Ultimamente qui sul blog ti ho voluto parlare di dinamiche “crude e dure” rispetto al solito, come ad esempio la vittima e il carnefice. Per quanto io cerchi di trattare temi forti con la massima delicatezza non ne posso modificare la struttura atavica. Non viviamo in un mondo fatto solo di caramelle e zucchero filato dove la gente si sposta con gli unicorni, questo penso sia risaputo.
Ho deciso però di bilanciare la crudità con qualcosa che mette allegria al solo pensiero: i bambini.
I bambini e le costellazioni familiari
Non ti ho mai parlato di loro per due motivi:
- Al momento non ne ho, anche se inizio ad aprirmi in questa direzione.
- Non sono un’educatrice né ho studi pedagogici alle spalle, quindi per etica e correttezza resto sempre nei miei confini.
Ho raccolto, però, molto materiale che mi permette di vederli attraverso gli occhi del costellatore familiare e condivido con te quanto emerso.
I bambini sono bussole capaci di comprendere un sistema così come lo leggo io o qualsiasi mio collega di tutto rispetto. Amano di un amore puro, cieco, fusionale e disarmante. Amano al punto che, noi costellatori, grazie a loro, svolgiamo un lavoro in poco tempo. Ora ti riporto alcuni esempi, sappi solo che ciò che leggerai l’ho modificato nei nomi e nei contesti urbani per tutelare al massimo la privacy dei coinvolti.

Filippo e il fratello segreto
Prima di trasferirmi a Londra mi piaceva trascorrere del tempo sul Ticino, un fiume che scorre dalle mie parti. Sulla strada del ritorno mi fermavo spesso in un bar trattoria e, essendo un’amicona di carattere, ho fatto presto amicizia con Paola, la ragazza che aveva in gestione il locale.
Nel tempo siamo entrate in confidenza e piano piano ha iniziato a raccontarmi la sua storia. Aveva conosciuto Luciano, il compagno, e, dopo pochi mesi, era rimasta incinta di un bambino (Filippo). Questo non era il primo figlio di Luciano, in quanto ne aveva un altro di nome Edoardo, nato dal precedente matrimonio, terminato qualche anno prima di conoscere Paola.
Quando ho appreso questa storia, Filippo aveva circa cinque anni mentre Paola era in attesa di Serena, la secondogenita della coppia.
Mi raccontava che Filippo non sapeva del primo matrimonio del padre e nemmeno dell’esistenza di Edoardo. Luciano non riusciva ad affrontare l’argomento, avendo lasciato il primo figlio completamente alla ex moglie.
Una sera sono passata di lì per un aperitivo ed è stata l’ultima volta che li ho visti di persona. Filippo giocava su un dondolo di plastica a tre posti e si era seduto nel posto centrale, il posto giusto di un secondogenito. Mi diceva che alla sua sinistra ci sarebbe stata Serena mentre alla sua destra ‘un altro bambino che non so chi è ma so che c’è’. Da costellatore familiare penso proprio che si trattasse di Edoardo.
Anche se l’esistenza di quest’ultimo gli è stata taciuta, divenendo così un segreto di famiglia, ne è presente la traccia energetica nel secondo livello di coscienza al quale i bambini hanno accesso in modo più spontaneo.
Gli esclusi dall’albero e i nodi energetici irrisolti
Purtroppo non ci siamo più visti da dopo il mio trasferimento ma sono rimasta in contatto con Paola sui social. So che la sua relazione con Luciano è terminata ancora prima che Serena compisse un anno.
Qui c’è stato un nucleo familiare (Luciano + Paola) che, per vari motivi, ha escluso il nucleo familiare precedente (Luciano + prima moglie + Edoardo). Da costellatore, ti dico che Luciano era in deficit energetico: non riusciva ad occuparsi di Edoardo e a sostenere il proprio ruolo di padre.
Paola era più che decisa a non voler parlare della ex moglie, così facendo si era andato a creare un segreto di famiglia. Si vede, però, come Filippo ne fosse attratto, tanto da giocare con il ‘bambino che c’è ma non si vede’.
Questa spada di Damocle sulla testa di Paola è data da un suo corto circuito nel femminile, molto probabilmente. Osservandola adesso posso dirti che è una di quelle donne che non accetta di venire ‘dopo’ nessuno. Lei è prima. Prima della ex moglie o prima della sua stessa madre?
Non posso sapere tutti i motivi interni alla coppia che hanno portato alla rottura, sono spazi sacri. Magari quell’unione aveva svolto il suo compito e basta. Ma so che escludendo il primo matrimonio è stato messo anche il secondo nello stesso movimento (di morte/rottura).

Simone e la memoria di un lutto non elaborato
Simone è il figlio dell’ex padrona della casa in cui viveva un mio amico toscano trasferitosi a Milano. Quando lo andavo a trovare, spesso incontravo anche Simone, Carmela (la nonna), Michele (il padre) e Marta (la madre) e mangiavamo tutti insieme un gelato in piazzetta.
Carmela ci parlava spesso della sua amata terra, la Calabria. Parlava dei suoi affetti, del mare, della madre e ci raccontava di Gaetana, la sorella rimasta vedova giovanissima. Il marito morì trivellato da diversi colpi di pistola nella lavanderia di paese durante un agguato. Erano i primi anni ’80 e le storie di cronaca di quel periodo possiamo trovarle online: purtroppo alcune terre hanno molto dolore intrinseco nelle proprie cellule.
Un giorno Simone stava giocando con una pallina e, tirandole un calcio, finì sui tetti dei garage ed era impossibile da recuperare. A chi non è mai accaduto?
A lui venne una vera crisi di nervi e iniziò a dire ‘voglio morire, io mi sparo’ urlando a squarciagola. Era un bambino calmo e tranquillo e quella sceneggiata aveva stupito tutti.
Non ero ancora un costellatore familiare e non sapevo ancora unire i puntini, ma ora li vedo. Simone dentro di sé guardava verso lo zio di suo padre morto ammazzato tanti anni prima. Quello che cercava di comunicare ai grandi era ‘quel lutto non è stato elaborato dal sistema’. Ma il linguaggio in codice non è di facile comprensione.
Quando un luogo diventa metafora di un passato irrisolto
Maggiori dettagli li possiamo trovare nel fatto che Michele e Marta, i suoi genitori, si conobbero nella lavanderia di quartiere dove lei lavorava e il loro matrimonio naufragò quando Marta decise di aprirne una in proprio.
Vedi i fils rouges?
Lo zio morto ammazzato a suon di colpi di pistola = Simone che dice ‘vuole morire’ e che ‘si spara’ (tradotto= vuole seguire l’antenato)
Lo zio morto ucciso in una lavanderia, luogo centrale nella vita del nipote Michele = dinamica vittima (lo zio) e carnefice (colui che ne provocò la morte) (se vuoi approfondire, qui ho parlato della dinamica vittima e carnefice)
Michele conosce Marta in una lavanderia e questo vuol dire che hanno dinamiche genealogiche simili, i loro due alberi sono pezzi di un puzzle molto simile. Contando che il rapporto tra i due è sempre stato guerrafondaio e tormentato, sono quasi certa che abbiano ‘preso e spostato’ la dinamica di vittima/carnefice e l’abbiano messa nel loro rapporto, più o meno consapevolmente.
Marta apre una lavanderia e Michele impazzisce tanto da arrivare al divorzio. Questo perché per l’inconscio familiare di Michele la lavanderia è un posto pericoloso che uccide. È metafora di morte.
La lavanderia è un simbolo di per sé neutro ma nel momento in cui viene interpretato dal proprio inconscio allora può assumere molteplici significati.

La mia paura di camminare sui marciapiedi
Quando ero piccola ero terrorizzata all’idea di camminare sui marciapiedi, così vicina alle porte delle case, temevo che un braccio brutto e spaventoso uscisse da quelle porte e mi trascinasse al suo interno.
Quella paura, in realtà, era la memoria di un fatto accaduto a una mia antenata. Quando era una bambina di circa sei anni venne abusata in un fienile tra la casa dei sui nonni (da dove era partita) e quella dei genitori (dove stava andando).
Davvero straordinarie queste esperienze, non trovi? D’altronde James Hilmann, psicologo e autore del libro ‘I codici dell’anima’, dice sempre che i bambini sono le persone maggiormente in contatto con la propria vocazione/anima e che hanno il potere di comprendere quel che accade intorno a loro meglio di quanto gli adulti pensino.
Anche Hellinger, padre delle costellazioni, si è sempre espresso a favore della sensibilità dei bambini.
Se anche tu durante la tua infanzia hai avuto fantasticherie o paure apparentemente incomprensibili e ti piacerebbe comprenderne finalmente il messaggio nascosto, scrivimi. Sciogliere questi piccoli nodi è sempre una gran benedizione!