Visti i messaggi ricevuti dopo aver parlato delle sorelle di Cenerentola, oggi ho deciso di parlarti di lei, di Cenerentola, naturalmente sempre in chiave costellativa.
Della sua storia ci sono oltre 300 versioni così, dovendone scegliere una soltanto, ho deciso di riportarti quella che ho trovato su Wikipedia perché mi sembra la più completa. Se non ti va di ricapitolare e approfondire la trama insieme, puoi andare direttamente qui alla parte costellativa.
Cenerentola: trama della fiaba
La storia parla di una ragazza bellissima, figlia di un uomo ricco. Dopo la morte della madre, suo padre si risposa con una donna a sua volta vedova e che aveva già avuto due figlie dal marito defunto. La ragazza viene schiavizzata dalla matrigna e anche il padre si lascia comandare a bacchetta dalla donna e dalle sue figlie (nella versione dei fratelli Grimm, nemmeno lui considera più Cenerentola come sua figlia). In casa tutti la disprezzano, al punto da chiamarla solo col nomignolo “Cenerentola” per via della cenere di cui la ragazza si sporca pulendo il camino e le pentole.
La vita di Cenerentola cambia quando giunge in città la notizia che a corte si terrà un ballo organizzato dal re, durante il quale il principe erede al trono sceglierà la sua futura sposa. Le sorellastre e la matrigna hanno in programma di partecipare al ballo, naturalmente escludendo Cenerentola.
Però, con l’aiuto magico della “fata madrina” la ragazza viene vestita di un meraviglioso abito principesco e riesce a recarsi segretamente al ballo, nonostante il divieto della matrigna. La fata, tuttavia, raccomanda alla fanciulla di rientrare entro la mezzanotte.
Al ballo, Cenerentola attira l’attenzione del principe e i due ballano tutta la notte. Tuttavia Cenerentola, innamorata, si dimentica del tempo che passa. Poiché l’effetto dell’incantesimo è destinato a svanire proprio a mezzanotte, ella deve fuggire di corsa allo scoccare dei dodici rintocchi e nella fuga perde una scarpa di cristallo. Il principe trova la scarpa e, rimastone incantato, proclama che sposerà la ragazza che riuscirà a calzare a “pennello” quella scarpetta.
Il giorno successivo gli incaricati del principe si recano in tutte le case del regno e fanno provare la scarpetta di cristallo a tutte le ragazze in età da marito, incluse le sorellastre di Cenerentola, le quali, nella versione dei Grimm, si macchiano addirittura di tradimento, poiché cercano di imbrogliare. La matrigna, infatti, le spinge a tagliarsi una parte del piede per farlo entrare correttamente dentro la scarpetta, tanto non avranno più bisogno di andare a piedi quando una di loro sarà regina. Ma durante la strada verso il castello vengono entrambe smascherate da due colombi bianchi del paradiso, fedeli amici e servitori di Cenerentola, che avvisano il principe del sangue sulle calze. Alla fine, Cenerentola riesce a provare la propria identità senza alcun sotterfugio e sposa il suo amato principe, che la libera dalle vessazioni della famiglia.
Nella versione di Perrault, sinceramente pentite di tutto il male che le hanno fatto, la matrigna e le sorellastre vengono perdonate da Cenerentola, che le porta a vivere al palazzo reale e fa sposare le sorellastre a due grandi nobili di corte. In quella dei Grimm, al contrario, sono state false e crudeli fino alla fine, tanto da scatenare la collera della principessa. Infatti, il giorno delle nozze reali, anche se zoppe per le automutilazioni, le due cattive sorellastre si fanno avanti come damigelle d’onore, nella speranza di conquistare il favore della futura regina e dividere con lei le sue fortune. Ma questa volta non sfuggono alla sua vendetta, che le fa accecare in chiesa dai due magici colombi, come giusta punizione per il loro comportamento diabolico. Mentre la loro padrona cammina lungo la navata, posati sulle sue spalle, i colombi cavano un occhio diverso a ciascuna, ma le sorellastre non si arrendono e così, avendo gettato via la loro ultima possibilità di redimersi, quando escono dalla chiesa al termine del matrimonio, viene cavato a ciascuna di esse anche l’occhio rimanente.

La gelosia retroattiva e gli ordini dell’amore di Hellinger
Cenerentola è uno dei prototipi più antichi di famiglia allargata.
Il primo nucleo familiare è quello composto da padre, madre e figlia. Quando la madre muore, il padre conosce un’altra vedova con due figlie a carico e si sposano formando a loro volta un altro sistema familiare.
Qui è importantissimo l’ordine che ci spiega Bert Hellinger, padre fondatore delle costellazioni familiari. È importante che ognuno mantenga il proprio posto e rispetti la gerarchia: la prima moglie defunta e il primo marito defunto vengono prima dei nuovi partner e questi ultimi gli devono riconoscere il posto. Un gesto simbolico interiore è più che sufficiente, non c’è sempre bisogno di diventare amici per forza.
Nella favola, invece, vediamo come la nuova moglie abbia un profondo astio nei confronti di Cenerentola: il motivo risiede nel fatto che questa prima figlia è composta da un 50% proveniente da sua madre e l’altro 50% proveniente da suo padre. Quando la matrigna vede Cenerentola, di riflesso, vede anche sua madre e comportandosi così dimostra di non riuscire ad accettare che nella vita del marito ci sia stata un’altra donna prima di lei.
La matrigna di Cenerentola e il suo rapporto con il femminile
Perché accade questo? Perché la matrigna è in corto circuito con il proprio femminile e qui guarderei con attenzione il rapporto che quest’ultima ha con sua madre. Cenerentola e sua madre ricordano alla matrigna qualcosa di doloroso che arriva dal rapporto con la propria madre o dall’albero genealogico della stessa.
Personalmente, quella rabbia cieca, quella voglia di prevalsa e di umiliazione che prova la matrigna mi fanno sorgere una domanda: si è sentita riconosciuta nella bellezza del suo femminile? Qualcuno nel suo albero ha mai detto quanto fosse bello essere femmine? O almeno, ne ha mai sperimentato le doti e le qualità?
C’è un punto chiave che viene spesso dimenticato: il partner ha avuto dei movimenti e dei sentimenti che lo hanno spinto a stare con la ex compagna, in questo caso prima moglie, se la matrigna non lo accetta, di fatto, non accetta una parte importante del marito e finirà, così, per rischiare di perderlo, in un modo o in un altro. Non riconoscendo la presenza di una relazione precedente, rischia di mettere anche quella attuale nello stesso movimento della prima e, se la prima è finita, possiamo intuire come potrebbe svolgersi anche quella attuale.
È complesso mantenere questo equilibrio perché richiede molto ordine interiore ma, non preoccuparti, le costellazioni esistono per questo!

Il padre di Cenerentola e il deficit di energia maschile
Nelle versioni cinematografiche il padre risulta morto poco dopo il nuovo matrimonio, mentre in altre versioni del racconto viene mostrato sottomesso alla nuova moglie, fatto sta che è assente dal suo ruolo. Come mai?
Io parlerei di deficit energetico, cioè mancanza di forza nel sostenere il suo ruolo di genitore e capo famiglia. Qui c’è da indagare la sua linea maschile: che rapporto ha, o aveva, con il padre? Che cosa è successo nella vita di questi uomini come evento inevitabile? Il padre e il nonno com’erano? Ci sono stati forti sensi di colpa?
Il maschile è quel principio energetico che agisce e mette in pratica le intuizioni e i sogni che abbiamo grazie all’energia femminile. Quando le due energie sono molto sbilanciate può accadere che un’azione si riveli dolorosa per chi in qualche modo la subisce, quindi magari in un albero genealogico può essere accaduto un episodio del genere, oppure l’albero abbia letto in un modo particolare una serie di eventi. Ti ricordo che il mio quadrisavolo rimase vedovo cinque volte e il mio albero lo lesse come ‘Barbablù’, cioè, un seppellitore, ma le mogli morirono di morte naturale.
Nella versione dei fratelli Grimm, nemmeno lui considera più Cenerentola come sua figlia. Questo passaggio ci mostra la sua totale mancanza di forze. Non esistono genitori che non vogliono occuparsi dei figli, ma esistono genitori che non possono farlo.
Il padre è quella figura che accompagna nel mondo anche solo dandoci il cognome e anche qui non esistono padri che non vogliono accompagnare nel mondo i figli, ma esistono padri che non possono farlo e studiare l’albero genealogico ci aiuta a comprenderne il perché.
Anche la scelta di una matrigna così complessa, oserei definire anche feroce, non la vedrei proprio come una scelta casuale: guarda caso un uomo che non regge il suo ruolo finisce nelle grinfie di una donna che non vede l’ora di comandare tutto. Forse questa donna gli serve così com’è per nascondercisi dietro e non vedere le proprie mancanze. Magari il setting della loro coppia è genitoriale: su carta sono marito e moglie ma nella realtà uno è genitore dell’altro, assumendosi le responsabilità al posto dell’altro e via dicendo.
Cenerentola viene esclusa dalla vita del padre
Ti ho già parlato qui delle sorellastre di Cenerentola, ma nella storia c’è un altro passaggio chiave: queste ultime e la matrigna la escludono dal ballo.
Ci sono molte interpretazioni esoteriche e psicologiche di questo passaggio, io qui mi limiterei a vedere il ballo come interazione con l’esterno e sappiamo che l’esclusione crea dei disordini importanti.
Tutto ciò che escludiamo ci incatena in un modo o in un altro. Ci richiama a sé finché non viene reintegrato ripristinando, così, l’ordine primigenio ed è questo ad aprirci verso il nuovo.
La costellazione in fiaba di Cenerentola ci parla della figlia del primo matrimonio che si sente sola, o esclusa, dalla vita del genitore che si è risposato. Infatti, vediamo come l’esclusa Cenerentola si presenta al ballo vestita benissimo, prendendosi il principe e, per quella che ipotizzo essere la visione delle sorellastre, rubandoglielo. Essendo stata esclusa lei è divenuta più forte perché, per istinto di sopravvivenza, ha avuto bisogno di emergere.

Cenerentola perdona o si vendica delle sorellastre?
Nella versione di Perrault la matrigna e le sorellastre vengono perdonate da Cenerentola, ma il perdono a livello costellativo crea un gran disordine perché dà una visione verticale sulle cose, simbolicamente dice “Vedi? Tu mi hai fatto male, ma siccome io sono più grande, meglio, di più di te, io ti perdono”. Questo concetto spezza l’equilibrio tra le due parti. Sarebbe più semplice e funzionale accettare le cose e le persone per quello che sono e poi decidere della propria vita, della serie “Avete fatto questo e questo. Ok, lo vedo, è andata così, voi di qui e io di là. Care cose”
Fatico molto ad accettare l’idea di una Cenerentola alla quale ne vengano fatte di cotte e di crude ma resta sempre sorridente, come il film Disney ce l’ha proposta. Penso che chiunque di noi sarebbe incazzata nera con tutti, soprattutto con il genitore che ha permesso quel movimento, anche se per deficit.
Riguardandola con occhi adulti, mi ha dato l’impressione di voler far passare un messaggio sulla repressione emotiva, ma se pensiamo che quel film risale agli anni ‘50 e la società chiedeva questo alle donne, bene o male capisci che è in linea con ciò che era.
Io ti do appuntamento alla prossima fiaba ma se leggendo questo articolo hai sentito qualcosa risuonare con te e ti va di parlarne insieme, scrivimi!