Se mi segui su Instagram sai che spesso nelle stories do la possibilità di farmi delle domande perché mi rendo conto che tratto argomenti energetici che possono essere complessi da comprendere razionalmente. Ad alcune domande avevo risposto il mese scorso e le puoi trovare qui, oggi continuo con quelle specifiche sul concetto di albero, il disegno, la sua energia e il contatto.
Se ti fa piacere continuare ad approfondire queste tematiche ti aspetto in Anahata, la newsletter in cui condivido riflessioni ed esperienze personali.
Cambiare il proprio disegno dell’albero genealogico può cambiare le relazioni?
Facciamo un piccolo passo indietro: quando viviamo una disarmonia, un problema o una situazione complessa, da qualche parte dentro di noi abbiamo un’immagine depotenziante che contribuisce ad appesantirci. Questa immagine viene vista come reale dal nostro inconscio.
Il disegno dell’albero genealogico ci consente di arrivare alle immagini arcaiche, quelle più profonde che stanno sotto tante cose. Mettere su carta queste parti di noi è come fare una radiografia all’inconscio, o una polaroid della nostra immagine e percezione del sistema genealogico.
Quest’albero può essere sia disegnato che schematizzato, non fa alcuna differenza. Il punto in cui scriviamo il nostro nome e quello degli altri membri ci racconta in che modo noi percepiamo la relazione con gli stessi. Ti faccio qualche breve esempio.
Relazioni familiari e albero genealogico: la storia di Matilde e sua sorella Samuela
Matilde è la mia cliente ed è primogenita mentre Samuela è la seconda. Quando è arrivata da me mi ha raccontato di un rapporto freddo e distaccato con la sorella. Non era arrivata per lavorare sul loro rapporto, ma il disegno dell’albero ha mostrato subito questa disarmonia.
Aveva disegnato un albero e il suo nome lo aveva scritto tra i rami, quello di Samuela, invece, era circa due centimetri più in là. In mezzo tra i due nomi c’era un ramo leggermente più marcato degli altri e, guardando bene il disegno, di primo acchito, questo ramo sembrava una barricata atta a dividere le due.
Abbiamo deciso di ridisegnarlo facendo attenzione a non riprodurre quella marcatura e lo abbiamo lasciato lavorare (ora ti spiego come). Nel frattempo c’è stata un’inattesa cena di famiglia dove le due sorelle si sono ritrovate gomito a gomito e hanno passato una bella serata ridendo e scherzando come non succedeva da molto tempo.
Matilde mi ha detto di aver sentito meno congelamento emotivo e si è anche accorta di essere stata lei a mettere una certa distanza dalla sorella perché si sentiva giudicata.
La loro nonna paterna si chiamava Daniela, che fa rima con Samuela, e tutta la famiglia l’ha sempre nominata ‘la gendarme’ per via del suo carattere brusco ed impetuoso. Nel primo disegno dell’albero, Matilde aveva inserito questa nonna in corrispondenza del ramo marcato che la separava da Samuela. Da chi si sentiva giudicata veramente? Dalla sorella o dalla nonna?
Nel secondo albero ridisegnato abbiamo spostato il nome della nonna. Sarà stato un caso che tra le due si sia sciolto il gelo dopo un lavoro energetico?

La guarigione dell’albero genealogico attraverso un nuovo disegno
Se scrivendo o disegnando il nostro albero genealogico mettiamo su carta l’immagine primigenia che sta sotto a molte disarmonie, l’atto cosciente di ridisegnarlo che ti ho già spiegato qui (link) ci permette di raccontare a noi stessi un’altra storia.
Infatti, spostando i nomi dei membri secondo una sequenza che decideremo insieme, aggiungere o togliere forme, colori, simboli o quello che decideremo essere necessario per creare un’immagine potenziante che ci aiuti a raccontare un nuovo ordine, spazio, visione e percezione di noi e dei rapporti con chi abbiamo intorno.
Forse ti stupisco, ma è importantissimo comprendere che non è tanto quello che accade ad avere un peso nella nostra vita, ma è la nostra narrazione interiore degli eventi a fare da padrona.
Quando iniziamo a raccontarci le cose in una maniera più funzionale anche il mondo fuori inizia a seguire questo flusso.
Posso dire: ‘sono stata sfigata perché non ho trovato parcheggio e ho dovuto camminare cinque minuti in più’, oppure ‘ho camminato di più perché qui non c’è parcheggio, però ho preso aria e ho fatto una bella passeggiata’. L’evento è lo stesso, il modo di raccontarselo no, quale dei due ti fa star meglio?

L’albero genealogico e il lavoro con la memoria ancestrale: la storia di Claudia e sua nonna Maria
Claudia era venuta da me perché aveva delle dinamiche ripetitive con gli uomini: barricate, muri alzati, difese e fughe. Ovviamente la parte comportamentale la stava guarendo in un’altra sede, noi ci siamo concentrate sul suo albero.
Il suo primo disegno raffigurava un albero e nella parte bassa del tronco, quasi verso le radici e proprio di fianco a dove aveva inserito il nome della nonna Maria, aveva disegnato anche una piccola incanalatura che sembrava una vulva. Poco sotto c’erano delle radici, alcune erano più strette di altre e sembravano dei piccoli tubi, in uno di questi tubi aveva segnato Leopoldo, il nome del bisnonno, padre di Maria. Il modo in cui era disegnato sembrava quasi un serpente e, per quanto la simbologia di questo animale sia ricca e potente, in questo caso mi trasmetteva solo viscidume.
Ad impatto avevo intuito che ci fosse qualcosa interconnesso alla sessualità. E in effetti Claudia me lo confermò: la nonna Maria e le sue sorelle venivano ripetutamente abusate da loro padre nei vigneti di famiglia.
Claudia aveva scritto il suo nome nella parte alta dell’albero, sopra, in linea perpendicolare, a quello della nonna Maria.
Non è raro che un evento del genere crei delle immagini forti anche nelle generazioni successive: che cosa avrà pensato Maria degli uomini? In che modo avrà educato Giovanna, sua figlia e madre di Claudia, a rapportarsi con il maschile? Sia chiaro, Maria non ha assolutamente colpe in questo: contiamo che erano i primi anni ’20 del secolo scorso e non c’era nessun supporto psicologico.
Con Claudia abbiamo ridisegnato l’albero cambiando la disposizione dei nomi e disegnando un fiore al posto della precedente vulva. Il fiore era segno di rispetto e onore, poi abbiamo continuato a lavorare con dei rituali su misura per lei.
Si possono cambiare le relazioni?
Certamente può aiutare a prendere consapevolezza di tantissime dinamiche, dobbiamo sempre tenere conto che ogni essere umano è dotato di libero arbitrio e i rapporti prevedono sempre un 50% di responsabilità da una parte e un 50% dall’altra. Ognuno ha il proprio ruolo e i vari cambiamenti devono dipendere da ambedue le parti.
Iniziare a fare la nostra parte è sicuramente un grande ed importante passo. Sei pronta a farlo? Scrivimi!
Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.