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Sono cosciente che gli argomenti di cui tratto possono sembrare astratti, eterei e complessi da spiegare a parole. In parte è così, ma è vero anche che tradurre i simboli e le metafore in parole semplici è parte della mia missione.

Così, per spiegarti il senso del lavoro metagenealogico, ho deciso di decodificare l’albero di un personaggio famoso così vedremo insieme, con un esempio pratico e ben noto, come certe dinamiche interferiscono nella vita. Ho scelto Van Gogh perché ne amo i dipinti e il paradosso che ha circondato la sua vita mi ricorda il paradosso di molti lavori psicomagici.

Biografia breve di Vincent van Gogh

Sbirciando online tra Wikipedia e altre fonti ho trovato la biografia di Vincent Van Gogh, forse non sarà molto precisa e dettagliata ma per le informazioni che ci servono va più che bene. Se la conosci già puoi arrivare subito alla decodifica qui (ancora) altrimenti te la riassumo io.

Vincent Willem Van Gogh nacque il 30 marzo 1853 e morì suicida il 29 luglio 1890. È stato un pittore olandese figlio di Theodorus e Anna Cornelia Carbentus. Nella genealogia di Van Gogh c’era già un altro Vincent nato nel 1789, pastore calvinista padre di undici figli, tre dei quali erano mercanti d’arte. Anche Theodorus era un pastore della chiesa protestante, mentre Anna Cornelia era figlia di un rilegatore di libri. 

La coppia ebbe un altro figlio prima di Vincent, anche lui si chiamò Vincent Willem Maria e nacque morto il 30 marzo 1852. Si dice che il nome del pittore sia stato un atto di onore nei confronti del primo figlio morto, di questo aspetto ne parleremo approfonditamente tra poco. In tutto nacquero altri 4 figli: Anna Cornelia, Theodorus jr (Theo), Willhelmina Jacoba e Cornelis.

Vincent studiò sia alla scuola pubblica del suo paese che in collegio ma in modo incostante e, a quanto sembra, anche inconcludente. Imparò comunque sia l’inglese che il francese e il tedesco e il disegno grazie al suo insegnante Constant Cornelis Huijsmans. Verso i 16 anni lasciò tutto e seguì le orme di famiglia lavorando come gallerista ma ben presto lasciò anche questa strada per diventare predicatore.

Circa nel 1880 si trasferì in Belgio ma venne allontanato dai suoi superiori perché troppo zelante con i minatori; quindi, si spostò a Bruxelles dove continuò a studiare disegno. Qualche anno dopo si trasferì a Parigi dal fratello dove conobbe vari artisti dell’epoca. Si trasferì ad Arles per sfuggire dal caos della città e avere un’abitazione propria e un atelier. A seguito della rottura dell’amicizia con l’amico Paul Gauguin si tagliò parte di un orecchio. In seguito, venne ricoverato in varie cliniche psichiatriche.

Nel 1890 tornò al nord sotto tutela di un medico ma, ciò nonostante, si suicidò dopo circa due mesi dal trasferimento. Morì tra le braccia del fratello Theo.

Significato dei nomi nella famiglia van Gogh

Significato dei nomi nella famiglia van Gogh

Prima di partire con una decodifica dobbiamo tener conto del credo religioso di un albero genealogico e della società a lui circostante. In questo caso sono protestanti e, a differenza del cattolicesimo al quale siamo abituati in Italia, non riconoscono il papa come figura autoritaria e neppure i santi e anche la Madonna non ha lo stesso impatto culturale, inoltre i preti possono sposarsi e avere famiglia. 

Detto questo possiamo vedere che Vincent ricorda molto Vincere in italiano. In olandese Vincere si traduce in Winnen che suona simile a Willelm, il secondo nome di Vincent. Willelm in italiano è Guglielmo. Guglielmo è un nome che parla di possedimenti e denaro, vedremo, però, che Vincent era economicamente dipendente dal fratello Theo. Accade spesso che il significato del nome venga vissuto nella polarizzazione opposta rispetto al suo significato stretto: da ricchezza a povertà, per esempio.

La madre si chiamava Anna. Qui in Italia S. Anna è la madre della Madonna, ma essendo un albero protestante questo conta meno. Resta comunque un nome associato a Demetra, quindi alla grande madre.

Theodorus, invece, ha la matrice Theo che deriva dal greco e significa ‘Dio’. Dio, indipendentemente dal credo soggettivo, è un grande padre e ci riporta al rapporto e alla simbologia connessa al padre biologico. Potrebbe raccontare di un profondo conflitto con l’autorità? Dio e il padre biologico sono due autorità.

Se contiamo che il padre era un pastore protestante, Vincent venne allontanato dai superiori, si sentiva incompreso dal mondo e dalla società, direi che questo racconto è plausibile in questa genealogia. Inoltre, il padre viene descritto come severo, per gli uomini dell’epoca è una faccenda comune data l’educazione del tempo. Per me resta una mancanza di forze del maschile, quindi il corto circuito con Dio-padre-autorità ci sta tutto.

Il trauma del fratello morto di Vincent van Gogh: Vincent Maria Van Gogh

Il trauma del fratello morto di Vincent van Gogh: Vincent Maria Van Gogh

Non riesco a ricordare il libro sul quale lessi il racconto di come il pittore venne a conoscenza di essere secondogenito, ma ne ricordo bene le parole.

Vincent si trovava a camminare nel cimitero del paese circa un anno prima di morire e ‘per caso’ si imbatté nella tomba di un suo omonimo nato lo stesso giorno e lo stesso mese ma un anno prima di lui. Ci volle poco per verificare chi fosse quel bambino e ne rimase profondamente sconvolto.

Leggendo online ho trovato questa affermazione a riguardo: «numerosi psicologi, per contro, non mancarono di sottolineare che questo bambino, in un certo senso, era venuto al mondo nell’anniversario della morte di suo fratello e videro in ciò la radice dell’inclinazione dell’artista al paradosso».

In termini di Costellazioni Familiari e Metagenealogia sono d’accordo. Seguendo alcune filosofie di pensiero, un susseguirsi di eventi come questo (un bambino che nasce dopo un neonato nato morto) potrebbe essere definito come ‘bambino in sostituzione’ o ‘sindrome del bambino fantasma’

Te ne parlo per completezza tecnica ma a me non piacciono queste definizioni che tendono ad appesantire una situazione energeticamente già pesante. La definizione ‘fantasma’ nasce dal fatto che una dinamica del genere potrebbe creare la sensazione di essere tormentati da un fantasma.

Possiamo immaginare il grande dolore della madre di fronte a questo lutto: ai tempi non c’erano supporti psicologici e come molte altre donne lei dovette tacerlo, reprimerlo per sopravvivenza e andare avanti. Di quel dolore così forte potrebbe essersene fatto carico Vincent o, forse, qualche altro discendente.

Questo lutto divenne un segreto di famiglia perché nessuno ne parlò mai fino a quando Vincent lo scoprì da sé. Avendo tenuto segreto questo evento doloroso si è creata un’esclusione: nessuno nominò mai il primo Vincent e il Vincent-pittore venne catapultato nel ruolo di primogenito assorbendone anche l’energia.

Dal mio punto di vista, il “primo Vincent” è un’energia. In questo caso è funerea e pesante e l’aver ripetuto il nome ha ulteriormente appesantito la cosa. Secondo me ha molto influito anche sul quadro psichico del pittore: nascere e vivere in mezzo ai morti fa andar di matto. Ci sono dozzine di casi famosi di questo genere, pensa che con le Costellazioni si lavorano anche i nati morti di tre o quattro generazioni precedenti. Di fronte a casi così ho una frase mantra: ‘ognuno ha il suo destino e ogni destino è sacro’.

‘io ti seguo, vengo con te’

Dobbiamo considerare che il rapporto tra fratelli è un legame molto potente, quasi di più rispetto a quello con i genitori. Se da questi ultimi si ricevono regole e paletti, con i fratelli è tutt’altra storia. Hai presente quei patti di sangue viscerali fatti dalle tribù? Ecco, se dovessi descrivere lo stato naturale del rapporto tra fratelli lo farei con questa immagine.

Anche tra fratelli esiste una gerarchia che vede il più grande avere più responsabilità nei confronti dei più piccoli. Quando uno dei fratelli ‘manca’ precocemente si possono attivare dei movimenti energetici inconsci che Bert Hellinger ha individuato. Io te ne riporto solo uno:

Caro fratello, io ti seguo

Hellinger, infatti, dice che i nostri problemi iniziano quando inconsapevolmente seguiamo qualcuno. È un seguire simbolico nato da un enorme amore cieco: io ti amo al punto da sacrificare tutto per seguirti. Il fratello ‘vivo’ ha questo movimento e segue energeticamente il fratello ‘mancato’. Dobbiamo tenere conto di dove si trova il fratello mancato: nella morte. Quindi, inconsapevolmente segue qualcuno nella morte.

È un seguire simbolico che implica uno sguardo dell’anima. Durante le costellazioni familiari è importante vedere dove guardano i rappresentanti: guardano la vita? oppure verso qualcuno che è già morto?

Lo sguardo rivolto verso la vita è uno sguardo che ha fiducia, evoluzione, voglia di andare avanti, mentre lo sguardo di Vincent, in questo caso, non era affatto verso la vita. infatti, non ‘gliene andava bene una’, si sentiva in gabbia e incompreso, escluso dal mondo e dalla società. Stava seguendo il fratello morto senza accorgersene.

Dobbiamo ricordare che noi esseri umani viviamo il reale, l’immaginario e il simbolico contemporaneamente.

Vincent van Gogh e il fratello Theo

I nodi energetici familiari influenzano l’andamento scolastico

Hellinger affermava anche che la scuola è un progetto di vita e quando l’andamento è discontinuo come quello di Vincent è importante capire dove il ragazzo sta guardando.

Le costellazioni familiari sono perfette per analizzare questo tipo di situazioni e liberare queste energie! Anzi, ti direi che sono l’unico strumento di liberazione energetica in tal senso!

Vincent van Gogh e il fratello Theo

Ci sono molte lettere spedite da Vincent a Theo che ci raccontano del loro rapporto. Erano profondamente legati, tanto che Theo era colui a cui Vincent confidava i suoi dolori e non esitava ad ammettere che si sentiva un fannullone mantenuto dal fratello minore. Si sentiva incapace di uscire dalle sue gabbie e definire il proprio ruolo nel mondo.

Per quest’ultimo passaggio è fondamentale capire qual è il nostro posto nell’albero genealogico. L’albero è ciò che precede il mondo: se non sappiamo dove stare ‘a casa nostra’ non possiamo saperlo al di fuori. Nel caso di Vincent era dovuto al non sapere di essere secondogenito e credere di essere il primo. Di fatto lì c’era già un gran disordine. 

Poi, Theo era il fratello più piccolo che si occupava del più grande: chissà come stava lui in tutto questo? Anche qui c’è una forma di ordine infranto, ma osserverei il movimento di Vincent: aveva bisogno di un fratello che si occupasse di lui. Secondo me, stava cercando la figura del fratello maggiore e ha spostato questo bisogno sul più piccolo che si chiamava come il padre, quindi, potrebbe averlo inconsciamente associato a una figura autoritaria.

La sacralità di ogni destino

Ogni destino è sacro. Anche il più tragico lo è, anzi, lo è più di tutti. Pensa all’immensità di un’anima che viene su questa terra e ha la forza di vivere un’esperienza così complessa.

Dalle lettere e dalle dichiarazioni di chi le ha studiate, emerge che la depressione fosse la conseguenza dei suoi fallimenti, dei rifiuti del mondo e del suo sentirsi non all’altezza. Nel suo caso, però, abbiamo visto l’origine genealogica di questo movimento, o almeno ne abbiamo vista una parte.

Questo vale anche per il suicidio di Vincent. È talmente sacro, forte e struggente che personalmente rimetto tutto sul piano dell’anima senza addentrarmici più di tanto, almeno non qui.

Vincent divenne famoso solo dopo la sua morte. Questo secondo me è un atto di fedeltà e amore cieco nei confronti del fratello maggiore.

Van Gogh segue le orme artistiche della famiglia

C’è un altro passaggio importante in questa genealogia: Vincent ha seguito le orme artistiche della famiglia. Ho trovato questa frase scritta così e l’ho riportata tale e quale perché il termine ‘seguire’ hai visto che è più articolato di quel che sembra!

Dobbiamo tener conto dei movimenti sacri che avvengono dentro di noi. Nel caso di Vincent, secondo me, lo era l’arte. 

Tutti noi ereditiamo talenti e doni dal nostro albero. E tu conosci i tuoi? Scoprili con il mio percorso gratuito

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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