Con l’attuale transito del Sole nel segno della Bilancia non posso perdere l’occasione di parlarti di questo Arcano meraviglioso. È un archetipo collegato ad Astrea, la dea greca della giustizia. Ti ho parlato di lei in uno degli ebook in omaggio con Anahata. Se non l’hai ancora fatto, iscriviti alla newsletter per non perderti il prossimo!
Come tutti gli Arcani maggiori, la Giustizia viene anche chiamata ‘casa Dio’ perché è una tappa necessaria lungo il percorso che l’anima compie su questa terra. Prima di entrare in questa energia l’anima sperimenta la Ruota della Fortuna dove conosce il karma, i cambiamenti e gli up and down, poi, dopo la Giustizia, troverà l’Appeso dove capirà l’importanza di fermarsi e guardare le cose da altri punti di vista.
Arcano 11 nei tarocchi Rider Waite
In questo arcano vediamo una donna seduta, il suo è uno sguardo diretto e serio, in una mano tiene una spada e nell’altra una bilancia. È vestita di rosso con un mantello verde e le scarpe bianche. Indossa una corona e il suo trono è posizionato al centro di due colonne.

Quando l’anima entra in uno spazio sacro ha già compreso che le leggi karmiche governano il mondo. Karma è un concetto troppo banalizzato e storpiato in questo periodo. Non intende solo i concetti di causa-effetto, azione-conseguenze. Ma parla anche di quel bagaglio che ci portiamo dietro da molto lontano, te ne parlavo qui.
La donna che vedi nel Tarocco è Astrea. La sua postura e il suo sguardo incutono timore ed è pronta a punire se le leggi superiori vengono violate. Soprattutto se agiamo seguendo emozioni dense e vibrazioni basse anziché agire di cuore.
L’importanza del cuore la si vede dal colore del mantello di Astrea. È il verde di Anahata, il centro energetico associato al cuore e a Venere, pianeta della guarigione che domina il segno della Bilancia.
I simboli nella carta della Giustizia
La sua spada è azzurra, il colore dello Spirito e dell’Aria, elemento della Bilancia. Punta al cielo in segno di superiorità perché ci ricorda che siamo sempre mossi da leggi superiori che agiscono su di noi come meccanismi sottili.
Ci ricorda anche che in tutto ciò che facciamo sono connessi i nostri tre livelli di coscienza (se non li conosci, li trovi qui). C’è un piano spirituale al di sopra del bene e del male che ci connette all’Uno, senza scissioni e giudizi dettati dalla coscienza individuale.
La mano che impugna la spada è la destra, il maschile. È la parte di noi che agisce e questo suo gesto ci ricorda di agire tenendo conto delle meccaniche superiori che ci guidano.

Con la mano sinistra sostiene una bilancia in segno di equilibrio ed equità. Le serve per non essere troppo rigida o troppo morbida nelle decisioni. Ognuno deve prendere su di sé il peso delle proprie responsabilità. Di fronte a lei non esistono più vittime o carnefici, ma esistono attori inconsapevoli di aver interpretato un ruolo.
Il ruolo della vittima è ciò che incatena l’essere umano al ruolo di piccolo. Essendo ‘vittima-innocente-non colpevole’ c’è una parte di noi che si esonera dalle responsabilità. Le responsabilità sono per i grandi, gli adulti. Mentre la loro assenza è per i bambini, i piccoli.
La vittima è un gioco a due ruoli, o persone. La vittima non cerca aiuto, ma qualcuno con cui giocare. Schierarsi dalla sua parte significa darle il potere di diventare carnefice perché nel tentativo di aiutarla si perdono forze ed energie che ci spingono a fare una scelta di sopravvivenza: farci divorare da lei, oppure salvaguardarci abbandonandola?
La seconda ipotesi ci trasforma in carnefici, perché abbiamo abbandonato la ‘povera’ vittima. Così facendo viene ripristinato l’ordine iniziale e il gioco di ruoli in un certo senso ripartirà.
Nelle costellazioni familiari ripristiniamo gli ordini e gli equilibri infranti, te ne parlo qui e c’è una frase chiave che ripristina quest’ordine ‘io prendo su di me il 50% di responsabilità che mi compete e a te lascio il tuo 50%’.
Hellinger stesso dice che se le persone fossero umanamente in grado di assumersi le proprie responsabilità non esisterebbero le costellazioni familiari. Anche quando parliamo di pesi ereditati et simili, siamo di fronte ad una o un antenato che non è stato energeticamente in grado di assumersi le proprie responsabilità.

La giustizia nei tarocchi: significato e interpretazione
La dea della giustizia è vestita di rosso in segno di volontà, centratura, radicamento e flusso vitale. Il flusso vitale è il sangue che ci scorre nelle vene. Mentre il radicamento energetico è ciò che ci tiene con i piedi per terra e ci permette di decidere seguendo la voce della nostra essenza anziché i condizionamenti.
L’elemento terra lo si vede anche nel quadrato azzurro al centro della corona dorata che indossa. L’oro parla di valore e il quadrato è lo stesso che troviamo nell’arcano del diavolo, ci parla di materia, realtà e concretezza, quindi terra. L’azzurro è il colore dello spirito, come nel caso della spada.
Le scarpe sono bianche e manifestano la purezza e l’onesta nelle decisioni. Infatti, non sceglie giudicando, ma in base alla coerenza e al rispetto delle leggi divine.
Il trono è posizionato al centro delle due colonne. Alle sue spalle c’è un telo viola dal quale si intravede la luce. Il viola è il colore della verità e dell’illusione. Quel telo serve per coprire la luce che deve essere accessibile solo agli iniziati.
Con il termine “iniziati” mi riferisco a coloro che hanno consapevolezza di tutte le meccaniche divine di cui ho parlato finora. Chi non ce l’ha rimane nel gioco di giusto-sbagliato, vittima-carnefice senza rendersi conto del piano superiore dove tutto si muove in perfetto equilibrio.

Lo sfondo giallo parla di intuizione e coscienza. Lì c’è l’Uno. L’unità che vede il bene dentro ciò che definiamo male. E il male dentro ciò che definiamo bene. Gli orientali lo chiamano Tao.
Questo Arcano rappresenta anche le regole e ci invita a seguire sempre la nostra coscienza. Se non la seguiamo non siamo fedeli a noi stessi e per questo pagheremmo prezzi alti.
Ci invita ad assumerci le nostre responsabilità e se queste sono troppo ingombranti, o se possono sembrare troppo pesanti, dovremmo chiederci se le responsabilità che ci vogliamo prendere è solo nostra oppure stiamo inconsapevolmente cercando di assumerci anche quelle di qualcun altro.
Per capire se è così potresti disegnare il tuo albero, trovi qui le mie indicazioni, e poi lo leggiamo insieme!