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Ti ho parlato qui dell’importanza che ha il nostro nome quando si tratta di studiare l’energia del nostro albero genealogico e dei racconti che porta con sé. Nel nome ci sono racconti che spesso viviamo come reali, oppure ci danno indicazioni su eventi da ricercare all’interno dell’albero con il fine di comprendere meglio il motivo di tante nostre dinamiche.

Oltre al nome, anche il cognome ha la stessa importanza e mostra lo stesso meccanismo. Il cognome ci contestualizza in un determinato gruppo familiare e ci permette di dire al mondo la nostra appartenenza genealogica. Anche il cognome è un racconto. Leggevo un libro tempo fa (del quale purtroppo mi sfugge completamente il nome) dove si parlava dell’analogia tra il cognome di Vittorio Sgarbi e i suoi modi sgarbati. Forse fa sorridere, ma non è di certo un caso, a parer mio.

Il significato metagenealogico del cognome e la sua importanza nella comprensione delle origini familiari

Per non violare la privacy di nessuno ti metto a disposizione il mio albero genealogico e tutti i suoi cognomi così possiamo sbizzarrirci ed esaminare l’inesplorato in lungo e in largo.

Iniziamo con una premessa: mi vedi ovunque come Sabina Zingariello Zanzottera, ma attualmente in anagrafe ho solo Zanzottera, il cognome di mia madre. Posso prendere il cognome di mio padre solo dal 2014, i motivi non ci serve saperli ma te lo dico solo per due motivi: 

  1. Ogni volta che cerco di registrare il secondo cognome in anagrafe accade qualcosa e si inceppa sempre tutto; evidentemente non è il momento di fare questo upgrade energetico, il mio albero non è pronto ed io lo accetto.
  2. Riferendomi alle energie del mio albero, ti parlo di mio nonno materno. Oltre a mia madre ha avuto un’altra figlia femmina e un maschio, mio zio, il quale decise di intraprendere un cammino in seminario. Mio nonno ne ebbe una crisi di nervi e disse testuali parole ‘’con due figlie femmine e un maschio che va in seminario, chi porterà avanti la mia discendenza con il mio cognome?’’. In quell’istante è come se avesse inserito un diktat (impostazione nascosta) nel secondo livello di coscienza. Guarda caso mia madre ha avuto me e per una questione privata non ho avuto il cognome di mio padre, quindi, il volere di mio nonno materno è stato esaudito.

Analizziamo ora questi due cognomi: Zingariello e Zanzottera

Quale storia racconta il cognome Zingariello?

Quale storia racconta il cognome Zingariello?

Zingariello mi ricorda i gitani, gli zingari, i gipsy e tutte le etnie nomadi. Sono coloro che girano e viaggiano senza fissa dimora. Ironico, se pensiamo che nell’albero di mio padre ci sono circa un trasferimento extraregionale per generazione

Questo potrebbe farmi pensare a una questione sul radicamento e se mi chiedi com’è stato il mio rapporto con il radicamento ti dico che ho vissuto tra le nuvole per anni. Anche questa dinamica è stata funzionale perché mi ha permesso di non essere troppo fedele al mio albero. È divenuta depotenziante in seguito, quando vedevo gufi per unicorni, a quel punto l’ho lavorata.

Pensiamo allora alla storia dietro a questo cognome: ci sono avi partiti da Bari che, salendo per le Murge, passando dalla Daunia, sono arrivati in Capitanata, altri sono partiti dalla Lucania, dall’Irpinia, dal Molise (per il trasferimento tipico degli insegnanti) e dall’Abruzzo (per la transumanza da Pescasseroli a Candela). Con tutte queste terre c’è una domanda di fondo che potrebbe creare corto circuito: tra tutte queste terre, la mia qual è? Boh. Quindi se non ho la terra sotto ai piedi dove metto le mie radici? Ecco che non mi radico.

Quale storia racconta il cognome Zanzottera?

Vedendo sempre un ramo genealogico come lo specchio dell’altro, nonostante Zingariello mi parli del profondo sud e Zanzottera del profondo nord, possiamo ridurli in minimi termini decodificando l’etimologia di Zanzottera che deriva dal francese ‘sans terre’, cioè senza terra

Qui sarebbe interessante vedere in che senso è mancata questa terra, magari si sono perse case o terreni? Come ti dicevo qui (link) non ho molte informazioni riguardo all’albero di mia madre ma possiamo aprire un’altra finestra: a non avere terra (intesa anche come madre, o luogo natio) sono anche gli orfani o i trovatelli, Zingariello infatti è un modo dialettale per dire ‘orfanello’.

Ho studiato la genealogia di mio padre per 14 generazioni e l’avo paterno più antico si chiamava ‘Zincarello D’Andria’, tradotto in ‘orfano di Andria’, magari ci racconta di un trovatello trovato ad Andria?

Il suo discendente scrisse nell’atto di matrimonio che non sapeva l’ultimo domicilio del padre poiché questo morì oltre 20 anni prima, ma dalle carte si vide che la sua morte era risalente a meno di 10 anni prima, quindi possiamo presumere che non fossero in contatto. 

Questo ci può parlare di rapporti interrotti con il padre, inteso anche come il grande padre, Dio. Questo evento, cristallizzandosi nell’albero, ha creato il racconto di un padre che abbandona, magari se nell’albero c’è qualcuno con già questa ferita, questo meccanismo genealogico l’ha rimarcata.

Ora facciamo un salto indietro di qualche generazione ed analizziamo alcuni cognomi ritrovati nell’albero: D’agostino, Messomonaco, Caruso, Lupo, Gatta, Argenteri.

Quale storia racconta il cognome D’Agostino?

D’Agostino ci racconta che quel gruppo è di Agostino, quindi appartiene ad Agostino. Se dovessi decodificarlo terrei in considerazione il vissuto dei santi con quel nome. Leggendo su Wikipedia vediamo che si trattava di un filosofo, considerato una grande mente. Sintetizzando fino all’osso vediamo che i suoi scritti trattano il tema di grazia e peccato. Il peccato cattolico prende spesso connotazioni carnali, sessuali et simili, mentre la grazia è ciò che cerchiamo spesso per alleggerire il senso di colpa.

Quest’ultimo è sempre il racconto di una responsabilità che non riusciamo ad assumerci e con il background cattolico è sempre impegnativo da sostenere. 

Quindi io questo racconto lo porrei sotto forma di domanda: ci sono stati atti sessuali che hanno provocato colpa? Sensi di colpa? Gravidanze extraconiugali?

Come vengono vissuti i rapporti sentimentali da questa discendenza?

La cosa ironica è che nel mio albero un D’Agostino era sposato con una Messomonaco. Inutile dirti quanto la parola Monaco nel cognome mi ricordi le privazioni cattoliche e sacerdotali, quindi potrebbe essere che qui il concetto di piacere sia escluso? Magari una vita volta al puro sacrificio dove è impossibile fare quello che piace, incluso un lavoro insoddisfacente, poiché dovere e piacere non sono concepiti come uniti?

La simbologia del cognome Lupo e Caruso 

A rafforzare la dinamica di trovatelli che ti accennavo prima c’è anche il cognome Caruso, famosissimo e diffusissimo in tutto il sud. Caruso è di origine campana e ci parla di ragazzino. Usando un’espressione dialettale mi chiederei: Che fa ‘sto ragazzino? Ce l’ha una casa? A chi appartiene?

Troviamo nell’albero anche Lupo e qui mi sento ironica a pensare al mio amore per questo animale, ai quadri che lo raffigurano trovati già appesi nella mia nuova casa pronti ad aspettarmi. Come posso non sentirmi amata e sostenuta da questa energia così potente?

Il Lupo è un animale lunare che si collega al colore argento (Argentero trovato nell’albero) connesso alla Luna. Se mi segui da un po’ conosci il mio amore per “Donne che corrono coi lupi”. Ora forse tutto ha più senso.

Troviamo anche Gatta, l’animale femminile per antonomasia. Colui che le leggende vedono come catalizzatore e pulitore di altre dimensioni. Qui chiederei se ci sono persone nell’albero con capacità medianiche ma sarebbe una domanda retorica perché Hey, here I am baby! 

Questo che ti ho raccontato è parte del lavoro di metagenealogia che spesso è propedeutico ad una costellazione familiare mentre altre volte può portare esso stesso tutte le risposte di cui avevamo bisogno.
Se ti va di fare questo tipo di percorso insieme, scrivimi, sarò felicissima di accompagnarti.

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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