Dopo una pausa estiva riprendiamo a viaggiare tra le pagine di “Donne che corrono coi lupi”, libro che definirei come la la bibbia del sacro femminino. Lasciamoci, quindi, condurre alla scoperta del significato racchiuso nelle fiabe raccontate da Clarissa Pinkola Estés nel medesimo libro.
Oggi te ne racconto una meno famosa ma che ci aiuta a dare risposte a domande comuni per quanto riguarda la diversa percezione dell’albero da parte di più fratelli.
Trama fiaba I quattro rabbini
Una notte quattro rabbini furono visitati da un Angelo che li condusse alla settima volta del settimo cielo, lì dove veniva contemplata la sacra ruota di Ezechiele.
Dopo esser tornato sulla terra un rabbino, avendo veduto tanto splendore, perse il lume della ragione e vagò senza meta fino alla fine dei suoi giorni.
Il secondo rabbino era estremamente cinico e si disse ‘’ho semplicemente sognato la ruota di Ezechiele, ecco tutto, nulla è davvero accaduto’’.
Il terzo rabbino continuò a pensare a quanto aveva visto e ne divenne ossessionato. Teneva conferenze e promise a se stesso che non avrebbe mai smesso di raccontare come quella ruota era costruita e quanto significava. Ma così si smarrì e tradì la sua fede.
Il quarto rabbino, che era anche un poeta, prese un foglio e una penna e sedette accanto alla finestra. Scrisse una canzone dopo l’altra lodando la colomba della sera, la sua bimba nella culla e tutte le stelle del cielo. Visse, così la sua vita meglio di prima.

La simbologia dei rabbini
Come in tutte le storie, qui vediamo un gran numero di simboli utili da decodificare per comprendere meglio le metafore genealogiche che si celano dietro di essi e dentro di noi.
I protagonisti sono quattro rabbini, figure religiose autoritarie della religione ebraica. In molte filosofie di pensiero si vede la cultura ebraica come cultura primigenia universale; infatti, molti nomi di battesimo anche italiani hanno origine ebraica (es: Simona/e, Davide e molti altri).
Con la religione cattolica siamo abituati a vedere un prete che è un addetto al sacerdozio. I rabbini, per dirla nel modo più semplice possibile, sono maestri che si occupano di educare e tramandare il sapere tradizionale ebraico.
L’attivazione delle memorie genealogiche
Nella storia si parla di “quattro rabbini che furono visitati da un angelo”: è il movimento verso un altro mondo simbolico, quello degli antenati, come in Coco. Questo episodio io lo definirei “attivazione sistemica” e significa che in un certo momento c’è stato un evento particolare che nella coscienza genealogica di quei rabbini ha riattivato le memorie di un evento, nodo genealogico o segreto rimasto latente nelle energie dei loro sistemi familiari.
È stato come il contatto di Aurora con il fuso che le ha provocato il sonno (mi riferisco alla fiaba della Bella addormentata nel bosco).
Il fatto che fossero tutti e 4 insieme mi fa presuppore che abbiano alberi genealogici simili. Così potremmo estendere la chiave di interpretazione come se loro fossero 4 fratelli. Le differenti reazioni rappresentano le differenti percezioni della storia genealogica.
Per quanto riguarda le attivazioni sistemiche non c’è modo di prevederlo: esse sono a servizio della vita, dell’anima e dell’evoluzione del gruppo. Possono accadere in ogni momento e ogni cosa può essere usata come strumento per compiere questo passaggio. Nella fiaba secondo me è un evento, magari anche forte e traumatico, però nel quotidiano possiamo assistere anche ad attivazioni più leggere. D’altronde è risaputo come un profumo, un colore o altri strumenti possano essere a servizio della rievocazione di ricordi.
L’albero genealogico e la sacra gerarchia tra fratelli

Nel caso dei fratelli succede spesso di pensare che un evento genealogico sia vissuto in modo uguale da tutti ma è un grande errore. Quattro fratelli sono quattro sistemi diversi. Hanno nomi e date di nascita diverse, hanno ruoli e posti diversi. E questo Alessandro (nome di fantasia per parlarti di un mio cliente) può confermartelo. Nel suo albero genealogico c’era un antenato morto suicida a 15 anni. Alessandro tentò il suicidio a quell’età, mentre Mara, la sorella maggiore, ebbe solo qualche mese di tristezza inspiegabile. Massimiliano, l’altro fratello, passò quell’età come se nulla fosse. Alessandro è nato il 16-3, mentre l’avo si suicidò il 18-3, il loro collegamento era più forte rispetto agli altri fratelli.
Dobbiamo ricordarci, poi, che nelle costellazioni familiari una delle cose più importanti è il sacro ordine gerarchico: i grandi sono grandi e i piccoli sono piccoli. I genitori sono grandi rispetto ai figli, ma piccoli rispetto ai loro stessi genitori. E questa gerarchia è presente anche tra fratelli. Per vivere bene è importante rispettare questi ordini, ma il nostro amore cieco spesso ci spinge ad infrangerli ed è qui che si crea il caos. Ma niente paura, le costellazioni familiari servono proprio a rimettere tutto a posto!
L’amore cieco è quel meccanismo che si attiva a partire dal nostro cervello rettile che ci connette al regno animale. E, proprio come gli animali, abbiamo bisogno del branco o clan, senza di esso sentiamo minata la sopravvivenza e per questo facciamo di tutto per non esserne esclusi. Pensiamo di doverci guadagnare il diritto di appartenenza mentre, in realtà, è già nostro per diritto di nascita.
Il primogenito è colui che sente maggiori responsabilità nei confronti dei più piccoli e fa le veci del o dei genitori mancanti. Il secondogenito arriva dopo e può sentirsi un ponte tra il primogenito e quelli più piccoli. Il terzogenito sente di essere più piccolo degli altri due ma più grande dell’ultimo, mentre l’ultimo riceve sia dai genitori che dai fratelli e potrebbe sentirsi in debito. Questo, forse, potrebbe spingerlo ad infrangere più ordini, oppure, come nella fiaba, potrebbe essere schermato dagli effetti più nefasti ed essere in equilibrio.
I 4 rabbini: metafora di una riattivazione sistemica
Una delle cose che accadono nelle riattivazioni sistemiche che vedono coinvolti i fratelli è che ognuno tende a prenderne su di sé un “pezzo”. Solitamente i più grandi si assumono i pezzi più pesanti per far sì che i piccoli siano alleggeriti.
La mia ipotesi di riattivazione sistemica è avvalorata dalla ruota di Ezechiele che rappresenta la ciclicità, il karma, il mutamento, l’up and down della vita, l’irrisolto che ritorna per essere risolto.
In alcune versioni della fiaba viene raccontato che quattro rabbini impazzirono di fronte a Shekhinah, divinità femminile detentrice dei segreti di vita-morte-vita, anziché alla ruota di Ezechiele. E anche questo potrebbe essere un ulteriore indizio verso l’interpretazione costellativa di cui ti sto parlando.
Le conseguenze delle memorie genealogiche sui fratelli nella fiaba dei 4 rabbini
“Un rabbino avendo veduto tanto splendore perse il lume della ragione e vagò senza meta fino alla fine dei suoi giorni“
Perdere il lume della ragione e perdere la meta in termini genealogici potrebbe parlarci di un movimento energetico inconscio che spinge a “seguire qualcun altro“. Nelle costellazioni, infatti, si vede l’importanza di non escludere nessun nato in un gruppo, altrimenti si crea un’esclusione che a sua volta crea disordine e questo potrebbe esserne un effetto.
Inoltre, “perdere il lume della ragione” è un termine âgée per parlare di problemi psichici che, perdonami, ma non tratterò in questa sede per via della loro delicatezza.
“Il secondo rabbino era estremamente cinico“
Questo atteggiamento potrebbe parlare di una “messa in sicurezza sistemica” che si attiva quando l’albero genealogico sente come “troppo forte” una determinata cosa e protegge i membri del sistema allontanandoli dalla cosa stessa. Potrebbe parlare di un congelamento emotivo o di un segreto che, a mio avviso, sarebbe interessante ritualizzare e vedere cosa ne emerge.
“Il terzo rabbino continuò a pensare a quanto aveva visto perché ne era ossessionato“
Potrebbe essere un movimento di liberazione di alcuni concetti morali legati all’albero genealogico, dato che si parla di perdita di fede.
Anche questo aspetto è pionieristico: potrebbe servire a distruggere con amore un vecchio schema stantio per introiettarne uno nuovo.
Un po’ come le scimmie di un’isola giapponese che iniziarono a lavare le patate in acqua salata e poco dopo anche le scimmie di un’isola sud americana iniziarono a fare lo stesso. Questo avviene grazie ai campi morfogenetici studiati da Rupert Sheldrake che sono alla base dello svolgimento delle costellazioni familiari.
“Il quarto rabbino che era un poeta…”
Sembra parlare di creatività e profonda connessione con il suo lato femminile. La poesia, la cura e la morbidezza descritte sono energie femminili. La creatività è ciò che ci riconnette alla vita poiché è interconnessa all’energia sessuale, sacro strumento di ricreazione.
Mi auguro di averti lasciato un po’ di spunti di riflessioni e, se ti va, di condividere con me alcuni di questi, scrivimi. Ti leggerò e risponderò con vero piacere.