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Questo è il primo “viaggio virtuale” dell’anno qui nel mio blog e ti porto con me in India. Durante le mie amate letture ho scoperto due rituali indù antichissimi per la celebrazione delle mestruazioni.
Uno è l’Ambubachi Mela, un festival annuale indù che si tiene nel nord dell’India, più precisamente a Guwahati, Assam e che celebra il ciclo mestruale di Devi Kamakhya, la Grande Madre.

L’altro è il Raja Parba di cui ti parlerò prossimamente, iscriviti alla newsletter per non perderlo!



Origini mitologiche

Secondo la mitologia, la dea Śakti saltò in un havan kund (un braciere sacro induista dove vengono accesi i fuochi per i rituali) poiché non era in grado di tollerare l’insulto che suo padre aveva espresso nei confronti di suo marito. Dopo la sua morte, Lord Shiva la raccolse e in un impeto di rabbia iniziò a danzare sui suoi resti. Per calmarlo, Lord Vishnu tagliò il suo corpo in 51 pezzi e la Yoni, ovvero i genitali femminili, di Śakti caddero in questo templio a Guwahati.

Da allora, è adorata come la dea del desiderio e della fertilità. Si ritiene che la dea attraversi le sue mestruazioni annuali durante questo periodo e proprio da qui ha tratto origine la celebrazione che ora ti racconterò.

Ambubachi Mela: traduzione

Il termine ‘Ambu’ del festival vuol dire sangue o lo scorrere del sangue che in sanscrito ha una connotazione simile al nostro termine “mestruazioni”. 

Anticamente serviva per celebrare l’equilibrio dei cicli femminili di vita-morte-vita interconnessi a corpo e natura. Oggi è un festival che ogni anno attira milioni di pellegrini da tutta l’India.

Quando si festeggia l’Ambubachi Mela

Le date del festival dipendono dai transiti planetari, non quelli dell’astrologia occidentale a cui siamo abituati ma quella vedica. Sono mondi estremamente difficili da riassumerti in poche righe, ma tentando di tradurre tutto in parole semplici possiamo dire che l’astrologia occidentale è più basata sui transiti del Sole e si attenziona di più sulla struttura psichica dell’individuo, mentre per l’astrologia vedica viene data maggiore importanza alla Luna e a tutto il suo simbolismo. 

Viene celebrato nella stagione dei monsoni, durante il mese Ahaar (verso la seconda metà di giugno), quando il Sole transita tra la costellazione di Mithuna (Gemelli) e Karkata (Cancro). Siamo nella stagione dei monsoni e il fiume Brahmaputra è in piena. Questo aspetto a livello simbolico è importante: il fiume ricorda un flusso di liquidi e di emozioni che scorrono. 

Durante le piogge monsoniche e la piena del fiume, si ritiene che il potere nutritivo e di creazione del mestruo di Śakti diventi accessibile ai partecipanti. 

Quando si festeggia l’Ambubachi Mela

Offerte e invocazioni alla dea

Fin dal primo giorno si iniziano a eseguire vari Yagna intorno al complesso del tempio.
Yagna è un termine sanscrito che significa ‘offerta’ e si riferisce ad un’antica forma di rituale Hindu un cui il dio fuoco, chiamato Agni Deva, fa da medium, inteso come canale mediatore, tra gli dei e gli uomini. È un rito che si compie di fronte al fuoco dove vengono cantati vari mantra vedici. 

Sorprendentemente, ogni havan kund (braciere sacro induista dove vengono accesi i fuochi per il rito) ha un aspetto diverso dall’altro e ogni aghori (ordine monastico dell’India) canta preghiere diverse dall’altro. 

Queste sono una specie di Pūjā (invocazione della dea) senza un regolamento preciso e universalmente conosciuto. Le preghiere selvagge, rumorose e ancestrali che risuonano nei locali, gli ingredienti esotici che vengono versati nell’havan kund, i rituali sconosciuti eseguiti dagli aghoris, i Baba tantrici, rendono l’aria che si respira durante questo festival molto intensa e mistica.

Cosa si festeggia durante l’Ambubachi Mela

Durante questo festival si festeggiano e celebrano le mestruazioni della Dea che ne presiede il tempio. Le antiche tradizioni vedono questa fase come il momento del suo mestruo; infatti, il tempio viene chiuso per tre giorni ai devoti così da lasciar riposare la dea

Ricorda molto il mestruo umano: non a tutte dura tre giorni ma il concetto di riposo è insito in ogni cultura antica, tranne la nostra, probabilmente. Quanto ci fermiamo davvero in quei giorni? Quanto lo stop è socialmente ammesso e accettato? Personalmente non prendo clienti in quei giorni e quando arrivano in tempi diversi dalle aspettative, sposto tutti gli impegni.

Rituali in onore della dea durante le sue mestruazioni

Nei tre giorni sacri i devoti non leggono i libri sacri, non coltivano campi, non fanno altri rituali. Questo si può ricollegare alle nostre superstizioni: non toccare le piante, non fare lievitati, non passare davanti agli specchi etc.

La natura di questo aspetto credo sia da ricollegare allo stato d’animo e alle energie che sentiamo in quei giorni. Come ti dicevo qui quella è la fase della strega. È un aspetto fisiologico che ci permette di lasciare andare chi siamo state in quel mese e accogliere chi saremo. C’è poca stabilità e arrivano molte intuizioni che è meglio non agire in quella fase: annotale, lascia passare il mestruo e, poi, vedi cosa accade.

Sui muri del tempio viene raffigurata la dea che durante il festival viene dipinta di rosso. Dopo i tre giorni viene lavata e vengono svolte altre parti dei rituali. Questo passaggio serve perché ritorni integra e lasci fluire via le scorie energetiche di ciò che è stato (mestruo).

Il quarto giorno i fedeli sono autorizzati ad entrare nel tempio e a proseguire i festeggiamenti.

Pezzi di stoffa color rosso, che si crede siano imbevuti del sangue della dea, vengono distribuiti ai devoti come offerta.

Le mestruazioni di Śakti e la fertilità tantrica

Śakti e la fertilità tantrica

L’Ambubachi Mela viene riconosciuta anche come festa della fertilità tantrica. Il tantra è una filosofia indiana antichissima che necessiterebbe pagine e pagine per essere spiegata. In parole semplici, è l’unione tra spirito e materia che passa attraverso il corpo, quindi la sessualità, perché è quest’ultima che permette l’unione tra i due poli.

Molti maestri, chiamati Baba tantrici appaiono in pubblico solo in questa occasione e poi vivono in isolamento il resto dell’anno. 

Essendo la Śakti colei che governa la Kundalini, uno dei sacri strumenti orientali per contattare questa energia così potente è lo Yoga. Infatti, i Baba tantrici mostrano le loro abilità fisiche acquisite grazie ad anni di Yoga e durante il festival praticano le posizioni più complesse come mettere la testa in una fossa e stare in piedi su di essa, oppure rimanere in piedi su una gamba per ore e ore.

I Baba tantrici nell’Ambubachi Mela 

I Baba fanno apparizioni pubbliche solo durante questo periodo e lasciano la realtà mondana non appena la celebrazione è finita, per non essere più ritrovati durante tutto l’anno.

Durante il festival sono dappertutto, mostrano potere psichico, svolgono interazioni insolite e sono completamente persi in una forma di devozione sconosciuta alla maggior parte di noi. Si dice che siano i devoti più leali e ardenti della dea. La loro energia è al massimo durante questi tre giorni. È anche molto sorprendente vedere tutta l’attenzione che ricevono dagli addetti ai lavori del tempio e dai devoti. 

I Baba partecipano al rito portando trecce lunghe fino alle caviglie, come se fossero dread, e il corpo ricoperto da uno spesso strato di cenere. Quest’ultima ha un significato simbolico preciso e rappresenta l’essenza delle cose.

Dicono che abbiano gli occhi penetranti tipici di chi medita per lunghi periodi, dipinti e truccati col rosso sangue per riprendere il colore del mestruo.
Indossano ghirlande di perline meticolosamente attorcigliate intorno al collo e al polso e un pezzo di stoffa color zafferano avvolto con noncuranza intorno alla vita. 

Interessante notare anche la simbologia del color zafferano, una polvere rossa che a contatto con il cibo diventa giallognola. A me ha sempre ricordato il potere (giallo) del mestruo (rosso). Non sono né un medico né un’erborista, ma so che lo zafferano è considerato uno degli alleati per i crampi mestruali grazie alle sue proprietà antinfiammatorie. 

Per oggi ti saluto qui e ti do appuntamento al nostro prossimo viaggio attraverso i rituali nel mondo.

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Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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