Gennaio è un mese molto particolare secondo me. La natura riposa, il tempo scorre lento e sembra quasi cristallizzato. Insomma è il mese del minimalismo e dell’essenziale. Infatti, osservando gli alberi spogli ciò che si vede è l’essenza, senza sovrastrutture.
È un mese che mi parla di nuovi inizi e rinascite, un po’ come una gestazione simbolica. Così, ho deciso di approfondire il viaggio che fa l’anima per incarnarsi. Questo percorso lo avevamo già iniziato in questo articolo che ti consiglio di leggere prima di proseguire.
E se non vuoi perderti i miei prossimi articoli, iscriviti ad Anahata, la mia newsletter dove condivido esperienze, consigli e interpretazioni delle energie astronomiche.
Vite passate: le tappe di un lungo viaggio animico
Per sperimentare la vita in questa dimensione abbiamo bisogno di un’anima e di un corpo. L’anima è la nostra essenza, colei che sa sempre tutto e che decide di reincarnarsi per imparare. Quello che la mente non sa è che la vita terrena è una scuola per l’anima che, prima di incarnarsi, fa una sorta di piano-studi sostenuta dalle guide spirituali e in accordo con altre anime.
Le guide sono anime un po’ più evolute che si sono messe a servizio di altre anime per accompagnarle durante l’incarnazione. Si tende a parlare di vite passate o presenti, mentre in realtà è più plausibile che la linea del tempo sia orizzontale anziché verticale, quindi sono tutte vite presenti, ma in altre dimensioni.
Le famose vite passate vissute come imperatori, streghe o soldati sono, in realtà, tutte attuali ma si stanno svolgendo su altri piani. Questo è un fattore potenziante perché quando si lavora sui blocchi energetici arcaici si cambia l’energia di una tale esperienza con il pieno potere personale di trasformazione. Non ci sono verità matematiche riguardo a ciò che accade oltre questa dimensione, ma sento affinità con il punto di vista dei miei amici curanderos: molto dipende dall’ultima vita vissuta e dall’ultimo processo di disincarnazione.

La reincarnazione dopo quanto avviene?
Quando un’anima lascia il corpo porta con sé la sua matrice, quindi il suo fulcro e il suo vissuto ed entra in una dimensione a noi sconosciuta dove si risana. Si dice che chi ha sperimentato vite estremamente dolorose vada a trascorrere del tempo su Venere, il pianeta della guarigione, prima di proseguire il suo viaggio.
Oltre ‘il velo ‘ non c’è una concezione di tempo lineare come la conosciamo noi, quindi un’anima può reincarnarsi dopo pochi attimi così come può farlo dopo secoli. Tutto è in accordo con ciò che deciderà di sperimentare nella vita successiva: potrebbe essere che abbia bisogno di aspettare altre anime, come potrebbe aver bisogno di aspettare altre epoche.
Tutto il vissuto di un’anima non viene mai dimenticato: viaggia dentro di lei di vita in vita.
Secondo me è un argomento molto interessante da approfondire per comprendere meglio chi siamo e il motivo di tante cose che ci accadono e ci sono molti libri illuminanti in tal senso. Una cosa, però, è fondamentale tener presente: niente di tutto ciò può o deve divenire una scusa per arenarsi in situazioni dettate da ‘presunte vite passate’, come i famosi amori karmici.
Come l’anima sceglie il corpo?
L’anima, come l’inconscio, non ha nessun concetto temporale e non comprende la morte come la conosciamo noi. Quindi quando diciamo ‘per sempre’ lei intende per l’eternità ed oltre, così facendo si creano dei patti che verranno perpetuati di vita in vita, fino a quando non verranno sciolti.
Quando l’anima decide di ritornare su questo pianeta lo fa seguendo un criterio di scelta vibrazionale che non menziona in alcun modo la razionalità. Si tratta di una scelta basata su un mix di compatibilità tra le esperienze già vissute e le conseguenti memorie, i compiti da svolgere in questa futura incarnazione, i nodi animici da sciogliere, i vari appuntamenti del destino, le affinità con altre anime e il servizio che viene a prestare alla vita stessa.

I tempi della reincarnazione e come le anime scelgono i genitori
Possiamo dire che il moto di incarnazione inizia almeno nove mesi prima del concepimento fisico nei quali gli inconsci dei due futuri genitori iniziano a prepararsi. La scelta principale riguarda i genitori che faranno da canali corporei per la sua reincarnazione: verranno scelti quelli adatti che aiuteranno l’anima in arrivo a svolgere i propri compiti. Quindi se osserviamo le cose da questo punto di vista, possiamo vedere come l’anima porta già con sé delle ferite che poi vengono attivate. Attivate, ma non create proprio perché sono pre-esistenti.
In questo caso i futuri genitori rappresentano i rispettivi alberi genealogici che hanno parecchie similitudini tra loro e anche loro vibrano ad una certa frequenza che attirerà un’anima piuttosto che un’altra. A scelta compiuta, circa tre mesi prima del concepimento, avviene un patto a tre dove le tre anime coinvolte prenderanno accordi su quello che sarà il loro cammino insieme. Questo patto può rompersi nel caso in cui l’anima del nascituro dovesse rendersi conto di non essere ancora pronta ad incarnarsi, quindi ritorna nella dimensione eterea dando origine ad aborti e lutti perinatali venendo, però, comunque registrato come membro dal sistema.
Gli aborti e le esclusioni nell’albero genealogico
Nel corso delle varie generazioni le donne tendevano ad omettere dalla propria storia gli aborti e i bambini morti precoci per via del troppo dolore e della mancanza di mezzi per elaborare quei lutti. Così facendo si sono create delle esclusioni e dei disequilibri energetici nell’albero che, poi, si manifestano nel quotidiano.
Infatti, mi capita molto spesso di incontrare persone che vivono delle situazioni disarmoniche in vari settori della vita e poi, studiandone l’albero, emergono aborti vissuti dalla nonna o bisnonna. Riequilibrare energeticamente queste energie stantie può essere un buon modo per riallinearci con la nostra anima.
E tu, conosci i nodi energetici conservati nel tuo albero genealogico? Scrivimi e sciogliamoli insieme.