Se mi segui da un po’, ormai conosci bene il mio amore infinito per le fiabe e per il lavoro di Clarissa Pinkola Estés nel libro ‘Donne che corrono con i lupi’ che per me è una bibbia del femminile. Ogni volta che lo sfoglio alla ricerca di quel che mi serve sento sempre gli occhi brillare: le mie memorie cellulari ricordano bene quel sapere di tempi antichissimi.
Così ho deciso di dare una mia personale interpretazione in chiave costellativa alle fiabe che ha raccolto Clarissa P. Estés. Oggi ti riporto la storia della Loba, se te la ricordi e vuoi arrivare alla mia traduzione in parole semplici clicca qui, altrimenti te la racconto io.
La Loba: la fiaba
La protagonista di questa fiaba è una vecchia che vive in un luogo nascosto dell’anima che tutti conoscono ma pochi hanno visto. Come nelle favole dell’Europa orientale, sembra essere lì ad attendere chi si è perduto, vagabondi e cercatori.
È circospetta, spesso pelosa, sempre grassa e desidera evitare la compagnia. Vive insieme a una cornacchia e una gallina che chioccia e solitamente emette suoni più animaleschi che umani.
L’unica occupazione della Loba è la raccolta delle ossa, in particolare quelle che corrono il pericolo di andare perdute nel mondo. La sua caverna è piena di ossa delle più varie creature: cervi, crotali, corvi ma si dice che la sua specialità siano i lupi. Striscia e setaccia le montagne e i letti prosciugati dei fiumi alla ricerca di ossa di lupo e quando ha riunito l’intero scheletro e la bella scultura bianca della creatura è davanti a lei, allora siede accanto al fuoco e pensa a quale canzone cantare. Quando è sicura, si leva sulla creatura, solleva su di lei le braccia e inizia a cantare.
Allora le costole e le ossa delle zampe cominciano a ricoprirsi di carne e la creatura si ricopre di pelo. La Loba canta ancora e altre parti della creatura tornano in vita, la coda ispida e forte si rizza e ancora la Loba canta e il lupo comincia a respirare e il canto diventa così profondo che il fondo del deserto si scuote. Il lupo, allora, apre gli occhi, balza in piedi e corre lontano giù per il canyon. Poi improvvisamente, a causa della stessa velocità della corsa o forse perché finisce in un fiume o perché un raggio di sole o di luna lo colpisce al fianco, il lupo si trasforma in una donna che ride e corre libera verso l’orizzonte.
I nomi della Loba
Potrei dirti che vive fra putride scarpate di granito nel territorio indiano di Tarahumara o sepolta nella periferia di Phoenix vicino a un pozzo. Forse, invece, è stata vista in viaggio verso il Monte Alban su un carro bruciato, con il finestrino posteriore aperto, o magari a cavallo con un fucile da caccia tra le mani in compagnia dei coltivatori diretti verso Morelia in Messico. O, ancora, presso il mercato di Oaxaca intenta a portare sulle spalle strane fasce.
Diversi sono i nomi a cui risponde: Huesera, la donna delle ossa, la Trapera, la raccoglitrice, la Loba, cioè la donna lupa.

Che cosa è la Loba?
Nel racconto vediamo come la Loba sia una vecchia. In termini costellativi lei è l’antenata più sana e forte dell’intero albero genealogico. Se hai già fatto costellazioni familiari sai che ci sono correnti di pensiero che tendono ad utilizzarla come strumento di ricerca genealogica mentre altre la mettono in campo con l’obiettivo di radicare il femminile alla conoscenza antica e ancestrale che porta con sé.
Viene descritta come grassa e pelosa. Il grasso è da sempre simbolo di abbondanza, per questo è ricollegabile ai concetti di cura, rinascita alla morte simbolica, gestazione di progetti e sogni. Mentre il pelo ricorda quello pubico materno che ci fa da sipario quando facciamo la nostra prima comparsa in questo mondo.
La simbologia della gallina
L’abbondanza è ripresa nel racconto anche dalla figura della gallina. Questa rappresenta il mistero della vita (è nato prima l’uovo o la gallina?), l’abbondanza e la connessione con l’altro mondo (ripensa per un attimo al suo rimestare con le zampe nella terra).
Di questo animale e della sua complessa simbologia te ne ho parlato anche qui, a proposito del lavoro svolto con una mia cliente.
La simbologia della cornacchia
Altro animale che accompagna la Loba è la cornacchia che rappresenta la morte intesa come sorella gemella della vita. È l’inverno che precede la primavera ed è sempre e solo a servizio della vita stessa.
Simbologia delle ossa e della caverna
Come abbiamo detto inizialmente, la Loba può cambiare nome ma quello che attira di più la mia attenzione è ‘ la donna delle ossa’. Le ossa hanno un significato simbolico molto potente: rappresentano le nostre strutture interiori e nelle culture antiche venivano considerate sacre perché si riteneva che dentro al midollo risiedesse l’anima.
La caverna in cui vive è lo spazio sacro interiore al quale accediamo troppo poco, il mondo dell’inconscio e dei suoi tesori. Le nostre forze strutturali (ossa) le possiamo trovare lì e nel racconto vengono identificate come appartenenti a cervo, crotalo, corvo e lupo. Analizziamone insieme la simbologia.
Il cervo e il crotalo sono il rinnovamento costante che il corpo e la vita ci spingono continuamente ad attuare. Il corvo è associato al sole, quindi al sacro maschile, mentre il lupo è il femminile per antonomasia. Infatti, la connessione che quest’ultimo ha con gli istinti animaleschi rudi e basici è la stessa che ha una donna in travaglio o durante le mestruazioni.
Nel racconto si narra come la donna ricomponga l’intero scheletro e riporti in vita l’animale grazie al canto magico. Quello che, forse, non sai è che la magia di una costellazione familiare è data proprio dalle frasi chiave che io, costellatore, utilizzo nello svolgimento del lavoro. Queste frasi svelano le dinamiche nascoste e permettono alle energie di fluire laddove prima erano bloccate. Il blocco più comune è l’amore profondo verso qualcuno che non c’è più e che non abbiamo mai conosciuto.
Il raggio di sole o luna che colpisce l’animale e lo trasforma in donna è la benedizione degli antenati.

La Loba: il significato costellativo
Il deserto rappresenta quella fase della vita in cui tutto sembra morto e non sembrano esserci soluzioni. È quella fase di catarsi che ho notato precedere la ricerca di una guarigione spirituale. La costellazione di questo racconto è il contatto con la Loba-femminile selvaggio, ancestrale, atavico, capace di rinascere e morire seguendo il flusso della vita e facendo fluire anche le rigidità (ossa) che portiamo dentro di noi.
È il bisogno di ogni donna di andare simbolicamente dall’ava per accogliere la benedizione e sentirsi piccola. Quando ci sentiamo piccole nei confronti di chi ci ha precedute diveniamo donne perché è solo così che riusciamo ad accogliere la benedizione che ci viene data.
Gli antenati vogliono il futuro e noi lo siamo. ‘’Siamo il frutto dell’amore di migliaia di persone’’ e per fare grandi cose ce ne serve il sostegno. Le costellazioni servono a riprogrammare il flusso affinché il sostegno arrivi a noi e nel racconto lo si vede nel raggio di sole o luna che colpisce la carcassa.
Questo racconto ci dice che tutti i lavori su di sé e sul femminile (cerchi di donne, rituali etc) sono molto belli ma vanno ‘’inseriti’’ come informazione nell’albero genealogico. Infatti, è proprio a livello di quello che Hellinger definisce secondo livello della coscienza, quello collettivo a cui simbolicamente appartiene l’albero, che noi possiamo trovare la Loba.
Sei pronta a scoprire e integrare i doni della tua Loba? Se vuoi farlo insieme, scrivimi!