Abbiamo un potente strumento di guarigione energetica tra le mani e lo diamo spesso per scontato. Parlo proprio del respiro e della sua potenzialità sanatrice.
Il respiro, oltre alla sua ovvia funzione fisica, è anche un’entità energetica che ci sostiene in questo cammino terreno. Ci connette a un senso di ciclicità profondo: con ogni inspiro portiamo dentro di noi qualcosa del mondo e con ogni espiro portiamo qualcosa di nostro nel mondo.
Ed è proprio il respiro a fare da filo conduttore per le meditazioni guidate. È lui che ci aiuta a radicarci, scaricare gli eccessi e ripulirci da ciò che non ci serve più.

Meditazione guidata scritta
Sai cosa faccio quando sono particolarmente in disequilibrio?
Mi siedo, appoggio la schiena ad un albero (ma andrebbe bene anche un muro), con i piedi in terra, e chiudo gli occhi. Entro nel mio mondo dove tutto è sacro.
Sposto l’attenzione sul respiro e su di esso mi concentro: inspiro luce, pace ed armonia ed espiro fumo grigio, ansia e chiacchiericcio mentale. Inspiro calma ed espiro paure, ansie e ciò che mi disturba.
Presto attenzione ai polmoni che si gonfiano pian piano e do il permesso al respiro di ripulire ogni cellula del mio corpo da ogni detrito energetico.
Mi concedo il tempo sacro di permettere al respiro di ripulirmi completamente.
Intanto sento: sento il corpo che si appoggia sul muro e sulla terra, ne percepisco la pesantezza. Quella pesantezza è la materia, il tempo presente, la realtà. Nella pesantezza io metto le radici visualizzandole crescere dai palmi dei miei piedi e dal mio coccige per intersecarsi nella terra.
Le visualizzo scendere ed entrare in una terra ricca, morbida, calda e accogliente pronta a sostenermi senza giudizi. Mentre le radici continuano a scendere visualizzo il cambio di temperatura della terra stessa: magari in alcuni punti è più umida mentre in altri è calda, oppure bagnata, e in altri punti più fresca.
Percepisco anche la presenza di minerali e cristalli mentre loro continuano a scendere. Scendono fino ad incontrare un cuore bianco cristallino che brilla di lucentezza pura: è un bianco accecante ed ammaliante.
È il cuore sacro di madre terra dentro al quale visualizzo le radici prendere casa. Mi prendo tutto il tempo per visualizzare bene questo processo. Ogni pensiero che vedo affacciarsi lo riconosco, lo guardo, lo osservo e gli dico semplicemente che può andare. Faccio così anche con ogni emozione. Tutto ciò che non serve più ora se ne va.
A contatto con la terra tutto si trasforma. Ora tutto il mio corpo è luce, ora sono connessa al presente: radicata a madre terra, finalmente.
Mi do il permesso di restare per tutto il tempo che sento necessario.
Piano piano, con i miei tempi, torno nel qui e nell’ora: muovo i piedi, le dita, le gambe, il corpo ed in ultimo apro gli occhi. Sento la pace che mi pervade e la tengo nel cuore.
Con il respiro ritorno nel presente e tutto sembra più chiaro.
Meditazione albero genealogico
Come ti ho detto qui, il nostro albero genealogico è una parte energetica di noi con la quale siamo sempre connessi. Attraverso le meditazioni guidate possiamo contattarlo e riconnetterci con quella parte sacra e riconoscerne il potenziale.
Prendere coscienza che il nostro albero ha tanto da dare e da dirci ci aiuta ad allentare le forme umane di amore cieco che ci spingono a prenderci in carico i destini degli altri.

Una meditazione che diventa una costellazione familiare: la storia di Paola
Paola è venuta da me perché voleva che facessimo una costellazione familiare. Conviveva con una sensazione di mancanza costante: dopo ogni lavoro su di sé e ogni traguardo raggiunto sentiva tornare sempre quella sensazione che sembrava non volerla mai lasciare.
Lavorammo un po’ con il disegno dell’albero e dopo qualche incontro decidemmo di contattarlo tramite una semplice meditazione.
Ho aiutato Paola a rilassarsi, lasciare andare lo stress, radicarsi. L’ho guidata nel suo spazio sacro del cuore, un luogo magico che abbiamo tutti e che è molto utile imparare a visualizzare. Poi abbiamo contattato l’albero e mi ha detto di essersi trovata di fronte a un baobab gigantesco. È rimasta stupita da tanta grandezza e maestosità, tanto da essersi sentita molto piccola al suo cospetto.
Questo è un passaggio molto sacro che ha riprogrammato la gerarchia: albero= grande e Paola= piccola.
Le ho suggerito di porre la domanda all’albero: ‘caro albero, cosa ti manca?’
Paola mi ha detto di aver visto l’albero lasciar cadere delle foglioline che lei stessa ha definito ‘poca roba’.
Grazie a questa meditazione semplice, delicata ma profonda, siamo riuscite ad equilibrare energeticamente una disarmonia per la quale non c’è stato bisogno di fare nient’altro.
Non abbiamo costellato né fatto altri rituali, avevamo già raggiunto così il nostro obiettivo e da qui la salutai.
Piacerebbe anche a te fare una meditazione guidata così profonda e, soprattutto, davvero dedicata a te? Scrivimi che ne studiamo una insieme!