Durante le mie consulenze, incontro sempre più persone che hanno problematiche di vario genere nella sfera lavorativa: chi non riesce a trovare un posto fisso, o comunque stabile, chi non è soddisfatto del ruolo che ricopre, chi non riceve il giusto compenso o ha difficoltà nel farsi pagare, chi si sente sfruttato, umiliato, preso in giro, chi subisce mobbing e così via.
Facciamo un gioco di immaginazione. Immaginiamo gli impiegati in un ufficio come se fossero degli attori teatrali: i primi entrano in ufficio, svolgono il loro ruolo e contribuiscono, più o meno consapevolmente, a creare una data situazione, mentre i secondi salgono sul palco, recitano un ruolo dopo aver studiato un copione e, quando la recita finisce, lasciano andare i personaggi per ritornare sé stessi. La differenza tra i due gruppi la dà la consapevolezza del copione perché se gli attori ne studiano uno e ne sono consapevoli al 100%, i lavoratori assorbono quei copioni dal secondo livello di coscienza e non se ne rendono conto arrivando così a proiettare e ripetere le stesse dinamiche presenti nell’albero, ma cambiandone i simboli.

L’ordine gerarchico di Hellinger sul luogo di lavoro
Non ho prove scientifiche che dimostrino che sia l’albero genealogico a creare queste disarmonie, ma è utile ricordarci che ogni singola cosa presente in questa esistenza è un simbolo e ogni simbolo è interconnesso ad altri. Prendiamo, ad esempio, la madre: è colei che ci dà la vita e ci nutre, ma spostando questa simbologia nel mondo del lavoro possiamo ritrovarla nell’azienda perché è l’azienda che produce flussi di abbondanza creando denaro necessario per nutrirci. Quindi, possiamo indagare le disarmonie lavorative con la stessa metodologia con la quale si lavora sull’albero e ti spiego come.
La metodologia delle costellazioni familiari è applicabile anche al lavoro perché anche quest’ultimo risponde a un ordine gerarchico simile al sistema familiare: se a casa abbiamo i genitori (antenati-grandi) e poi ci siamo noi (discendenti- piccoli), nel lavoro abbiamo il capo, manager o responsabile (grande) e poi ci si siamo noi, se siamo dipendenti.
Le infrazioni degli ordini di cui ti parlo qui si possono manifestare in svariati modi anche sul posto di lavoro, te lo spiego con due esempi:
Rapporti difficili e colleghi arrabbiati
Il mio amico Paolo lavora per un’azienda finlandese, gestisce un gruppo di circa sette persone ed è sua volta gestito da una manager, chiamiamola Pina. Quest’ultima è stata promossa a manager con un inganno: le è stato promesso uno stipendio per determinate mansioni, ma a fatti concreti le mansioni sono almeno il quadruplo di quelle prospettate e lo stipendio, a questo punto, diventa misero. Non le è stato fatto nessun corso di formazione, ne inserimento: quindi, costei è stata letteralmente catapultata a capo di una ‘baracca’ senza il manuale di istruzioni.
Possiamo immaginare il risentimento di Pina, la sua frustrazione e tutti gli annessi e connessi del caso.
Lei non reggeva il peso gerarchico di essere ‘’più grande’’ di Paolo e l’inganno (che ricorda la mela di Biancaneve) non alleggeriva le cose; il risultato? Rapporti tesi, impossibilità nel comunicare, scenate isteriche, perdita del controllo emotivo, casini e disordini vari.
Non conosco Pina né il suo albero genealogico, ma qui mi farei le seguenti domande:
- Cosa nel suo albero è stato vissuto come inganno?
- Quali sono le convinzioni genealogiche legate al nutrimento (stipendio)?
- Se ‘’non regge’’ il ruolo di capogruppo, che rapporto ha con il suo femminile?
Secondo me, ha delle disarmonie nella sua linea genealogica femminile che ostruiscono il flusso del sostegno da parte degli antenati. Cercherei le risposte nel suo albero facendole disegnare sia quello genealogico che l’organigramma professionale (l’albero del lavoro con i nomi dei colleghi al posto dei familiari)

Disordine nella gerarchia aziendale e insoddisfazione nel lavoro
La mia amica Jessica lavora per un noto franchising di alimentazione naturale. Il suo ruolo in azienda ha due metodi di lettura: uno ufficiale (commessa al pari livello di tutte le altre) e uno ufficioso (a parole è la responsabile del personale). Tradotto in parole semplici: è una commessa che viene pagata come tale ma che ha il doppio delle responsabilità che non le vengono riconosciute economicamente.
Il riconoscimento dell’azienda passa attraverso lo stipendio perché quello è il concretizzarsi della gerarchia: è giusto che il capo guadagni più dei suoi sottoposti, così com’è giusto che un fattorino guadagni meno di un dirigente.
L’azienda non dandole lo stipendio adatto al ruolo le nega il riconoscimento effettivo di quel che fa e lei stessa sente di non essere in linea tra parole e realtà. Di conseguenza il gruppo non la riconosce come ‘capo’ e non può conferirle una leadership di nessun genere perché, di fatto, hanno tutti lo stesso stipendio, quindi sono tutti pari. Ed è proprio questo il suo problema in azienda, lei non viene rispettata dalle colleghe perché senza l’aumento di stipendio il gruppo non riconosce Jessica come leader, di fatto cosa ha di concreto lei per dire ‘sono più grande di voi?’ Nulla. Ed è questo nulla che la fa apparire spocchiosa agli occhi del team, ricordi quelle bambine che nei giochi di gruppo volevano sempre comandare? Ecco mi dà molto questa impressione.
Non ho l’albero di Jessica, ma le domande che mi farei sarebbero le seguenti:
- Come mai, tra tutte le commesse che c’erano, questo finto ruolo è stato dato proprio a lei?
- Di chi ha bisogno di sentirsi più grande?
- Cosa non è stato visto o riconosciuto nel suo albero? Oppure, chi?
Cosa vuol dire avere successo nel lavoro?
Hellinger affermava che il più grande successo della nostra vita è stata la nostra nascita e studiando le meccaniche di incarnazione mi sento di avvalorare questa tesi.
Successo deriva dal latino ‘succedere’, cioè venire dopo. Quindi, il successo è anche la capacità di raggiungere obiettivi e risultati grazie alle nostre azioni.

Nel lavoro il successo indica la capacità di connettersi all’abbondanza e alla prosperità della vita e questa è dovuta anche alle energie che ci vivono dentro. Ad esempio, il denaro ha un lato maschile (la moneta che abbiamo in tasca) e un lato femminile legato al flusso (soldi che entrano ed escono). Magari se ci fossero delle problematiche nel chiedere il giusto compenso per il proprio lavoro sarebbe utile vedere le dinamiche genealogiche con il maschile, oppure, se proprio non fluissero soldi, bisognerebbe porre attenzione sulle dinamiche con il femminile, soprattutto con la figura materna dal momento del parto e per tutta la prima infanzia. Siamo tutti esseri umani, anche nostra madre lo è, o lo era. Lei, però, ha fatto qualcosa di sensazionale: ha prestato servizio alla vita dandoci un corpo e mettendoci al mondo.
Riallinearci energeticamente con questo concetto ci aiuta a riallinearci con la vita nonostante tutte le dinamiche e vicissitudini umane.
Le costellazioni familiari sono lo strumento adatto in questo senso perché iniziano laddove qualcosa si è precedentemente interrotto. L’interruzione crea un blocco energetico che, poi, si manifesta come disarmonia. La costellazione inizia da qui e riprogramma il flusso così da riequilibrare la disarmonia.
Hai notato dei nodi anche nella tua situazione finanziaria o lavorativa? Parlamene!