L’essere umano ha bisogno del mito, cioè di un modo di narrare gli eventi dandogli sacralità per riconnettersi alla fonte creatrice. Essendo racconti sacri non significa né che siano veri né che siano falsi, ma attivano forme di devozione molto profonde. Ogni cultura, nazione e religione ha i suoi miti e molti sono simili tra loro nonostante cambino nomi, luoghi e pochi concetti. Prendiamo in considerazione il mito di Ade e Persefone. Gli antichi Greci chiamavano Kore/Persefone, Demetra e Ade gli archetipi che i Romani chiamavano Prosperina, Cerere e Plutone. Anche in Mesopotamia c’era un mito simile con protagonisti Inanna e Dumuzid, mentre i sumeri li chiamavano Istar e Tammuz.

Ade e Persefone: la stagione dello scorpione è un inno al loro amore

L’autunno dei tarocchi: il mito della Torre
La Torre è un Archetipo interiore molto potente. L’anima prima di entrare in questa energia attraversa il Diavolo dove l’ego spinge verso gli eccessi. Dopo la Torre sarà il tempo delle Stelle dove tutto è armonia, in accordo con leggi più grandi. La Torre viene chiamata anche ‘Casa Dio’ e il suo crollo segna un punto di non ritorno.

Esempi di atti psicomagici e atti di potere: il ponte tra arte e rito
Il rito è un linguaggio simbolico ed è la lingua madre dell’inconscio. Noi esseri umani viviamo tra simbolico, reale ed immaginario senza fare nette distinzioni e quando ritualizziamo, in realtà, diamo messaggi chiari e precisi all’inconscio che ne registra l’informazione, per poi re-agire. I rituali, quindi, danno un effetto liberatorio utile a sostenere il cammino di evoluzione energetica, genealogica e spirituale.