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Quando si parla di metagenealogia e psicogenealogia uno dei fenomeni più noti è appunto la sindrome degli antenati. Questa definizione è stata coniata da Anne Anceline Schützenberger, psicologa e psicoterapeuta russa naturalizzata francese.

Ai suoi studi si deve lo sviluppo della tecnica del genosociogramma, l’albero genealogico che tiene conto, oltre che dei legami di parentela esistenti, anche del ripetersi di particolari traumi psichici e fisici di generazione in generazione.

Se non sai bene di cosa sto parlando, ti consiglio di scaricare il mio ebook gratuito “Ti presento le costellazioni familiari” e continuare a leggere questo articolo. Ti assicuro che scoprirai un bel po’ di cose!



 

Cos’è la sindrome degli antenati?

La sindrome degli antenati è una definizione che include tutte quelle stranezze che avvengono nella vita di un individuo e che lo connettono al proprio albero. Un esempio? Vincent Van Gogh e suo fratello Vincent morto l’anno prima della nascita del pittore.. 

La sindrome è un insieme di forze ed energie che ci vivono dentro e che agiscono su di noi. Quando parliamo del secondo livello di coscienza di Hellinger parliamo di un mondo magico che funziona seguendo dei meccanismi propri, uno di questi è la capacità di riconoscere gli anniversari. Ognuno di noi ne ha nel proprio albero, a molti di essi vengono associate delle emozioni e degli stati d’animo che possono attivarsi nello stesso periodo, questo fenomeno si chiama sindrome da anniversario e te la spiego riportandoti quello che scrisse Anne Anceline.

Nel 1993 l’attore Brandon Lee morì durante le riprese del film ‘’Il corvo’’, perché da una pistola che doveva essere caricata a salve partì una pallottola per sbaglio. Esattamente vent’anni prima suo padre Bruce Lee morì allo stesso modo durante le riprese del film ‘Game of Death’. 

Il presidente John F. Kennedy fu assassinato a Dallas il 22 novembre 1963 mentre passava tra la folla in un’auto scoperta, nonostante gli fosse stato seriamente sconsigliato. Anche il nonno Patrick era morto a 35 anni, un 22 novembre.

Un uomo di 29 anni in agosto ebbe un incidente in deltaplano e rimase tetraplegico. Suo padre, destinato ai lavori forzati in una fonderia durante la guerra, divenne paraplegico in seguito ad un incidente avvenuto nel mese di agosto all’età di 29 anni.

Sindrome da anniversario nella mia famiglia

Metto volentieri a servizio di questo articolo il mio albero che pullula di queste dinamiche svelate. Non potrei indagare pubblicamente così tanto con l’albero di una cliente, quindi do spazio al mio.

Mio nonno materno nacque il 3-1 e morì il 31-5. Era il primo di sei fratelli, il secondo fratello, Luigi Dante, nacque il 31-5 e morì il 15-4 a Ravenna, durante la Seconda guerra mondiale mentre il suo plotone di appartenenza era in missione per liberare Bologna. Morì a causa della scheggia di una granata che gli perforò il cranio. 

Il sesto fratello di mio nonno si chiamava Giuseppe, nacque il 2-7 e morì l’8-1-22. Nel 2018 ebbe un problema cardiaco che gli costò un pacemaker. Avvenne il 24-4. Loro padre morì il 24-4 di tanti anni prima. Anche la sorella del padre morì il 24-4.

La quinta sorella di mio nonno si chiama Graziosa e sempre nel 2018 cadde e si lussò il gomito. Il giorno era il 6-5, l’anniversario della morte della loro quarta sorella, Rita. 

La terza sorella, Maria Paola, morì il 25-5. Il padre e la zia morirono il 24-4 mentre lei sembra aver aggiunto ”un giorno in più” alla sua data di dipartita.

Sì, tra fratelli ci si ama immensamente. Il rapporto è viscerale, paragonabile ai patti di sangue nelle tribù remote. È atavico e ancestrale. E dove sembra mancare è dove in realtà ce n’è di più.

Invece, nell’albero di mio padre c’è Filomena, sorella del mio trisavolo Andrea, morta nel giorno del compleanno di Andrea. Questo evento antico ha inibito le festività anche nei discendenti. Da quando l’ho scoperto ho capito perché le feste di compleanno in famiglia erano sempre avvolte da un certo velo di tristezza.

Per questo ho deciso che la mia prossima festa di compleanno sarà decisamente allegra e rumorosa, così da riprogrammare e guarire questa antica memoria.

sindrome da anniversario

Emozioni ereditate dagli antenati

Quando avevo 13 anni mia madre mi disse una frase del tipo ‘ormai sei grande, puoi cavartela da sola’. Vissi quella frase come alto tradimento e abbandono. Guardando l’albero e cercando l’incrocio di date, posso vedere come mia nonna paterna Amalia abbia perso sua madre all’età di 13 anni, morì a Bologna. Era davvero solo mio quel senso di tradimento e abbandono?

Quando avevo 15 anni persi mia nonna materna. Quando nonna Amalia aveva 15 anni perse sua nonna paterna. Sempre all’età di 15 anni mia madre mi presentò il suo compagno ufficiale con il quale per me fu odio profondo dal primo sguardo. Quando nonna Amalia aveva 15 anni, suo padre, il mio bisnonno, si risposò. Com’era il rapporto tra mia nonna e la nuova moglie di suo padre? Guardando il cielo di nonna posso dirti pessimo. 

C’è un’altra particolarità: il compagno di mia madre era un leghista convinto che odiava a morte i meridionali, la nuova moglie del mio bisnonno era una veneta-friulana che sposò un molisano residente in Capitanata. 

Ai tempi la divisione nord e sud era molto netta. Come sarà stato vissuto emozionalmente quel mix socioculturale?

I nomi degli antenati e le loro esperienze attivano particolari archetipi

Il padre di mia nonna paterna, Vitangelo Nicola, era un insegnante molisano che durante la Seconda guerra mondiale venne mandato d’istanza a Taranto per svolgere lavori d’ufficio. Quando iniziai le mie ricerche genealogiche, la notte prima di avere questa informazione, feci un sogno: un membro della mia famiglia veniva da me per dirmi che doveva andare a Taranto e mi lasciò per salire su una camionetta militare.

Il bisnonno venne mandato al Sant’Andrea, un campo di prigionieri di guerra che, ufficiosamente, era un campo di concentramento dove i vescovi dell’epoca si appellavano ai capi di stato per far sì che cessassero le atrocità verso i prigionieri che venivano tenuti in gabbie chiamate Pan, venivano sfamati una volta a settimana e non avevano nemmeno i servizi igienici. 

Quel luogo veniva chiamato anche ‘commando S’. La ‘S’ di Sabina mi racconta che in qualche modo quell’evento mi riguarda.

Andrea è il nome di mio padre e del padre del bisnonno. Può un luogo così atroce aver storpiato l’archetipo paterno? Sì. Inoltre, conosco bene Pan, tanto da essere rimasta chiusa in casa con attacchi di panico per anni, non ti ricorda un’altra forma di prigionia?

Se pensi che durante gli attacchi avevo la sensazione della terra che si apriva sotto ai miei piedi e mi sembrava di sentire le urla della gente che correva, possiamo risalire alle immagini dei terremoti avvenuti in Irpinia, Foggia, Toro e quello con epicentro a Jelsi. Sono tutte le terre dei miei avi.

Inoltre, il bisnonno nel giro di due anni perse il fratello maggiore, la madre, la moglie e la suocera. Il senso di perdita con annesso dolore che ho sentito parecchio è davvero sempre stato solo mio?

Era un’insegnate, come suo nipote Joseph, emigrato in USA con il padre (fratello di Vitangelo), e scrisse diversi libri. Io sono qui che scrivo settimanalmente articoli per il mio blog.

Anche Joseph morì il 7-5-2022, lo stesso anno di Giuseppe, il fratello di mio nonno materno che morì l’8-1-2022. Se pensi che Joseph è la versione inglese di Giuseppe puoi capire che i due alberi hanno movimenti simili ed è sempre così: l’albero della madre combacia con l’albero del padre.

riconnettersi alla terra dei propri avi

Riconnettersi alla terra dei propri avi

Una delle nonne di Vitangelo (il mio bisnonno paterno) si chiamava Maria Pasquale Cianciullo. Ad aiutarmi a reperire queste informazioni fu uno storico di Toro, paese natio del mio bisnonno. Lui mi diede informazioni precise che io rilessi milioni di volte. Ciò nonostante, lessi male il cognome di quest’ava; Curcillo anziché Cianciullo. Può sembrarti un errore, ma gli errori non esistono. In realtà, se avessi avuto il cognome esatto non avrei potuto processare correttamente un’informazione chiave perché non ero ancora pronta: Maria Pasquale perse il padre, la madre e la sorella maggiore Amalia nel giro di una settimana per via del colera. Rimase sola al mondo e venne affidata al parroco del paese. Di chi era l’abbandono cosmico che ho sempre sentito?

Da quando ho ricevuto questa informazione non lo sento più in modo così opprimente.

Tornando al mio errore, sai cosa ho scoperto? Curcillo fu il testimone di nozze del padre di mio nonno paterno!

Uno dei rituali psicomagici più potenti che sto ancora effettuando è il recupero delle terre natie: mi faccio letteralmente spedire sacchi di terra dai paesi di provenienza dei miei avi. Il primo arrivò da Jelsi, paese natio di Maria Pasquale, dove c’è un biscottificio di nome Cianciullo (se ti piacciono le nocciole, vai di Pan di Jelsi) che mi ha spedito un sacchetto arrivato in uno scatolone di dolciumi. La mia collega mi ha fatto notare ‘la dolcezza’ con la quale è stata integrata questa terra.

Successivamente sono riuscita a recuperare anche la terra di Avellino che, simbolicamente, rappresenta la radice Irpina del mio albero; forse non ci crederai ma il giorno in cui l’ho ricevuta ci sono state scosse di terremoto a 20 km dal paese dei miei avi. Questo movimento mi ha fatto molto riflettere viste le memorie di terremoto presenti nel mio albero.

L’influenza degli antenati sulle nostre vite

Il trisavolo di mio nonno paterno nacque nel 1786 a Sant’Arcangelo (PZ) e si trasferì a Orta Nova (FG) dove qualche generazione dopo nacque appunto mio padre. Non credo nemmeno lui sappia di questa origine lucana ma c’è una cosa molto potente che ci lega tutti a quei luoghi. 

Mio padre lasciò Orta Nova (FG) nel 1988 per venire al nord, circa 811 km lontano. Trovò lavoro e conobbe mia madre nel paese dove vivo ancora e che è gemellato con Senise, il paese accanto a Sant’Arcangelo. Credi ancora nelle coincidenze?

Siamo sempre mossi da qualcosa di più grande che ha un disegno tutto suo, spesso ci riporta alle origini che nemmeno conosciamo.

Pensa che tempo fa stavo preparando una vision board che mi aiutasse a riconnettermi con il femminile presente nell’albero di mio padre. Amo quelle donne del sud, le orecchiettare e quella magia popolare che portano con sé. Non trovai nemmeno una foto online sui costumi tipici foggiani, quindi mi dissi ‘beh, ne stampo una lucana che tanto geograficamente siamo vicini’. Appena vidi la stampa pensai di aver fatto una cavolata. Quando, poi, ho saputo che no, non era una cavolata, il femminile lucano nel sangue ce l’ho davvero. Ho capito che gli errori non esistono, siamo solo umani e non possiamo sempre contestualizzare alla perfezione, il quadro è sempre più grande di noi.

i nomi in psicogenealogia

I nomi in psicogenealogia: Sabina, il mio nome

Mia zia mi ha sempre raccontato che lei e mia madre andarono a Roma in vacanza quando non sapeva ancora di essere incinta di me. Andarono sull’Aventino dove c’è la serratura magica dalla quale si vede il cupolone di San Pietro. Su quel piazzale ci sono tre chiese: Sant’Anselmo, Santa Sabina e Sant’Alessio. Mi madre si innamorò di quel piazzale e quando scoprì di essere incinta decise che se fossi nata maschio mi sarei chiamata Alessio, ma se fossi nata femmina sarei stata Sabina.

Tutto molto poetico, vero?

Ho chiesto a mia madre, lei non sapeva che il fratello maggiore di mio padre, il loro nonno paterno, il loro quadrisavolo si chiamano SaVino. Poi c’è un fratello della mia quadrisavola molisana che si chiamava Saverio, foneticamente simile a Sabina. Saverio nacque il 3-9 e morì il 31-12. Anche io sono nata il 3-9 e faccio fatica a chiudere cicli e lasciare andare. Ora sono migliorata ma è sempre una lezione da studiare e ristudiare. Il fatto che sia morto a Capodanno, a fine anno, letteralmente quando l’anno muore, ha creato in me un’associazione con l’idea che alla fine di qualsiasi cosa ci sia una morte certa, quindi trattengo per attaccamento alla vita.

Se aggiungi anche che tra i miei avi c’è un Sabino, nonno della trisavola di mio padre, capisci che anche mia madre seguì un movimento genealogico senza rendersene conto.

A ben vedere, nel mio nome è possibile individuare un’altra chiave di lettura, quella relativa al ratto delle Sabine, che potremmo contestualizzare ai giorni d’oggi come metafora dell’emigrazione.
Ho lavorato come makeup artist e vissuto a Londra con il sogno di emigrare a New York. Tentai più volte di andarci, anche solo in vacanza, ma ogni volta rimandavo o c’erano problemi che me lo impedivano. Una volta iniziato a studiare l’albero ho visto che tantissimi miei avi si erano trasferiti negli Usa ad inizio secolo e il fratello del bisnonno Vitangelo, il padre di Joseph, era uno di questi. Si trasferì con la moglie e Joseph che aveva circa un annetto, morì poco dopo essere arrivato negli States lasciando la moglie vedova e il piccolo Joseph orfano. A questo punto mi chiedo come deve essere stato per questa donna ritrovarsi da sola, con un bimbo piccolo, dall’altra parte del mondo? Forse per questo gli States portano con sé memorie dolorose e il mio albero stava cercando di evitarle. Fatto sta che quel mio movimento verso gli Usa era una scia genealogica, probabilmente è per questo che il mio viaggio americano non è mai andato in porto.

Di sogni difficili da realizzare perché, in realtà, dettati da movimenti genealogici e non da un reale desiderio, te ne parlo qui, raccontandoti la storia di una mia cliente, Silvia.

Non so te, ma io trovo davvero molto affascinante portare in superfice questi “mondi” nascosti nell’inconscio e sepolti tra le pieghe del tempo eppure ancora vivi in noi. Questo è uno dei motivi che mi ha portato alla scoperta e allo studio delle Costellazioni Familiari. Ti va di imparare a conoscerle meglio insieme a me? Allora scarica il mio ebook “Ti presento le Costellazioni Familiari” in cui ne spiego i principi, il funzionamento e come riescono a riallinearti alla tua anima. 



Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.

Sabina

Nella vita traduco Simboli e Metafore in parole semplici.

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