Il grande regalo datoci dai genitori è il corpo necessario per vivere in questa dimensione. Abbiamo visto la settimana scorsa il grande viaggio che la nostra anima compie per averne uno e credo che questo sia già un buon motivo per amarlo profondamente.
Purtroppo nel tempo siamo stati convinti che il corpo sia una gabbia per l’anima e che la limiti legandola a vizi e peccati di basso livello. Ma non è così! Questa credenza è mossa dalla storpiatura dell’archetipo del diavolo a cui sono collegati gli impulsi corporali come la sessualità. In realtà, il corpo è un’anima che contiene un’altra anima della quale ne è portavoce manifestando su di sé i suoi disequilibri e disarmonie.
Il lato destro del corpo simbolicamente è legato al padre e al suo albero genealogico, mentre il sinistro rappresenta la madre così come l’emisfero destro del cervello è la parte razionale, metodica e maschile di noi e l’emisfero sinistro è la parte creativa, emotiva e femminile. Per questo anche il corpo è un insieme di simboli traducibili in parole semplici.

Le emozioni racchiuse nel corpo
‘’Tutto ciò che accade, accade nel corpo’’ dice Bessel Van Der Kork, psichiatra olandese naturalizzato americano. Il corpo è un grande registratore di dati, memorie e vissuti in tempo reale. Ogni emozione che noi sperimentiamo viene immagazzinata nelle cellule, sotto la pelle, dove si accumula formando delle vere e proprie cisti in attesa di essere liberate. D’altronde anche le emozioni hanno la loro energia, quindi energia + energia=massa.
Il dolore che rimane ingabbiato nel corpo continua a mandare lo stesso messaggio al cervello: ecco perché alcune esperienze sono così difficili da trasformare.
Quante volte il corpo ha dato segnali su quel che ci accadeva intorno ma non li abbiamo ignorati? Non è di certo una colpa, la società è ancora influenzata da quel retaggio culturale delle religioni che del corpo ne hanno dissacrato l’intelligenza, e per questo non ci è stato insegnato ad ascoltarlo.
Io sono una persona ipersensibile e ho imparato ad ascoltarlo il più possibile: ho ringraziato il “pungiglione in gola” che ho sentito quando una mia amica mi ha mostrato la foto del suo nuovo (ormai ex) ragazzo prima di farmelo conoscere. Quel “pungiglione” sapevo essere il mio corpo che diceva no. E in effetti la mia amica ruppe la relazione poco dopo poiché il tizio aveva degli scatti d’ira importanti che lo portavano ad imprecare ed offendere chiunque senza ritegno.
La malattia come simbolo da decodificare
Personalmente amo molto gli studi di Gerard Athias, noto medico francese autore di diversi libri. Leggendo uno di essi è stato illuminante per me rendermi conto che malattia in francese si dice ‘Maladie’ che risuona simile a ‘Mal a dit’, cioè il ‘il male ha detto’, quindi anche la malattia è un simbolo decodificabile come ogni organo e tessuto del corpo umano. Ad esempio, il cranio umano è composto da 22 ossa e gli arcani maggiori dei tarocchi sono 22, è una correlazione impossibile da non notare per me che ne studio il simbolismo da anni.
Va senza dire, però, che i sintomi fisici non vanno mai sottovalutati ed è sempre necessario rivolgersi al proprio medico in caso di malessere. Nessuno dei miei servizi sostituisce il medico ed è importante, ricordalo.
Secondo me, però, resta importante ed interessante integrare ciò che vediamo anche con qualcosa che c’è ‘oltre’, quindi, riprendendo il filone di Athias, sarebbe giusto osservare i movimenti dell’anima dietro alle disarmonie del corpo fisico, arrivandone a scoprire le connessioni metaforiche con il nostro albero genealogico.

Le memorie transgenerazionali racchiuse nel corpo
Ti riporto come esempio una mia esperienza: da piccola avevo un acufene all’orecchio sinistro (il lato del corpo associato alla madre). In questi casi si cercano nell’albero memorie di spari, colpi di fucili, esplosioni e simili. E, così, ho scoperto che lo zio di mia madre morì in guerra in seguito all’esplosione di una granata le cui schegge gli perforarono il cranio. Mia madre, quando è molto stressata, soffre di mal di testa e sente pressioni esattamente nel punto in cui venne colpito suo zio.
Cosa simboleggiano le dita?
Ogni millimetro del nostro corpo è un simbolo, lo sono anche le cinque dita delle mani: il pollice è il giudizio, l’anulare è il matrimonio/unione, il mignolo è il segreto, l’indice è la colpevolezza sociale e il dito medio è la sessualità.
Da qui sorgono spontanee delle considerazioni: sarà un caso l’uso del pollice all’in su o all’in giù ai tempi dei gladiatori romani per decretarne la vita o la morte? E hai mai fatto caso che quando si chiede ‘chi è stato a fare questo’ il dito che punta il responsabile è quasi sempre l’indice?
Il famoso dito medio usato in modo sprezzante dalle nuove generazioni, a livello simbolico, rimarca tutti i diktat culturali legati alla sessualità, mentre l’anulare, simbolo di unione, è dove si indossano le fedi e il mignolo è quello che da bambini ci stringevamo per siglare un patto segreto.
Il corpo nelle costellazioni familiari
Le costellazioni familiari e tutto ciò che riguarda la metagenealogia servono a mettere l’anima di fronte alla sua verità creando un incontro tra il magico e il rituale, quindi il rito. Inoltre, aprono le porte a dimensioni più ampie che ci condizionano e da cui non siamo scollegati, cioè i vari piani di memorie.
In costellazione il corpo ha un grande valore ed è attraverso di lui che il racconto genealogico accade: nel silenzio costellativo il corpo inizia a percepire il bisogno di muoversi in un dato modo prestandosi a fare da burattino nel campo. È grazie al corpo che l’albero si racconta in base a come si muove il rappresentante. Parte del mio lavoro è l’osservazione di dove cadono gli occhi, la mimica facciale, la postura, i movimenti delle mani, ma soprattutto il respiro: da questo si percepiscono gli stati d’animo dei rappresentanti sui quali poi si chiederà conferma.
Il respiro consapevole che connette anima e corpo
Il respiro è una forma vitale che ci accompagnerà per tutta la vita e ha il potere di riconnetterci alla nostra essenza; quando prestiamo attenzione al respiro la mente inizia a placarsi rendendo possibile lo stazionare in una fase di vuoto sacro utile a resettare il tran tran di pensieri e quotidianità. Inoltre, ci riconnette ad un senso di ciclicità di dentro-fuori che a sua volta ci riporta alla stagionalità della vita.
È, insomma, il modo migliore di collegare anima e corpo e aumentare la nostra consapevolezza di entrambi.
Per questo la respirazione consapevole rappresenta la base da cui faccio partire le meditazioni che creo su misura per le persone che si affidano a me. Se vuoi posso crearne anche una specifica per te, scrivimi.
Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.