Se mi segui da un po’ sai che il tema dell’ipersensibilità mi è molto caro. Io sono una PAS (Persona Altamente Sensibile) e come me ci sono tantissime altre persone. È una caratteristica, un tratto della personalità, una parte dell’essere che ha molte sfaccettature.
In questo articolo non ti parlerò delle implicazioni psicologiche che questa caratteristica comporta, amo i confini e ci tengo molto a rispettarli. Se, poi, vuoi approfondire la tematica ti consiglio i libri di Elaine Aaron, oppure di Nicoletta Travaini che ha anche scritto un meraviglioso manuale di decompressione (Strumenti, idee e mezzi per scaricare quegli eccessi accumulati dal sentire troppo).
Non ti parlerò nemmeno delle scoperte scientifiche legate alla struttura biologica del cervello dei PAS (abbiamo dei cervelli che ricevono più stimoli in meno tempo rispetto a un non PAS), di questo troverai molto nei libri sopracitati.
No, qui ti parlo di come io vivo e convivo con questo tratto della mia personalità, di come mi interfaccio con un mondo che va veloce. E ti racconto di come ho imparato a vederne le risorse, i lati potenti e a convivere con quelli che sembrano essere svantaggi. Dico “sembrano” perché dipende sempre dal punto di vista da cui noi li guardiamo.
Perché te ne parlo? Non per mania di protagonismo ma perché voglio aiutarti a vedere le risorse, i lati potenti e le opportunità nascoste in queste caratteristiche. Ti parlo di me per poterti essere utile, sperando che nelle mie parole tu possa trovare conforto, carica, speranza, sollievo e tutto quello che ti serve.
Cos’è l’ipersensibilità emotiva? Ecco la mia esperienza

L’ipersensibilità ci introduce in un mondo davvero vasto: c’è chi è sensibile al clima, ai sapori, agli odori e a molto altro. Io lo sono alle persone o, meglio, alle loro energie, e alle emozioni. Niente che riguarda la mia sensibilità ha un senso logico. Non è “questo è simpatico” e “quello è antipatico”, ma è una cosa forte, a pelle, viscerale che non sente ragioni.
Sono sempre stata così ma per gran parte della mia vita non ne ero consapevole. Risultato? In quel periodo vivevo una vita esternamente normale ma internamente complicata. Lavoravo nei centri commerciali, frequentavo assiduamente luoghi affollati e, senza rendermene conto, assorbivo molto e pensavo che “tutta quella roba” che sentivo fosse mia. Hai presente quel foglio acchiappacolori che si vede in pubblicità? Quel foglietto che inserito in lavatrice raccoglie i colori scaricati dagli indumenti.. ecco, io ero così!
La cosa difficile per me era il tempo di ripresa. Ci sono persone che lavorano 8h e poi hanno la forza di andare a fare sport, rilassarsi in birreria e fare molte altre cose. Siete i miei eroi, sappiatelo!
Io no, non ne sono proprio capace. Sentendo molto degli altri, ho bisogno di un arco di tempo lungo per scaricare quelle energie che inevitabilmente accumulo.
Come si fa a capire che si è ipersensibili?
La conferma vera e propria spetta a uno psicologo (o psicoterapeuta). Nella mia esperienza di vita ci sono arrivata a passettini e il grande aiuto a consapevolizzare questo mio tratto fu un mio carissimo amico. Per un brevissimo periodo frequentai in amicizia una persona sempre molto triste, lamentosa, cupa e a forza di star con lei provavo i suoi stessi stati emotivi. Il mio amico mi disse: “Saby, in questo periodo che le cose ti vanno bene e non c’è nessun motivo per lamentarti, perché ti lamenti sempre? Ma ti fa bene frequentare quella persona?”.
Da lì avevo iniziato a capire il mio inghippo: assorbo e amplifico.
Ho memoria di me piena di roba altrui. Era un mix talmente forte che arrivare a capire che non tutto ciò che sentivo fosse mio è stato davvero un lungo viaggio. Ma come ci sono riuscita? Questi sono stati i 3 strumenti che mi hanno aiutata di più.
- La mia determinazione a voler avere una vita felice, tranquilla e che mi piacesse ha fatto sì che mettessi tutta la mia tenacia, curiosità e determinazione nell’andare a scovare i miei perché e i miei percome.
- L’astrologia è stato uno strumento chiave che mi ha condotta verso un altro mezzo importante, lo Human Design.
- L’aver scoperto e interiorizzato l’importanza del contatto con la mia essenza e con ciò che sono davvero.
Ipersensibilità emotiva: pregi e sfide secondo l’Astrologia
L’astrologia arriva qui a dare una chiave di lettura potente che si chiama Kirone in Cancro in casa 8. Ti tralascio tutte le mille mila sfaccettature che comporta e arrivo al nocciolo della questione. È un aspetto comune a molti medium e a chi ha capacità medianiche molto spiccate.
Medium significa “colui che contiene un messaggio”, non è la vecchiettina africana che fa macumbe sgozzando galline, ma è un aspetto della sensibilità che permette di connettere a piani più sottili e canalizzare cose che molti non riescono a percepire. Ad esempio, le costellazioni familiari sono il medium dell’albero genealogico o, ancora, quando decodifico sogni canalizzo un’informazione che poi traduco.
Human Design Proiettore 6/2 e i doni della mia ipersensibilità
Quindi il cielo dà una risposta importante che, però, la vita ha voluto aiutarmi ad integrare grazie allo Human Design, del quale non sono esperta ma solo un’occasionale usufruente. È uno strumento che porta con sé le conoscenze di Astrologia, Kabbalah, Ching e Chakra. Ci parla di come noi esseri umani e la configurazione energetica del nostro corpo interagiscono con l’esistenza e suddivide gli esseri umani in quattro tipi energetici: Generatori, Manifestatori, Proiettori e Riflettori.
L’argomento è alquanto complesso e articolato per questo non scenderò nei dettagli ma cercherò solo di spiegarne i benefici da cliente e di come questo mezzo sia potente.
Io sono un Proiettore emozionale 6/2 che in parole semplici vuol dire che leggo perfettamente l’energia che mi sta attorno perché il mio campo energetico è progettato così.
Sono emozionale, quindi per me “non c’è verità nell’adesso” e per capire se una cosa fa per me oppure no devo sempre aspettare e sperimentare quella cosa nelle varie onde emotive e da lì decidere.
Mentre quel 6/2 mi dice che sono programmata a vedere “cosa c’è oltre” (6) e ho bisogno di molto tempo per stare da sola a scaricare. Quel 2 è l’Eremita inconscio, quindi la decompressione in solitaria è di vitale importanza per me.
Leggendo tutto quest’ultimo pezzo non ti sembra una gran risposta a come ho imparato a gestire la mia ipersensibilità e a come vedere i suoi doni? Vedi a cosa servono gli strumenti energetici? Hai presente il senso di pace che si respira dopo aver consapevolizzato tutto questo?

La strategia d’azione del Proiettore nello human design
C’è un aspetto complicato da spiegarti dell’essere Proiettore e questo riguarda gli inviti. Cioè il mio tipo energetico mi dice che è importante che io aspetti di essere riconosciuta e poi invitata nelle cose più importanti della vita come relazioni, lavoro e dove vivere.
È un’attesa che è poco compresa dalla società del “fai fai fai” ma chissenefrega! Qui ti posso riportare un’esperienza fighissima che è servita a molti ipersensibili/proiettori in crisi.
Quando soffrivo di agorafobia al punto di non riuscire ad andare oltre i confini del mio piccolo quartiere avevo bisogno di tenermi un po’ impegnata e scaricare quella tensione che avrei scaricato camminando. Quindi, da amante della pittura, avevo iniziato a comprare quei quadri che si trovano online, da colorare in base ai numeri. Continuando ad accumularli vedevo come le tempere continuassero ad avanzarmi e mi spiaceva sprecarle, così ho acquistato un blocco di carta apposita e ho iniziato a dipingere lì. Poi ho comprato anche un piccolo set di acquerelli più professionale e ho iniziato ad abbozzare i fiori di zucca che quell’anno erano straordinariamente belli.
Ho postato il tutto nelle storie di Instagram e una mia amica ha visto i disegni e ha riconosciuto in me un talento. Così mi ha proposto (invitata) un progetto nel quale il disegno faceva da padrone. Da lì ho iniziato a disegnare, colorare e sperimentare fino ad approdare alla pittura ad olio per la quale ho preso anche lezioni. Noto con piacere che i miei dipinti piacciono molto e sono certa che in futuro questo talento diventerà anche parte del mio lavoro.
Quest’ultima parte parla del punto numero tre.
Il saper stare dentro sé stessi alla ricerca dei doni, dei talenti e di quello che ci piace fare, fuori ci porta in mondi che spesso non conoscevamo nemmeno. Quel contatto con sé arriva anche grazie al radicamento e alla meditazione.
Ti piacerebbe scoprire i tuoi talenti ancora inespressi? Sai che molti di questi sono doni del nostro albero genealogico? Allora iscriviti al mio percorso gratuito “Raccogliendo Talenti” e inizia a portare le tue doti nel mondo.
Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.