Una cosa che riscontrato molto spesso occupandomi di costellazioni familiari e metagenealogia è che le disarmonie quotidiane sono le conseguenze di esclusioni dell’albero genealogico.
Quando ti ho letto la fiaba della bella addormentata ti ho descritto come l’esclusione della tredicesima fata abbia irretito la principessa Aurora, discendente del Re.
Allo stesso modo quando ti ho parlato di Coco ti ho mostrato l’effetto del segreto di famiglia su Miguel e il suo bisogno di fare luce su ciò che era realmente accaduto.
Ad ognuno di noi capita di essere Miguel, Aurora, Pinocchio, Biancaneve o Cenerentola e questi racconti ci piacciono tanto proprio perché, in modo più o meno consapevole, riusciamo a identificarci con essi.
Si tratta di racconti eterici, onirici che sembrano lontani, sembrano avere la stessa texture dei sogni! Ed è proprio quella la consistenza delle costellazioni familiari.
Infatti, è nel momento in cui prendiamo le distanze dal tran tran quotidiano e ci mettiamo in contatto con la parte più profonda di noi che riusciamo a prendere consapevolezza di tanti aspetti finora ignorati.
Ed è proprio questo lo scopo delle meditazioni: rimetterti in contatto con te stessa.
E questo è il regalo che nel mese di febbraio ho riservato agli iscritti alla mia newsletter: 30 minuti di meditazione personalizzata gratuita.
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Tornando al mondo delle fiabe, sembra complicato riuscire a tradurle in contesti reali perché nessuno di noi vive in un castello, o con dei nani, o con una strega cattiva che insiste per farci mangiare una mela. Infatti le fiabe parlano con un linguaggio simbolico ed è il simbolo a fare la differenza. La traduzione del simbolo in parole semplici diventa, così, lo strumento utile per arrivare all’origine energetica delle disarmonie.
Nel caso dell’esclusione è facile chiedersi “ma se nessuno di noi ha avuto fate da invitare alle feste, come contestualizzo l’esclusione? O meglio, chi è stato escluso?”
Senso di appartenenza alla famiglia: in principio ci fu l’albero
Veniamo al mondo tramite un concepimento avvenuto grazie a una donna e un uomo, madre e padre. Quando loro si sono incontrati in realtà non è stato un incontro tra due persone, ma tra due alberi genealogici che si erano dati appuntamento per poter chiamare a sé un’anima che avesse desideri, missioni e scopi simili a quelli che servivano all’albero per poter evolvere, quindi sopravvivere.
L’albero non è solo un’idea lontana che vive in altri mondi, ma è un’entità energetica che vive dentro di noi e ci connette a tutti coloro che ci hanno preceduti lasciando in esso delle tracce, cioè delle impronte energetiche.
Ci sono dei campi morfogenetici di cui ti parlo qui che permettono forme di comunicazioni sottili tra avi e discendenti. Attraverso questi fili invisibili si trasmettono informazioni sacre che andranno poi contestualizzate, a volte anche ripulite per poterne estrarre il sostegno e l’amore degli antenati.

È sempre bene ricordare che le generazioni precedenti ai nostri genitori non avevano a disposizione nessuna forma di supporto emotivo di fronte ai dolori e alle avversità della vita, quindi, per sopravvivenza, l’unica cosa che potevano fare per non farsi schiacciare dal dolore era tacerlo, ignorarlo e far finta che non esistesse.
Questo è stato utile in quel momento anche se ha cristallizzato il dolore nella coscienza del gruppo per poi arrivare ai discendenti sotto forma di blocco energetico manifesto in uno o più settori della vita.
Il silenzio, infatti, crea segreti, non detti ed esclusioni che, come l’incantesimo di Malefica, attirano i discendenti mossi da amore cieco.
Come discendenti ognuno di noi fa i conti con ciò che non è stato detto, visto o con chi non si è visto riconoscere il suo posto all’interno dell’albero, quindi gli esclusi.
Chi sono gli esclusi dell’albero?
L’albero genealogico registra le informazioni di tutti coloro che sono nati in quell’albero e il semplice fatto di esservi nati dà a tutti il diritto di appartenenza. Questo è il motivo principale per cui l’albero non accetta esclusioni e, quando avvengono, la sua coscienza chiede alla discendenza di compensare gli esclusi.
Possiamo considerare esclusi i bambini mai nati che magari non sono stati pianti per il troppo dolore che hanno portato con sé. O, ancora, i bambini volati via poco dopo essere nati o durante l’infanzia.
Ma anche le donne che rimanevano incinte al di fuori del matrimonio, violando in qualche modo la moralità dell’albero.
Lo stesso destino di esclusione potevano subirlo coloro che venivano chiusi in strutture di vario tipo o nelle carceri. Così come coloro che avevano commesso gravi crimini o che li avevano subiti portando con sé grandi paure.
Perché avvengono le esclusioni?
Come abbiamo visto, i motivi principali sono: dolore, oblio, paura e moralità.
Quando un evento legato ad uno o più antenati risultava troppo intriso di dolore semplicemente non se ne parlava più facendo cadere il tutto nell’oblio. Una dimensione senza tempo, bloccata e apparentemente parallela che potrebbe, poi, avere degli effetti catalizzanti su alcuni discendenti.

L’oblio è anche dettato dal tempo perché magari un’esclusione è avvenuta in tempi remoti e non ve n’è più traccia nei ricordi o nei racconti tramandati.
La paura che ciò che è stato possa riaccadere, la mancanza di pace e il bisogno di riappacificazione creano inquietudine e ulteriore paura. Inoltre, il tempo genealogico ha parametri diversi dai nostri: per l’albero non esistono distinzioni nette tra passato, presente e futuro ed è per questo che se per cronologia gli eventi sono lontani non lo sono per i loro effetti.
La moralità è dettata dai diktat religiosi che ognuno di noi ha sperimentato: il senso di colpa per la crocifissione di Gesù, la vergogna per ciò che rappresentava Maddalena, il peccato di Eva e via dicendo.
Quindi quando la religione aveva più impatto nella vita quotidiana rispetto ad oggi, le sue regole erano ferree e le infrazioni potevano costare allontanamenti ed esclusioni dall’albero.
Quelle antenate che hanno infranto le regole o quegli antenati che hanno seguito il loro cuore andando oltre i diktat, anche se esclusi, sono stati dei grandi pionieri! Loro sono i precursori della libertà e del diritto di scelta che stiamo sperimentando in questi tempi moderni!
Esclusione per cattiveria o destino individuale e pionierismo?
Capisco che tutto ciò possa sembrare crudele, meschino e cattivo, però c’è un’altra chiave di lettura che potrebbe essere più utile.
Anche se escluse, sono state tutte anime che si sono incarnate per vivere dei destini unici, irripetibili ed incomparabili con quelli di altri ed è questo a renderli sacri.
Ogni antenato ha vissuto i suoi dolori già solo perché era un essere umano in cammino. Nessuno di loro vorrebbe saperci indaffarati nel risolverglieli, anche se l’amore cieco ci illude di poterlo fare.
Coloro che ci hanno preceduti hanno spianato la strada a tutto ciò che di buono abbiamo oggi:
– la vita, che ha avuto la forza di andare avanti nonostante tutto,
– la libertà di divorziare, di scegliere con chi sposarci e se sposarci, l’opportunità di sperimentare più relazioni prima di trovarne una che sentiamo migliore,
– la possibilità di scegliere una fede individuale che ci faccia sentire connessi con il sacro.
Tutto ciò è stato creato prestando servizio alla vita stessa!
Molti episodi rimangono comunque incomprensibili alla nostra mente perché il loro senso non sempre è alla portata umana. Ma chiunque abbia sperimentato i destini di cui ti ho parlato lì riconosce come propri, sacri e vorrebbe solo potersene prendere la responsabilità e vedere che i discendenti vivano la propria vita continuando a desiderare, sognare, crescere, evolvere ed essere felici.
Nella felicità dei discendenti c’è quella di tutti gli antenati.

La costellazione della famiglia –
Bert Hellinger
Citando le parole di Bert Hellinger:
‘Quando un antenato ha lasciato qualcosa di incompiuto come una rabbia, desiderio di vendetta, una colpa o un crimine senza averli superati, si apre un campo di ‘compensazione arcaica’: l’inconscio familiare designa un discendente per concludere ciò che è rimasto in sospeso.
Quel discendente, dalla sua concezione, è allora intrappolato in quel campo di compensazione arcaica e non può fare altro che ripetere quel passato finché non se ne accorge. E quando se ne rende conto e si separa dal passato e assume il suo presente, le sue emozioni e le sue azioni, senza dare la colpa ad altri, esce dal campo della compensazione arcaica ed entra nel campo dell’autonomia.
E la vita ci manderà situazioni allo specchio di ciò che ha vissuto l’antenato in modo che noi viviamo queste situazioni dal presente e dall’adulto.
Appena viviamo il conflitto superandolo o metabolizzandolo, si risolve in parallelo quello degli antenati e ci liberiamo dal carico che ci toccava’
Come si può riequilibrare l’albero genealogico?
La metagenealogia, le costellazioni familiari, i riti e gli atti di potere sono degli ottimi strumenti per riequilibrare l’energia dell’albero!
Durante lo svolgimento delle costellazioni familiari si reintegra ciò che è stato escluso facendogli fare pace con il destino, riconnettendolo alla vita, riconoscendolo e ridandogli il suo posto.
Questo riconoscimento è una benedizione perché libera dalle catene, spezza gli incantesimi e bacia i draghi più spaventosi fino a vederli rimpicciolirsi!
Anche solo il disegno dell’albero (trovi le istruzioni qui) è un ottimo alleato nello svelare ciò che è stato nascosto: permette a ciò che è latente nell’inconscio del nostro albero di emergere, essere visto ed essere liberato!
Un buon modo per iniziare da subito a lavorare sul proprio equilibrio energetico sono le meditazioni guidate.
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