Ti ho parlato più volte dell’importanza dei rituali e di quanto sia importante celebrare le fasi di passaggio, se te lo sei perso, qui trovi l’articolo completo.
Prendere consapevolezza dei cambiamenti, siano essi a livello fisico o emotivo o astrale, è fondamentale per poter accogliere al meglio ciò che di nuovo entra nella nostra vita.
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Oggi voglio parlarti del primo passaggio simbolico che noi donne siamo chiamate a sperimentare, cioè il menarca.
Immagino che tu abbia superato questa fase, ma magari hai una figlia, una sorella più piccola, una cuginetta che devono ancora vivere questo momento. Oppure tu stessa non hai avuto una guida quando è toccato a te e allora forse in questo articolo potrai trovare delle informazioni utili anche per il tuo presente.
Cos’è il menarca?
È la prima mestruazione ed è l’iniziazione naturale che ci porta dall’infanzia all’essere donne. Da questo momento iniziamo a sperimentare la ciclicità e gli ormoni, il nostro corpo si predispone a portare dentro di sé una vita, ci colleghiamo ai cicli naturali e si attiva il nostro archetipo lunare, trasformandoci in donne-lune.
Infatti, le fasi mestruali del ciclo sono uguali a quelle lunari:
– la luna nuova simbolicamente rappresenta la mestruazione,
– il primo quarto di luna crescente è collegato al passaggio dalla fase post-mestruo alla fase ovulatoria,
– la luna piena rappresenta l’ovulazione,
– l’ultimo quarto si ricollega al pre-mestruo.
L’anima del menarca
Nei tempi lontani il menarca veniva considerato un grande evento e come tale veniva celebrato: le donne si riunivano in cerchio per sostenere, informare, celebrare e guidare la ragazza appena diventata donna.
Ora invece la società occidentale ne ha abolito il senso tramutandolo quasi in peso, se non in vergogna. Non ci sono più feste, né cerimonie, né benedizioni, ma qualche mamma o sorella maggiore o insegnante che si trova, nell’imbarazzo più totale, a comunicare alla ragazzina che le è arrivata la “seccatura mensile” che l’accompagnerà fino alla menopausa.
I riti legati al menarca sono scomparsi nei secoli e questo ha avuto un effetto pesante su noi donne perché ci ha illuse di essere sole e non ha facilitato l’inconscio a registrare il ‘next step’ simbolico raggiunto.

I rituali del menarca attraverso le civiltà e i secoli
Sono infinite le ritualistiche legate al menarca che si sono susseguite nel corso dei secoli.
Nella Bibbia c’è traccia di Dina, la figlia di Lia e Giacobbe, che offrì il suo primo mestruo alla Madre Terra raccogliendolo con un oggetto conico. Questo era un modo per ringraziare la Grande Madre per i doni ricevuti e per far sì che accogliesse una nuova donna.
Infatti, è stato provato che nel sangue mestruale ci sono grandi quantità di sostanze in grado di fertilizzare il terreno e simbolicamente questo si ricollega alla fertilità femminile intesa come capacità di procreare.
I Nativi Americani, invece, lasciavano dormire le nuove donne in capanne isolate e indisturbate perché credevano che i sogni di quei giorni sarebbero state le guide per il loro futuro.
Tra i rituali più antichi che sono rimasti nei libri e nelle memorie scritte c’è, poi, quello della tribù dei Kuna, amazzoni presenti a Panama e nel Sud America, dove le donne anziane, rigorosamente in menopausa, assistevano le giovani donne trasmettendo loro tutta la saggezza accumulata durante le fasi della propria vita.
La nuova donna si sdraiava a terra, in pieno contatto con essa, mentre le anziane si sedevano in cerchio fumando erbe sacre e lanciandole addosso la terra. Era un rituale pieno di canti sacri e invocazioni alla Dea Mu, l’archetipo della luna e di tutta la vegetazione.
Quando la nuova donna era ricoperta di terra se la doveva, poi, scrollare da dosso mentre le donne mature le dipingevano il viso con l’estratto rossastro di una pianta tipica che cresceva dove erano seppelliti i morti della tribù.
A quel punto, la nuova donna, veniva fatta entrare in una caverna sacra dove le venivano tagliati i capelli: questa era la seconda fase del rito di iniziazione.

La celebrazione del menarca: il significato simbolico degli elementi rituali
Come vedi, abbiamo un passato mondiale di rituali magnifici andati perduti. Ora te li traduco in parole semplici cosicché tu possa comprendere la sacralità di quanto ci portiamo dentro.
Nel racconto biblico di Dina, il suo primo sangue mestruale le venne raccolto con un triangolo che rappresenta la sacra triade di padre, figlio e spirito. A livello simbolico l’unione di queste tre parti potenti ha raccolto il primo sangue di Dina per donarlo alla Grande Madre.
Invece, l’isolamento nelle capanne dei Nativi Americani era dovuto al fatto che durante il sonno la nostra energia diventa più sensibile, quindi per evitare che i primi sogni messaggeri fossero contaminati dal contesto della casa, le ragazze venivano isolate.
Per quanto riguarda il rituale della Dea Mu abbiamo le antenate che sostengono in cerchio la ragazza: il cerchio è il simbolo del femminile perché ricorda sia la luna che l’ovulo.
Il fumo e le erbe sacre rappresentano i doni della Madre Terra dispersi nell’aria, elemento maschile: in questo modo anche il maschile benedice il passaggio.
La terra lanciata addosso al corpo della nuova donna ha il compito simbolico di pulirla, purificarla e prepararla alla fase successiva. Invece, i canti servono ad innalzare le vibrazioni e le frequenze energetiche del rito.
La pianta rossastra sul viso rappresenta il sangue esposto con orgoglio perché è quel sacro sangue che permette alla vita di impiantarsi nell’utero; infatti, quella pianta arrivava dal luogo dove giacevano gli antenati che simbolicamente l’hanno nutrita con la loro energia.
Questo ci ricorda anche che la vita può crescere in mezzo alla morte perché, in realtà, sono gemelle siamesi imprescindibili l’una dall’altra anziché acerrime nemiche.
I capelli sono legati alla sessualità, al piacere della vita e al mutamento costante di crescita e perdita simbolica; tagliandoli la ragazza lascia andare tutta la sua infanzia per accogliere la nuova fase.
Ciclo vita-morte-vita: benvenuto!
Ora riesci a vedere la sacralità di questa fase di passaggio?
Non preoccuparti se non hai ricordi eclatanti del tuo menarca, è perfettamente in linea con la società in cui viviamo.
Ma sapevi che si può recuperare?
Creare un rito per il menarca su misura delle tue esperienze passate può aiutarti a vivere meglio la tua femminilità!
Se vuoi maggiori informazioni, scrivimi così studiamo insieme la soluzione migliore per te!
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Disclaimer
Io sono un’operatrice olistica e mi occupo di spiritualità, energia e anima. Il mio lavoro si concentra esclusivamente su questi tre aspetti dell’essere umano.
Nessun servizio o percorso di cui parlo in questo sito sostituisce in alcun modo il lavoro medico sanitario o psicoterapeutico.