Siamo vicini a una fase dell’anno molto delicata e molto potente. I calendari di tutto il mondo ne hanno memoria e ognuno la chiama a modo proprio. La ruota dell’anno secondo il calendario neopagano definisce la notte del 31 ottobre come Samhain. Il calendario cristiano, invece, vede il primo di novembre come festa di Ognissanti. Da anni si è, poi, diffusa la consuetudine di festeggiare Halloween il 31 di ottobre, una festa moderna di stampo americano che affonda le sue radici nel Capodanno celtico.
In questo articolo andiamo ad osservare da vicino quali differenze ci raccontano queste definizioni.
Tuttavia è bene iniziare dal definire quello che il concetto comune a tutte loro: la morte e la vita si incontrano e rendono onore l’una all’altra. Ci si prepara ad un processo di morte simbolica che, poi, porterà una rinascita, una morte che è al servizio della vita. Siamo in una fase di introspezione che ci invita a stare “dentro” durante il prossimo semestre. Dato che l’Italia ha origini pagane ed è importante celebrare le nostre radici, credo nell’importanza del riconoscere questa festività per quella che è, con tutto ciò che la modernità ha apportato e l’antichità ha lasciato.
Cosa si festeggia a Samhain?
Samhain è considerato la festa dell’ultimo raccolto e le ritualistiche prevedono l’accensione di grandi falò (o di candele nella pratica individuale). Altra attività importante di questo giorno è ricordare la storia dei propri antenati e di tutti gli avi che hanno già lasciato il corpo, immersi, però, in un’atmosfera non cupa ma di gioia e riconoscenza.
Nei calendari antichi rappresentava una fase di passaggio delicata che segnava il transito da un tempo a un altro. Il bisogno di sdrammatizzare il concetto di morte ha introdotto la tradizione di fare scherzi, festeggiare e accendere falò. Diffusa era anche l’abitudine, per i più poveri, di elemosinare cibo di porta in porta.
Il concetto di “porta in porta” lo possiamo rivedere ad Halloween con il famoso “dolcetto o scherzetto”. Bambini che si travestono e bussano a tutte le porte del quartiere alla ricerca di dolcetti, caramelle e quant’altro. Di Halloween però ne parliamo tra un attimo.

I simboli e i rituali di Samhain
Come dicevamo, Samhain ha una forte simbologia di trasformazione e purificazione. Sì perché queste fasi di passaggio sono anche utili a rilasciare tutte quelle energie negative pesanti e che inevitabilmente vivono un po’ con noi. Qui potremmo pensare a spiriti, entità e malocchio. Certo non voglio escludere nulla ma mi soffermerei di più su quella che è la qualità dei nostri pensieri e di tutto ciò che abbiamo dentro. Quello che noi rilasciamo del fuoco ci aiuta a purificarci anche da questi.
Molto diffusi in questo giorno sono i rituali divinatori. Predire il futuro aiuta l’umano a stare di fronte all’ignoto con il quale il nostro cervello non va molto d’accordo perché lo vede come una minaccia alla sopravvivenza.
Di Samhain possiamo ricordare due oggetti simbolo tipici: le mele e le nocciole. Le mele in antichità, in particolare nella mitologia celtica, sono un frutto connesso all’altro mondo, te ne parlavo qui. Le nocciole, invece, rappresentano l’abbondanza e la prosperità.
La notte di Halloween e la benedizione degli antenati
Tutte le tradizioni folkloristiche legate a questo periodo ci parlano di spiriti e anime e sono accomunate dal fatto che simbolicamente in questa fase il mondo dei vivi e il mondo dei morti si avvicinano un po’ di più.
È credenza antica che durante questa notte tra il 31 ottobre e il primo di novembre i nostri antenati viaggino dal mondo dei morti a quello dei vivi per portarci le loro benedizioni. Questo mi ricorda molto il viaggio inverso che fece Miguel, il protagonista di Coco, per cercare la benedizione dei suoi antenati, così da poter avere forza e sostegno per compiere quella che per lui è parte del suo destino.
Questo concetto di benedizione da parte degli antenati nella notte di Ognissanti lo ritroviamo anche nell’antica Grecia. Qui, nel periodo compreso tra Lughnasadh e Samhain, venivano raccolti chicchi di grano da tenere sui camini addobbati ad altare. La loro funzione era quella di essere un’offerta per gli antenati e, infatti, durante la notte di Ognissanti venivano donati alla terra nei cimiteri. Alla base di questo rito vi era la convinzione che i chicchi di grano avrebbero nutrito gli antenati che a loro volta li avrebbero trasformati in qualcos’altro. Il senso è quello di fare un’offerta che renda onore e che allo stesso tempo prenda una nuova vita e nutra di nuovo.
È molto interessante per me osservare questo punto perché noi Occidentali viviamo con l’idea che i morti siano in cielo. Questa è un’immagine che ci depotenzia perché si può alleggerire il concetto di passaggio di morte e quant’altro però se i morti stanno in cielo e noi viviamo sotto al cielo, di fatto sopra di noi, ne sentiremo sempre il peso. Se, invece, imparassimo a vedere a ricordare che tutto ciò che è lasciato andare, passato oltre, simbolicamente sta sotto terra e nutre ne sentiremmo il sostegno anziché il peso.

Halloween e Ognissanti: la storia di un particolare rituale antico
Halloween significa All Hallows’ Eve, che letteralmente ci parla di Ognissanti. Conosciamo tutti la versione americana moderna in cui i bambini e gli adulti si travestono da mostri, bussano alle porte chiedendo “dolcetto o scherzetto” per demonizzare appunto la paura della morte data dalla sconnessione dei cicli naturali.
Se pensassimo alla simbologia di Halloween ci verrebbero subito in mente le zucche intagliate con occhi e denti all’interno delle quali viene inserita una candela, dando vita ad una lanterna.
Questo rito mi ha ricordato un concetto di scarnificazione mirata ad arrivare all’essenziale.
Se pensiamo alla struttura della zucca come ad un teschio mi vengono in mente le ricerche fatte da Morena Luciani Russo nel libro “Donne sciamane”. Si racconta che nella zona di confine tra Grecia e Albania vengono svolti dei rituali particolari: le donne riesumavano delle ossa e le lavavano in brocche di rame per poi essere spruzzate di vino rosso. Il cranio veniva capovolto e riempito di vino rosso e offerto a tutti i partecipanti al rito. Questo perché secondo le culture antiche l’anima si trovava appunto nel teschio e nel midollo.
Anche la candela solitamente accesa all’interno delle zucche ha un forte collegamento con l’essere umano: la cera è il corpo, lo stoppino è l’anima e la sua accensione ci parla dell’accesso allo spirito, la parte più alta di noi.
Samhain o Halloween: l’importanza di riconnetterci ai cicli stagionali
Sono fermamente convinta che la società odierna paghi il prezzo della sconnessione dai ritmi naturali della natura e noi donne anche da quelli del ciclo mestruale. Questo lo vedo dalla risposta che ricevo quando chiedo “a che punto del ciclo sei?” e molte rispondono che non stanno sanguinando in questo periodo e la cosa mi fa riflettere.
Se non c’è una connessione profonda con il corpo come faccio a sentirlo quando cerca di parlarmi?
Il contatto con il corpo ci parla di radicamento, tempo presente e presenza a sé. Con le meditazioni possiamo radicarci e riconnetterci finalmente ai cicli naturali che ci sostengono.
E tu, ti senti ben radicata? Se la risposta è no, scrivimi e ti guiderò nella creazione di una meditazione personalizzata che ti aiuterà a radicarti.