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Il concepimento è il primo passo verso una nuova incarnazione. In questo momento l’anima del nascituro sembra assente e passiva, ma in realtà è vigile e pronta a registrare ogni memoria. 

Il concepimento avviene tramite un atto sessuale che, dal punto di vista dell’anima, è sempre un gran gesto d’amore oltre che essere un perfetto connubio tra l’energia maschile (seme) che agisce in modo deciso e l’accoglienza del femminile (ovulo) che rimane in attesa. Da questo incontro magico tra femminile e maschile inizia la vita su questa terra. Attraverso l’eiaculazione maschile possono essere sprigionati centinaia di spermatozoi, il 90% dei quali morirà in poco tempo in seguito ad una selezione fatta dalla vita stessa: anche la natura è totalmente a servizio della vita, quindi predilige le strutture genetiche più forti che hanno maggior possibilità di vivere.

Memorie transgenerazionali nelle cellule

L’ovulo che verrà fecondato si è formato nell’utero della nonna materna quando la madre era ancora un feto, quindi ognuno di noi ha iniziato la propria vita cellulare nell’utero della nonna materna. E da un punto di vista biologico abbiamo iniziato a vivere con nostra madre ancora prima che lei inalasse il primo respiro e questo legame è ciò che ci collega a tutte le nostre antenate. 

Anche lo spermatozoo porta con sé le memorie legate al vissuto intrauterino paterno, ma sono  informazioni presenti nella coda che rimane all’esterno dell’ovulo durante il concepimento, quindi non vengono passate all’embrione. Quelle che, invece, vengono registrate sono le informazioni del ‘progetto senso’, cioè i desideri, le speranze e i sogni dei genitori riguardo al futuro del nascituro, informazioni che ne condizioneranno la personalità. 

Ci sono osservazioni importanti da fare riguardo al DNA: ogni volta che viviamo un’esperienza traumatica questa rimane registrata nel nostro impianto genetico sottoforma di cicatrice. Questa, però, non è immutabile perché quando lavoriamo ed elaboriamo il trauma anche la cicatrice stessa cambia il suo impatto. Questa è una delle prove genetiche che dimostrano l’ereditarietà dei vissuti transgenerazionali.  

La simbologia della gravidanza

Dopo il concepimento inizia la gestazione, quel periodo durante il quale l’embrione diventerà feto e vivrà nove mesi nell’utero materno. Questo lasso di tempo ha un’importanza precisa: sin dalla notte dei tempi sono necessari nove mesi di gestazione per venire al mondo ed è attraverso questa sincronia che il sistema assegna i vari vincoli transgenerazionali. 

È l’unico spazio-tempo che viene percepito così com’è anche dall’inconscio familiare che, al di fuori di questo caso, è atemporale. Ogni fase della gravidanza ha un grande impatto simbolico sulla vita del nascituro. 

Dalla quarta settimana le cellule embrionali iniziano a suddividersi in vari gruppi che formeranno i vari organi, la placenta e il liquido amniotico che circonderà l’embrione in poco tempo. Questo sottolinea la simbologia tra acqua e madre, infatti, i bagni caldi rilassanti e piacevoli altro non sono  che il bisogno dell’essere umano di ritornare simbolicamente nell’utero materno perché è lì che ci sentiamo davvero in pace con il cosmo. 

Durante la quinta settimana si distinguono le forme del corpo e il cuore inizia a battere, poi inizierà a sviluppare i reni, il fegato e gli occhi. Il primo colore che vedranno sarà il rosso, simbolo di inizio e radicamento, poiché questo è il colore del sangue che colora gli organi di nostra madre. Da qui inizia il connubio tra sangue e sacro. 

Simbologia e significato della placenta

Nella settima settimana si sviluppano lo stomaco, la vescica mentre il cervello ha già i due emisferi e la placenta continua a crescere. Questa ha una simbologia molto importante: è un organo con il quale il bambino vivrà in simbiosi fino al suo primo respiro ed è grazie a lei che sperimenterà il primo contatto tattile. La sua forma ricorda un albero radicato: i vasi sanguigni si ramificano in modo tale da sembrare un nido protettivo, esattamente come un albero genealogico. Mi piace pensare che sia un simbolo di sostegno degli antenati sin dall’inizio della vita uterina. 

Quando l’embrione inizia a nutrirsi attraverso la placenta, che a sua volta viene nutrita dal cordone ombelicale, ha già le sembianze umane; è il cordone che crea una simbiosi con la madre e da qui passano tutte le informazioni transgenerazionali.

In parecchie specie animali non viene reciso il cordone alla nascita né viene staccato il cucciolo dalla placenta, ma si aspetta che il distacco avvenga da solo. La placenta che cade in terra diventa nutrimento per il terreno, quindi protrae il suo scopo primigenio cambiando solo forma.
Altre specie, tipo i gatti, mangiano la placenta in modo tale che i cuccioli ne riassorbano il nutrimento energetico attraverso l’allattamento. 

Nelle culture antiche, invece, la placenta spesso veniva affidata al padre che aveva il compito di proteggerla, a volte seppellendola sotto ad un albero per ridare alla terra i suoi frutti e per far sì che quell’albero divenisse il protettore del bambino. Altre volte veniva mangiata dalla madre esattamente come accade nelle specie animali di cui ho parlato.

Memorie prenatali: il primo suono e le prime emozioni

Intorno alla diciottesima settimana, poi, il bambino inizia anche a captare i primi suoni. L’udito non è solo un fattore fisico, ma anche simbolico; infatti, il primo rumore che sentiamo in utero è la vibrazione del sangue di nostra madre. Sentiamo il suo sangue pulsarle nelle vene e creare vibrazioni, simili a quelle captate dall’anima prima di sceglierla come madre. 

Ogni vissuto emozionale sperimentato dalla madre e dal bambino durante i nove mesi precedenti al concepimento, il concepimento stesso, la gestazione e il parto verranno registrati come memorie perinatali.

Man mano che scrivo questo articolo non posso fare a meno di pensare ai Tarocchi: la natura e la vita sembrano seguire perfettamente l’archetipo della Temperanza, capace di attendere il momento giusto, senza mai anticiparsi o ritardare. Cosa ne pensi, sei d’accordo con me?

Il parto: un rituale antichissimo

Il momento del parto è deciso dall’inconscio del bambino in accordo con quello familiare: per questo la data di nascita è importante per gli studi genealogici poiché non è mai casuale, ma sempre indicatrice di legami transgenerazionali. Inoltre, nell’orario di nascita si cristallizza quella che viene chiamata Carta Natale, cioè la disposizione di pianeti nel cielo che accompagnerà il bambino per tutta la vita sottoforma di  simbolismo interiore più o meno inconscio. 

Il parto è un rituale di passaggio che viene letto come punto di non ritorno: in quel momento un’anima viene alla luce mentre una donna muore simbolicamente per rinascere madre. Da un punto di vista  sciamanico una donna durante il parto viaggia nel mondo dei morti per prendere un’anima e portarla nel mondo dei vivi canalizzandola attraverso il corpo. Ogni donna sa che da quel viaggio c’è un 50% di possibilità di non ritorno, quindi ogni madre dà la vita al proprio figlio rischiando la propria. È questo il prezzo che pagano le madri e i figli la ricevono pagandola allo stesso prezzo che è costata ai genitori. 

Qui non ho capito. La madre paga il suo prezzo rischiando la vita per darla al figlio. Ma il figlio come paga il suo prezzo?

Gli ultimi mesi di gravidanza portano il feto a leggere l’utero materno come una gabbia perché ne limita la capacità di movimento, ma allo stesso tempo quando appaiono le contrazioni utili per la nascita possono essere vissute con terrore e angoscia perché il bambino sa di andare verso l’ignoto. Oggi le modalità del parto cambiano notevolmente in base alla cultura e alla società: in Africa le donne vengono assistite da altre donne e tendono a partorire nella natura seguendo il proprio istinto, mentre qui in Occidente c’è una cultura più medicalizzata, che, però, ultimamente sta riscoprendo metodi molto soft come il parto in acqua, lo skin to skin e molto altro.

Le memorie che creano i diversi tipi di parto

Le modalità in cui avviene il parto vengono registrate energeticamente nell’inconscio del bambino sotto forma di memoria perinatale e potrebbe avere un impatto nel modo in cui entrerà in tutte le situazioni future che la vita gli presenterà. Il momento del parto è il primo passaggio che l’essere umano compie su questa terra, poi ci saranno altri passaggi simbolici, nuovi inizi e nuove cose che ci attenderanno ed è importante sapere che nel nuovo ci entriamo nello stesso modo in cui siamo venuti al mondo. Quindi anche il parto di nostra madre può aiutarci a comprenderci meglio e per questo diventa importante prestare attenzione alle modalità di nascita: cesareo, induzione, forcipe o ventosa, epidurale…

Pensa che ho conosciuto una ragazza nata con la metodologia della ventosa che quando attraversa fasi di cambiamento puntualmente le viene il ‘cerchio alla testa’, bizzarra coincidenza non trovi? Questa, secondo me, è una memoria. (ovviamente la ragazza ha prima svolto tutti gli esami medici che hanno escluso patologie).

Simbologia del taglio del cordone ombelicale

Il parto termina con il taglio del cordone ombelicale che interrompe la comunicazione cellulare con la madre, anche se il DNA del bambino le rimane registrato nel cervello e rimarranno energeticamente collegati fino al settimo compleanno del bambino. Fino a questo punto rimarranno, così, uniti da un cordone energetico che poi si spezzerà autonomamente.

Il taglio del cordone ombelicale crea un nuovo racconto: è la lama che crea l’illusione di separazione dalla fonte creatrice (la madre) facendo sì che terra e cielo appaiano separati. 

Voglio concludere ricordando il pensiero di Hellinger, secondo il quale il nostro primo grande successo è la nascita perché arrivare fin qui è molto più articolato che andarsene. Una volta nati gran parte delle sfide e dei pericoli li abbiamo superati, anche se non ce li ricordiamo li portiamo con noi sotto forma di memorie perinatali.

E tu, hai mai pensato di indagare le tue memorie perinatali così da poter conoscere meglio anche te stessa? Scrivimi, è un meraviglioso viaggio di scoperta che potremo fare insieme. 

Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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