albero c’è un avo di 4 generazioni precedenti alla mia morto suicida a 15 anni il 24-9: io sono nata il 3-9 e a 15 anni ho avuto un periodo di depressione ‘’immotivato’’ che, fortunatamente, sono riuscita a superare grazie ad un percorso di psicoterapia.
Eppure questo stesso evento non ha dato effetti a nessun altro membro della famiglia.

Perché?

  • amore cieco
  • fedeltà
  • irretimento
  • risonanza animica (convalidata anche dalla mia data di nascita così vicina alla sua data di morte).

Riguardando questo evento con occhi professionali potrei dirti che secondo me è stata una riattivazione sistemica mossa sì da tutti i punti sopracitati, ma anche dalla coscienza dell’albero che ha fatto scattare una sorta di campanello d’allarme. Nessuno avrebbe abbandonato una quindicenne ‘a sé stessa’, quindi la terapia è stata anche un gesto simbolico che ha guarito me ma ha introiettato quel concetto di guarigione in tutto l’albero.

Farsi carico dei destini dei propri antenati: non fa bene né a te né a loro

Farsi carico dei destini dei propri antenati

Potremmo anche pensare che il legame non sia stato solo con il gesto estremo di quell’avo ma anche con ciò che potrebbe aver causato in conseguenza: come si saranno sentiti i genitori e i fratelli? Parlando a sensazione mi verrebbe da ipotizzare un grandissimo senso di colpa, oppure l’idea di non averlo salvato, oppure altri schemi di questo genere, comprensibili visto l’accaduto.

Nonostante l’evento sia accaduto nel 1845 circa, le tracce energetiche sono rimaste sottoforma di memoria ed è qui che le Costellazioni diventano necessarie: aiutano ad introiettare il concetto chiave che non c’è una reale necessità di ‘salvare’ perché ognuno ha il suo destino e ogni destino è sacro e ogni antenato è in pace con il proprio anche se noi lo giudichiamo ‘terribile’. Il tentativo di salvataggio che i discendenti sentono di voler attuare nei confronti dei propri avi fa sì che questi perdano forza e i discendenti si incasinino la vita per degli eventi su cui non hanno alcun potere.

Poi, per esperienza personale e professionale, il tentativo di salvataggio è un discorso molto ampio e va analizzato nel suo insieme. Molto spesso, razionalmente, crediamo di voler ‘salvare’ un membro (madre, padre, nonno, fratello o la qualsiasi) e poi, dal lavoro che faccio, viene fuori che in passato un altro avo ha perso una di queste figure e l’irretimento è in realtà con questo avo e le persone portano avanti ‘il voler salvare’ di qualcun’altro.

Insomma, come spesso accade in questo campo, nulla è come può sembrare a primo impatto perciò i dubbi e le perplessità che vi aleggiano intorno sono tanti. Se anche tu hai delle curiosità a cui non hai ancora trovato risposta nel mio blog, scrivimi, sarò felicissima di soddisfarle 😉

Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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